L’e-government per un federalismo efficiente.
M. Iaselli, Torino – Il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie ha presentato in occasione del convegno su Innovazione e federalismo il documento “L’e-government per un federalismo efficiente: una visione condivisa, una realizzazione cooperativa”, con l’obiettivo di fornire alle Amministrazioni centrali, alle Regioni ed agli Enti locali un quadro di riferimento condiviso in grado di garantire una attuazione coerente e coordinata dei processi di e-government in tutto il territorio nazionale.
Il Ministro, nel corso del convegno, ha affermato che i temi sui quali e’ necessario avviare la concertazione, non afferiscono soltanto ad un piano esclusivamente politico o di “visione strategica” ma devono riguardare anche un piano di “realizzazione cooperativa” che si attuera’ attraverso la definizione di standard comuni e la definizione concertata delle “architetture di sistema condivise” che costituiranno elemento di riferimento dei progetti in corso ma anche dei progetti che saranno avviati in futuro.
I punti proposti nel documento e sui quali partire per costruire una Pubblica Amministrazione davvero efficiente e vicina al cittadino sono:
• l’interconnessione tra tutte le pubbliche amministrazioni e tra le pubbliche amministrazioni e i cittadini attraverso la definizione di standard di sicurezza e performance comuni;
• l’individuazione di caratteristiche certe e sicure per gli strumenti di accesso ai servizi erogati in rete;
• la definizione di un modello comune per la creazione dei siti e dei portali che erogano i servizi on line;
• la garanzia della interoperabilita’ dei fornitori dei servizi on line;
• la realizzazione dei piu’ importanti “sistemi federati”, quali ad esempio il sistema del lavoro, della sanita’, del fisco, ecc. anche attraverso il riuso delle soluzioni gia’ realizzate;
• la realizzazione di architetture di sistema condivise che sara’ oggetto di specifici gruppi tecnici di lavoro.
Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono la risorsa strategica che consente di porre in modo nuovo il problema del rapporto tra autonomia locale e necessita’ di coordinamento e di armonizzazione dei processi innovativi a livello nazionale.
Infatti le tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono essenzialmente “strumenti per la cooperazione e il coordinamentoâ€, cioe’ tecnologie che possono facilitare e semplificare il rapporto tra soggetti diversi.
Questa potenzialita’, insita nell’utilizzo delle ICT, e’ diventata oggi una necessita’ nel percorso di attuazione di quel federalismo, di cui oggi tanto si parla negli ambienti politici, che prevede una cooperazione “paritaria†tra i diversi soggetti istituzionali. Appare, difatti, evidente che questa architettura non puo’ essere attuata con tecnologie e metodologie tradizionali di coordinamento, ma mediante un profondo, pervasivo e consapevole utilizzo delle tecnologie ICT.
Come e’ noto il Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie punta molto sulla piena e completa realizzazione del progetto di e-Government e la creazione di un Sistema Pubblico di connettivita’ rappresenta la necessaria infrastruttura abilitante per l’erogazione dei servizi tra Pubblica Amministrazione Centrale e Locale, tra Pubblica Amministrazione e Imprese, tra Pubblica Amministrazione e Cittadino.
Il Sistema Pubblico di connettivita’ e’ considerato dal MIT come la naturale evoluzione della Rete Unitaria, che collega le Pubbliche Amministrazioni Centrali. Ad esso potranno contribuire le reti regionali che garantiscono l’interconnessione tra e con le Pubbliche Amministrazioni Locali. Il sistema si avvale di una molteplicita’ di fornitori operanti sul mercato, persegue l’obiettivo di realizzare un’infrastruttura per la connettivita’ degli Enti che costituiscono la Pubblica Amministrazione, e costituisce un’infrastruttura aperta all’interscambio sicuro ed efficiente anche con le imprese ed i cittadiniâ€.
Il sistema comprendera’ funzioni di supporto e di utilita’ generale (ad es. collegamento ad Internet, posta elettronica “sicuraâ€, disponibilita’ di banche dati, “bacheche†dei servizi delle Amministrazioni, etc); tra queste in particolare saranno presenti funzioni di interoperabilita’ da intendersi come scambio di informazioni tra sistemi, reti e applicazioni non omogenei delle diverse amministrazioni e di cooperazione applicativa, che consistono in procedure che consentono a piu’ utenti della Rete di condividere ed, eventualmente, modificare informazioni appartenenti a piu’ Amministrazioni, fornendo, ad esempio, il necessario supporto informativo ed istruttorio alle decisioni, nella considerazione che la Rete deve prima di tutto consentire e garantire la condivisione delle informazioni, vero e proprio patrimonio pubblico, attualmente gestito ed accessibile soltanto all’Amministrazione proprietaria dei dati e, dunque, ampiamente sottoutilizzato.
Naturalmente l’interconnessione tra le pubbliche amministrazioni e tra pubbliche amministrazioni e cittadini crea inevitabilmente problemi di privacy da risolvere nel rispetto di quanto prescritto dalla legge n. 675/96 e di sicurezza in ordine alla quale come e’ noto la nostra Presidenza del Consiglio – Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie in tema di sicurezza informatica ha emanato una Direttiva datata 16 gennaio 2002 rivolta a tutti gli Enti Pubblici che ha cercato di tracciare un quadro generale sul problema “sicurezza†ICT e di suggerire degli interventi necessari per ottenere “una base minima di sicurezza†in attesa della predisposizione di un vero e proprio programma di azione governativo per la sicurezza ICT.
Non puo’ ovviamente mancare nell’ambito di una visione condivisa dell’e-government un accenno alla necessita’ di elaborare un modello comune a cui si dovranno conformare tutti i siti e portali della P.A. e per la verita’ gia’ il 30 maggio 2002 il Ministro Stanca mantenendo fede alle promesse ha predisposto una direttiva emanata dal Presidente del Consiglio dei Ministri che, in linea con quanto fissato dalla direttiva del 13 marzo 2001, ha definito i criteri di accessibilita’, usabilita’ ed efficacia ai quali i siti della P.A. dovranno attenersi per conseguire il nuovo suffisso “.gov.itâ€.
La direttiva in argomento ha ritenuto necessario, in considerazione della rilevanza della materia, che ciascuna amministrazione individui strutture di coordinamento esistenti o istituisca specifiche strutture o gruppi di lavoro cui affidare l’attuazione di questa normativa inerente la conoscenza e l’uso del dominio internet “.gov.it” e l’efficace interazione del portale nazionale “italia.gov.it” con le pubbliche amministrazioni e le loro diramazioni territoriali.
Se tutto procedera’ secondo quanto previsto, saranno, quindi, presto in rete veri e propri portali della pubblica amministrazione utilizzabili per consultare leggi e decreti, reperire moduli e certificati, ottenere le autorizzazioni richieste alle imprese, cercare di mettere insieme domanda e offerta di lavoro.
Non esistono dubbi sulla reale efficacia di queste nuove tecnologie ai fini della realizzazione degli obiettivi di federalismo del Governo, ma cio’ che piu’ sorprende e’ che il Sistema Pubblico di connettivita’ venga sempre considerato come una naturale evoluzione della Rete Unitaria.
Purtroppo bisogna ammettere che la RUPA per quanto abbia visto un grande impegno dell’AIPA ai fini di una sua completa realizzazione e’ stata un “fallimentoâ€, in considerazione almeno di quelli che inizialmente erano stati annunciati come gli obiettivi da realizzare.
In realta’, quindi, il nuovo Sistema rappresenta piu’ che altro “una correzione†della RUPA che vede non tutte le Amministrazioni pubbliche centrali collegate, le Amministrazioni periferiche per il momento escluse, ma cosa ancor piu’ grave una percentuale bassissima (5%) di servizi offerti on-line. E’ naturale quindi che il Ministero per l’Innovazione punti sulle nuove tecnologie per recuperare il tempo perduto, tenendo conto dell’importante realta’ delle Amministrazioni locali.
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