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Reso noto dal MIT l’attuale stato dell’informatizzazione nella P.A.

29 Marzo 2003 Commenta

M. Iaselli, Roma – I dati, elaborati per il 2001 su dati dell’AIPA ed aggiornato al 2002, non sono molto confortanti, in quanto, secondo il resoconto, i servizi che risultano disponibili in rete sono ancora quelli orientati agli intermediari anche se con un livello di accesso notevole, mentre ampiamente insufficiente risulta la fruizione da parte di cittadini ed imprese.
Altalenante risulta  l’automazione dei processi gestionali interni alle amministrazioni, mentre i maggiori progressi si registrano nell’ambito della contabilita’ finanziaria. Volendo, quindi, fare un primo bilancio, sicuramente positivi sono i dati sulla diffusione della carta d’identita’ elettronica, della firma digitale, dell’e-procurement e del mandato informatico, mentre deludono sia l’alfabetizzazione informatica che il rispetto della trasparenza amministrativa.

Non sorprende particolarmente quanto e’ emerso dall’attuale stato di informatizzazione della P.A. reso noto dal Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie e cio’ perche’ e’ noto che il punto dolente del processo di informatizzazione del nostro paese e’ proprio costituito dalla carenza dei servizi on line essendo i siti istituzionali degli Enti pubblici ancora troppo legati ad una vecchia concezione della rete ancorata a contenuti informativi e non orientata verso prestazioni a valore aggiunto di carattere interattivo, vale a dire senza code agli sportelli, senza spostarsi da casa, con possibilita’ di verifica costante dello stato delle pratiche, con la possibilita’ di avvalersi di sistemi di pagamento elettronico ecc.
Nonostante questo limite, sicuramente forte ma colmabile in breve tempo grazie anche alle nuove tecnologie quali la banda larga finalmente in arrivo, si registrano comunque dei buoni risultati. Si pensi ad esempio alla diffusione della carta d’identita’ elettronica e della carta nazionale dei servizi che nascono da un’idea progettuale con la legge Bassanini n. 127/97, quando apparve chiaro che molti comuni in Italia volevano realizzare una carta della citta’ con cui offrire ai cittadini differenti tipologie di servizi.
Successivamente sono rientrate come uno degli obiettivi principali del piano di e-government ed anche il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca nella sua prima Direttiva sulle linee guida in materia di digitalizzazione dell’amministrazione ha considerato la carta d’identita’ elettronica una tappa fondamentale di quel percorso tracciato dal Governo diretto a favorire una sempre maggiore e razionale informatizzazione della P.A. consentendo l’accesso on-line ai servizi pubblici da parte di cittadini ed imprese.

Ma l’introduzione della carta d’identita’ elettronica quale strumento principale per l’identificazione e l’accesso ai servizi on line della Pubblica Amministrazione ha reso indispensabile la realizzazione di un sistema di collegamento fra le anagrafi in grado di assicurare l’aggiornamento e la verifica delle informazioni contenute nelle banche dati delle diverse Amministrazioni cioe’ il c.d. sistema integrato delle anagrafi, che ha visto fino al 2002 aderire ben 1000 comuni rappresentanti il 26% della popolazione.
Riguardo la firma digitale, nonostante le note vicissitudini di carattere normativo che hanno portato all’emanazione del d.lgs. n. 10/2002 e di un successivo decreto ancora non formalizzato ai fini del recepimento integrale della Direttiva europea 1999/93/CE relativa alla firma elettronica, v’e’ da registrare che all’interno della P.A. centrale sono state diffuse circa 2500 firme.
Notizie positive pervengono anche sul fronte dell’e-procurement e cioe’ di quell’ insieme di tecnologie, procedure, operazioni, e modalita’ organizzative che consentono l’acquisizione di beni e servizi on line, grazie alle possibilita’ offerte dallo sviluppo della rete Internet e del commercio elettronico. Nelle amministrazioni centrali risultano attivate iniziative nel periodo giugno 2000-maggio 2002 per circa 371 milioni di euro, con effetti di risparmio complessivo pari a circa 122 milioni di euro.
Anche il mandato informatico, la cui disciplina sostanziale e’ prevista negli artt. 4, 5, 6 e 16, ma soprattutto nell’art. 17 del D.P.R. 20 aprile 1994 n. 367 (Regolamento recante semplificazione ed accelerazione delle procedure di spesa e contabili), ha un’ottima diffusione. In quattro ministeri e’ gia’ in esercizio il sistema contabile informatizzato ed in altre sette amministrazioni e’ in via di completamento. Inoltre e’ gia’ operativo il Si.Co.Ge. e cioe’ il sistema di contabilita’ generale.
Ancora critica, invece, e’ la situazione per l’e-learning sebbene siano attive ed in sperimentazione iniziative presso alcune amministrazioni; per la trasparenza amministrativa, visto che solo il Consiglio di Stato presenta on line un’applicazione che permette la visualizzazione dello stato dei procedimenti e per l’alfabetizzazione informatica, la vera nota dolente della P.A. in quanto nonostante negli enti pubblici c’e’ un’altissima percentuale di dipendenti che hanno una propria postazione informatica di lavoro, questa risulta poco utilizzata o comunque sfruttata al minimo per la carenza di corsi sistematici e certificati di formazione ed alfabetizzazione informatica.

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