Home » Focus del mese

Outsourcing nella P.A.: Si o no ?

13 Gennaio 2003 Commenta

Recentemente il presidente della Fita (Federazione delle imprese del terziario avanzato, aderente a Confindustria) Ennio Lucarelli ha contestato l’iniziativa di molte Regioni che stanno costituendo proprie societa’ allo scopo di esternalizzare i servizi interni, tra cui quelli informatici, per farne un business secondario.
Questa dura presa di posizione e’ intervenuta in un momento piuttosto delicato in cui e’ stato costituito presso il Ministero della Funzione Pubblica un gruppo di lavoro che tra i vari obiettivi ha proprio quello di definire le procedure standard dei capitolati e dei relativi criteri di valutazione con i quali la P.A. manifesti la sua volonta’ di esternalizzare alcuni servizi nonche’ quello di definire gli standard qualitativi e di costo dei servizi da dare in outsourcing in modo che siano competitivi sul mercato.

Napoli – Indubbiamente il ricorso all’outsourcing, specialmente in materia informatica, presenta, come ho piu’ volte sottolineato, da un lato indubbi vantaggi economici e semplificazioni operative, dall’altro pone l’utente nel rischio di non poter piu’ controllare il proprio patrimonio informatico soprattutto se, in forza di successiva diversa determinazione, dovesse ripristinare il proprio sistema o trasferirlo ad altro fornitore. Questo, specialmente, quando si affidano all’esterno tutte le attivita’ di sviluppo e di gestione operativa delle strutture informatiche.
Il contratto di outsourcing, nato ovviamente dall’autonomia negoziale e non disciplinato nel codice, costituisce un negozio atipico destinato sicuramente a futuri sviluppi sia nel settore privato che in quello pubblico, in quanto tende a soddisfare al massimo le esigenze operative dell’utente. Proprio in considerazione di tali aspetti presenta delle indubbie complessita’ che richiederebbero una sufficiente regolamentazione specialmente nello specifico settore dei servizi pubblici.
Ed e’ proprio questo, in sostanza, il problema, evidenziato dal presidente della Fita che lamenta un’improprio ricorso della P.A. all’esternalizzazione a danno delle societa’ specializzate operanti nel settore.
In effetti, quanto sostenuto dal Lucarelli non e’ peregrino in quanto allo stato attuale, a prescindere dalle attivita’ del recente gruppo di lavoro costituito presso la Funzione Pubblica, cio’ che e’ stato fatto concretamente per avviare il trasferimento a privati di servizi gestiti dalla P.A. e’ stato solo un regolamento da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze emanato nel maggio 2002 che si limita ad elencare i servizi che potranno essere ceduti in outsourcing (tra cui quelli informatici ed affini).
L’affidamento ai privati viene subordinato alla condizione indispensabile della maggiore economicita’ avuto riferimento anche agli oneri relativi al personale, ai mezzi ed alle strutture necessarie.

Inoltre, e’ tale regolamento che prevede la possibilita’ per i Ministeri di costituire delle Spa per la gestione dei servizi di propria competenza d’intesa con il Ministero del Tesoro che detiene sempre il ruolo di “primo azionista”.
Ma appare opportuno, in questa sede, precisare un concetto molto importante che tra l’altro e’ emerso gia’ nel 36° Rapporto Censis sulla situazione del Paese nel 2001: per quanto l’outsourcing talvolta si presenti come la soluzione ottimale per risolvere problemi di carattere gestionale nell’ambito della P.A., il Piano di e-government richiede, innanzitutto, che le Regioni e gli Enti Locali siano chiamati ad assumere ruoli decisionali sempre piu’ ampi.
In particolare le Regioni sono chiamate a svolgere un ruolo essenziale nella realizzazione delle principali infrastrutture e dei servizi necessari alla realizzazione del sistema informativo integrato del Paese.
Cio’ a cui si mira e’ la promozione di una azione tendente alla interconnessione ed alla interoperabilita’ di tutte le reti e della rete unitaria, allo scopo di realizzare, secondo un modello architetturale federato, una rete a copertura nazionale, che consenta a tutte le amministrazioni locali e centrali di interoperare alla pari e di scambiarsi i propri servizi applicativi.
Gli enti locali, in particolare i comuni, dovranno rappresentare gli attori principali della strategia di e-government del Paese, in quanto destinati a realizzare gli sportelli di front-office per la erogazione dei servizi integrati al cittadino.
Date le diverse dimensioni, i fattori di scala in gioco e le differenti capacita’ nell’utilizzo delle moderne tecnologie, e’ necessario dispiegare una strategia che non accentui ulteriormente, in relazione ai servizi erogati dagli enti locali, le differenze tra i cittadini e le imprese in funzione della zona in cui risiedono.
E’ necessario, quindi, favorire ed accelerare non solo la completa informatizzazione di tutti gli enti locali, ma anche la loro connessione ad una delle reti di area accessibili sul loro territorio e, soprattutto e contestualmente, la esposizione in rete dei servizi standard, definiti per ogni tipologia di ente.
Ai fini della realizzazione di tale obiettivo il
portale nazionale potra’ rivelarsi particolarmente utile come punto di aggregazione di tutte le informazioni ed i servizi on line della pubblica amministrazione e garante circa l’organizzazione dei contenuti informativi ospitati nel rispetto di uno schema logico che indirizzera’ il cittadino e le imprese all’utilizzo dei servizi digitali offerti dalla P.A. centrale e locale.

Scritto da

Commenta!

Aggiungi qui sotto il tuo commento. E' possibile iscriversi al feed rss dei commenti.

Sono permessi i seguenti tags:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Home » Internet & Tecnologia

Outsourcing Nella P.A.: Si o No?

10 Gennaio 2003 Commenta

MILANO. Recentemente il presidente della Fita (Federazione delle imprese delterziario avanzato, aderente a Confindustria) Ennio Lucarelli ha contestatol’iniziativa di molte Regioni che stanno costituendo proprie societa’ alloscopo di esternalizzare i servizi interni, tra cui quelli informatici, perfarne un business secondario. Questa dura presa di posizione e’ intervenutain un momento piuttosto delicato in cui e’ stato costituito presso ilMinistero della Funzione Pubblica un gruppo di lavoro che tra i variobiettivi ha proprio quello di definire le procedure standard dei capitolatie dei relativi criteri di valutazione con i quali la P.A. manifesti la suavolonta’ di esternalizzare alcuni servizi nonche’ quello di definire glistandard qualitativi e di costo dei servizi da dare in outsourcing in modoche siano competitivi sul mercato.Indubbiamente il ricorso all’outsourcing, specialmente in materiainformatica, presenta, da un lato indubbi vantaggi economici esemplificazioni operative, dall’altro pone l’utente nel rischio di non poterpiu’ controllare il proprio patrimonio informatico soprattutto se, in forzadi successiva diversa determinazione, dovesse ripristinare il propriosistema o trasferirlo ad altro fornitore. Questo, specialmente, quando siaffidano all’esterno tutte le attivita’ di sviluppo e di gestione operativadelle strutture informatiche.Il contratto di outsourcing, nato ovviamente dall’autonomia negoziale e nondisciplinato nel codice, costituisce un negozio atipico destinatosicuramente a futuri sviluppi sia nel settore privato che in quellopubblico, in quanto tende a soddisfare al massimo le esigenze operative dell’utente. Proprio in considerazione di tali aspetti presenta delle indubbiecomplessita’ che richiederebbero una sufficiente regolamentazionespecialmente nel settore dei servizi pubblici. Ed e’ proprio questo, insostanza, il problema, evidenziato dal presidente della Fita che lamenta un’improprio ricorso della P.A. all’esternalizzazione a danno delle societa’specializzate nel settore.In effetti, quanto sostenuto dal Lucarelli non e’ peregrino in quanto allostato attuale, a prescindere dalle attivita’ del recente gruppo di lavorocostituito presso la Funzione Pubblica, cio’ che e’ stato fattoconcretamente per avviare il trasferimento a privati di servizi gestitidalla P.A. e’ stato solo un regolamento da parte del Ministero dell’Economiae delle Finanze emanato nel maggio 2002 che si limita ad elencare i serviziche potranno essere ceduti in outsourcing (tra cui quelli informatici edaffini). L’affidamento ai privati viene subordinato alla condizioneindispensabile della maggiore economicita’ avuto riferimento anche aglioneri relativi al personale, ai mezzi ed alle strutture necessarie. Inoltre,e’ tale regolamento che prevede la possibilita’ per i Ministeri dicostituire delle Spa per la gestione dei servizi di propria competenza d’intesa con il Ministero del Tesoro che detiene sempre il ruolo di “primoazionista”.

Scritto da

Commenta!

Aggiungi qui sotto il tuo commento. E' possibile iscriversi al feed rss dei commenti.

Sono permessi i seguenti tags:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>