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E- Inclusion in campo informatico a Milano

24 Gennaio 2003 Commenta

Il 20 gennaio 2003 il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca ed il Sindaco di Milano Gabriele Albertini hanno firmato un protocollo d’intesa per un vasto programma di e-government da realizzare nella citta’ con il preciso obiettivo di sviluppare numerosi servizi on line a favore dei cittadini e del mondo produttivo, basati sull’uso delle piu’ moderne tecnologie Ict.
Alla firma era presente l’Assessore all’Innovazione Tecnologica, Giancarlo Martella. Il protocollo consente di utilizzare su scala nazionale le migliori esperienze maturate a Milano.
Sono sei i settori su cui saranno attuati progetti speciali, con partnership tra pubblico e privato, sponsorizzazioni e project financing, e concernono il traffico, la formazione, l’e-Goverment, la Carta nazionale dei servizi in Rete, il territorio e la sicurezza delle persone.
Una particolare attenzione viene dedicata allo sviluppo della conoscenza e del sociale. Si tratta dell’e-inclusion che prevede pari opportunita’ di accesso alla conoscenza per tutti i cittadini, compresi i dipendenti comunali anche per l’e-learning ed inoltre la formazione Ict per famiglie e fasce deboli, come anziani e disabili.

Milano – Il Protocollo di Intesa sottoscritto dal Ministro Stanca con il Sindaco Albertini e’ perfettamente in linea con il piano di e-government e con i principali obiettivi che il Governo Italiano si e’ prefisso di raggiungere con l’informatizzazione del paese e cioe’:
• condurre il Paese in posizione di protagonista nell’era digitale, modernizzandolo attraverso un utilizzo diffuso delle nuove tecnologie ICT sia nel pubblico che nel privato;
• favorirne la competitivita’ attraverso l’accelerazione dell’economia della rete;
• sviluppare un modello di Societa’ dell’Informazione basata sull’innovazione e la conoscenza che migliori la qualita’ della vita e prevenga da esclusioni di natura sociale ed economica.
La strategia dell’innovazione del paese, quindi, si e’ indirizzata, almeno internamente, verso tre grandi aree: cittadini; e-government; imprese e competitivita’.
Indubbiamente grande risalto, nel Protocollo di Intesa in questione, e’ stato dato alla prima area, difatti e’ indispensabile preparare la popolazione ad utilizzare le nuove tecnologie e a comprendere le novita’ che queste possono apportare.

Le analisi socio-demografiche evidenziano, infatti, che ampie fasce della popolazione non possiedono le conoscenze necessarie per utilizzare le tecnologie dell’informazione, rischiando cosi’ di rimanere escluse dalla rivoluzione digitale.

Gli anziani e le fasce a piu’ bassa scolarizzazione, gia’ in parte escluse da una partecipazione attiva alla societa’, evidenziano un utilizzo molto basso di Internet, segnale di una “frattura digitale” interna che e’ necessario combattere con una politica di alfabetizzazione digitale diffusa, che deve mirare a:
• elevare il livello di competenza nell’uso dell’informatica sia di chi gia’ ha delle conoscenze minime di base sia di chi si avvicina per la prima volta all’uso dello strumento informatico;
• accrescere la produttivita’ di tutti coloro che hanno bisogno di usare il computer;
• fornire una qualificazione che consenta a chiunque, indipendentemente dalla sua formazione di base, di essere parte della Societa’ dell’Informazione.
Purtroppo, pero’, esistono delle categorie deboli (anziani, ceti sociali a basso reddito, disabili, disoccupati, ecc.) che sono di fatto gia’ svantaggiati anche nella cosiddetta societa’ industriale. Ne consegue che se la Societa’ dell’Informazione offre un enorme potenziale per la piena integrazione, puo’, d’altra parte, senza un adeguato intervento, mantenere e accentuare i meccanismi di esclusione, soprattutto alla luce del fatto che gli strumenti tecnologici acquisiscono sempre maggior preminenza anche nella sfera della vita quotidiana.
La visione di una Societa’ dell’Informazione inclusiva non puo’ prescindere dall’esigenza di rispondere ai bisogni degli individui e di garantire un’adeguata fruizione dei suoi contenuti in relazione ai livelli di istruzione e alle diverse abilita’ degli individui. La recettivita’ delle persone anziane, per esempio, differisce da quella di altri gruppi, poiche’ questi percepiscono la tecnologia tendenzialmente come un’esperienza intimidatoria. In relazione ai disabili, la tecnologia offre un enorme potenziale di inclusione, ma puo’ rappresentare allo stesso tempo un’addizionale barriera se i prodotti non vengono concepiti per garantire l’accessibilita’.

E’ divenuto quindi necessario promuovere l’utilizzo dell’ICT per le categorie deboli attraverso la creazione di una Commissione interministeriale (Commissione interministeriale sullo sviluppo e l’impiego delle tecnologie dell’informazione per le categorie deboli) con decreto istitutivo del 31 maggio 2002, nonche’ l’uso consapevole di Internet attraverso la creazione del Comitato Tecnico interministeriale per l’uso consapevole di Internet con DPCM del 12 luglio 2002.

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