New York, USA – Quando si parla di terrorismo, qualunque mezzo di tutela e’degno di essere utilizzato per garantire la sicurezza delle Nazioniamericane: e’ questo lo spirito di azione del Governo Bush sin da quando sisono verificati i tremendi attacchi alle Twin Towers e al Pentagono. Unodegli ultimi strumenti (in ordine di tempo) predisposti per porre gli USA inuna ottimale situazione di difesa e’ stata la costituzione, nei giornipassati, di un nuovo Dipartimento di sicurezza, il Department of HomelandSecurity. Il Senato americano, infatti, ha approvato il disegno di leggerecante la sua disciplina e ha emanato il Homeland Security Act of 2002.”Questa legislazione territoriale, la piu’ estesa riorganizzazione delGoverno federale fin dagli anni Quaranta, aiutera’ la nostra nazione adaffrontare le minacce del terrorismo del Ventunesimo secolo”, ha affermatoil Presidente George Bush in una dichiarazione resa a Praga. Lacaratteristica di questa nuova legge consiste nella espansione considerevoledei poteri delle forze di pubblica sicurezza, in base ai quali si potrannocondurre sorveglianze elettroniche di vasta scala, incluso un penetrantemonitoraggio della rete Internet. E’ notizia di questi ultimi tempi,infatti, che la rete sia un importante mezzo di comunicazione fra iterroristi di Al Quaeda e uno strumento attraverso cui si potrebberocompiere anche presumibili attacchi di cyber-terrorismo. Ma, a fronte diquesta legislazione di emergenza, cio’ che potrebbe essere colpito – oltreal terrorismo vero e proprio – appare essere l’insieme di tutti i diritti diliberta’ e di manifestazione del pensiero dei cittadini. E’ possibile (nelcontesto storico-politico attuale) concepire un contemperamento fra i dueestremi? Fino a che punto si puo’ parlare di efficacia di questalegislazione di emergenza?
Con l’approvazione nei giorni scorsi di un disegno di legge concernente la sicurezza (anche informatica), il Senato americano ha reso possibile la creazione di un nuovo Dipartimento di sicurezza, il Department of Homeland Security. Il Governo Bush confida che questo organo agisca in piena sintonia con gli altri mezzi difensivi di cui dispongono gli USA, per la realizzazione di un vasto progetto per la tutela delle Nazioni dagli attacchi terroristici.
New York, USA – Quando si parla di terrorismo, qualunque mezzo di tutela e’ degno di essere utilizzato per garantire la sicurezza delle Nazioni americane: e’ questo lo spirito di azione del Governo Bush sin da quando si sono verificati i tremendi attacchi alle Twin Towers e al Pentagono. Uno degli ultimi strumenti (in ordine di tempo) predisposti per porre gli USA in una ottimale situazione di difesa e’ stata la costituzione, nei giorni passati, di un nuovo Dipartimento di sicurezza, il Department of Homeland Security. Il Senato americano, infatti, ha approvato il disegno di legge recante la sua disciplina e ha emanato il Homeland Security Act of 2002. “Questa legislazione territoriale, la piu’ estesa riorganizzazione del Governo federale fin dagli anni Quaranta, aiutera’ la nostra nazione ad affrontare le minacce del terrorismo del Ventunesimo secolo”, ha affermato il Presidente George Bush in una dichiarazione resa a Praga. La caratteristica di questa nuova legge consiste nella espansione considerevole dei poteri delle forze di pubblica sicurezza, in base ai quali si potranno condurre sorveglianze elettroniche di vasta scala, incluso un penetrante monitoraggio della rete Internet. E’ notizia di questi ultimi tempi, infatti, che la rete sia un importante mezzo di comunicazione fra i terroristi di Al Quaeda e uno strumento attraverso cui si potrebbero compiere anche presumibili attacchi di cyber-terrorismo. Ma, a fronte di questa legislazione di emergenza, cio’ che potrebbe essere colpito – oltre al terrorismo vero e proprio – appare essere l’insieme di tutti i diritti di liberta’ e di manifestazione del pensiero dei cittadini. E’ possibile (nel contesto storico-politico attuale) concepire un contemperamento fra i due estremi? Fino a che punto si puo’ parlare di efficacia di questa legislazione di emergenza ?
Le domande appena prospettate sono di difficile soluzione. La realta’ degli ultimi tempi ha duramente scosso l’opinione pubblica e, di conseguenza, la maggior parte degli individui sembra essere favorevole alla lotta contro il terrorismo. Il problema di fondo, pero’, consiste nelle modalita’ da adottare per realizzare una giusta difesa. Il Governo e il Senato americani sono decisamente orientati per una massiccia introduzione di poteri di controllo, soprattutto in Internet, allo scopo di scovare reti terroristiche.
A questo modo di interpretare e gestire il fenomeno Internet non molti, pero’, sono d’accordo. Per sintetizzare le tesi di questi ultimi si puo’ prendere come esempio la critica mossa proprio allo Homeland Security Act of 2002 dalla American Civil Liberties Unioni (ACLU). Questa associazione si dice profondamente amareggiata per l’emanazione di questo genere di leggi, poiche’ esse costituiscono un duro colpo alle liberta’ private di cui Internet e’ solo un mezzo espressivo. Con la creazione di simili attivita’ di controllo e sorveglianza elettronica – afferma la ACLU – si genera una dubbia ingerenza nelle comunicazione dei privati cittadini. La via del contemperamento fra queste due posizioni, comunque, appare – a chi scrive – francamente non proponibile. Fino a quando vi saranno problemi di cosi’ grande rilevanza per la tutela dei cittadini, sara’ quantomeno difficile negare la necessita’ di una contrazione dei diritti allo scopo di difendere l’incolumita’ delle Nazioni intere. Sta di fatto, comunque, che il limite di queste legislazioni di emergenza risiede nella effettiva efficacia che possono avere in Internet. Vi sono, infatti, ancora numerosi ostacoli per un completo “governo della rete”: mancanza di una pacifica applicazione delle legislazioni nazionali al fenomeno della rete; potenziale sovrapposizione delle giurisdizioni dei diversi Paesi interessati a ogni singola ipotesi di crimine informatico; resistenza delle comunita’ virtuali che si dichiarano “al di fuori” delle leggi; etc.
E’ il superamento di questi ostacoli, dunque, la cartina al tornasole per una corretta disciplina dei crimini informatici e per la garanzia di difesa dalle reti terroristiche esistenti.
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