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E-GOVERNMENT: Un premio europeo nei servizi pubblici

30 Dicembre 2002 Commenta

Il Commissario europeo responsabile per le Imprese e la Societa’ dell’informazione, Erkii Liikanen, ha annunciato il bando di gara per gli “e-Europe Awards”, parte integrante dell’iniziativa “e-Europe 2005”. Gli “e-Europe Awards” intendono premiare le migliori utilizzazioni delle ICT nel settore dei servizi pubblici e, in particolare, questo primo bando riguardera’ il campo della e-Health e dell’e-government.
I progetti premiati saranno ufficializzati rispettivamente nella conferenza “eHealth 2003: ICT for Health”, che si terra’ il 22 e il 23 maggio 2003 a Bruxelles, e in quella dei Ministri europei che si riuniranno a Como, Italia, il 3 e il 4 luglio 2003.

Bruxelles – L’iniziativa di carattere europeo di premiare progetti particolarmente validi nel settore dell’e-government lascia intendere come l’utilizzo delle nuove tecnologie nel campo dei servizi pubblici e della P.A. in generale sia un argomento molto rilevante anche presso l’Unione Europea. Del resto lo stesso Piano di Azione italiano di e-government nasce nel quadro delle politiche di sviluppo della societa’ dell’informazione promosse dall’Unione Europea con il programma “e-Europe” oltre che delle attivita’ svolte in Italia dal Forum per la Societa’ dell’Informazione, caratterizzandosi per l’indicazione di obiettivi precisi sui quali concentrare un volume significativo di risorse finanziarie.
Inoltre nell’ambito delle attivita’ condotte a livello europeo, il Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie sta organizzano con la Commissione Europea la Conferenza Europea sull’e-Government che si terra’ a Villa Erba il 2 luglio 2003 come evento di apertura della Presidenza italiana. Sara’ un’importante occasione per un confronto fra le best practices europee, ma soprattutto costituira’ l’opportunita’ per portare l’e-government dalle dimensioni nazionali ad una giusta ed opportuna dimensione europea. In ambito bilaterale sono avviate le collaborazioni e scambi di esperienze con gli altri Paesi leader nel processo di sviluppo della Societa’ dell’Informazione o delle tecnologie collegate. Fra questi il Regno Unito, l’India e il Canada.
Sempre in un’ottica internazionale non bisogna dimenticare che l’Italia sta guidando nell’ambito del G8 un programma di cooperazione internazionale per realizzare, attraverso l’innovazione tecnologica, Pubbliche Amministrazioni piu’ efficienti, credibili e trasparenti nei Paesi in via di sviluppo.
Alla Conferenza di Palermo svoltasi nel mese di aprile e a cui hanno partecipato 96 Paesi, sono stati presentati l’iniziativa e il “Modello digitale di riferimento (eModel)” di servizi della Pubblica Amministrazione.

Sono stati avviati dall’Italia progetti con 5 paesi: Albania, Giordania, Mozambico, Nigeria, Tunisia. Un’area di grande interesse sono i Balcani (Bulgaria e Romania). Ed almeno 15 paesi hanno richiesto di aggiungersi. Per la realizzazione dei progetti e’ stata attivata una rete di collaborazioni con la Banca Mondiale, la Banca Interamericana per lo Sviluppo e le Nazioni Unite. In questo ambito, l’Italia e’ entrata quest’anno a far parte della Fondazione Gateway della Banca Mondiale, che elabora e finanzia iniziative per colmare il digital divide tra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo, e di cui il Ministro Stanca e’ membro del Board.
Certo ai fini di una buona riuscita di qualunque progetto di e-Government e’ necessario che concorrano tre requisiti fondamentali:
1. investire nell’ICT;
2. riorganizzare le aziende e il governo;
3. migliorare le capacita’.
Un elemento senza gli altri due non basta. In particolare, le ICT possono essere uno strumento potente per il miglioramento della qualita’ e dell’efficienza dei servizi governativi ed inoltre offrono grosse opportunita’ soprattutto in posti dove le risorse scarseggiano e dove la geografia ostacola la comunicazione. Le nuove tecnologie svolgono anche un ruolo chiave nell’aumentare l’efficienza e la trasparenza delle autorita’ di governo.

Tuttavia, malgrado le enormi opportunita’ offerte dalle ICT, in molti paesi in via di sviluppo la situazione e’ particolarmente difficile, con il rischio di escludere una gran parte della popolazione da questo processo. I vantaggi dipendono dalle infrastrutture di comunicazione e d’informazione, dai sistemi economici e giuridici da sviluppare e dalle capacita’ di formazione.
In questi casi, bisogna riconoscere, che una buona politica pubblica costituisce una condizione indispensabile affinche’ le tecnologie dell’informazione possano diventare strumento di progresso e non causa di esclusione.

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