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Provvedimento choc in Virginia: Lo spam diventa reato!

5 Maggio 2003 Commenta

G. Greco, North Virginia – Lascia perplessi il provvedimento con cui vengono inasprite le pene per gli spammers, fino alla reclusione per cinque anni.


E’ ormai un fatto noto alla maggioranza degli utenti di Internet che le e-mails scambiate cotidie in tutto il Mondo sono davvero molte, milioni secondo le statistiche: ma quante di queste costituiscono de facto un messaggio, una vera e propria “comunicazione” fine a se stessa tra due o piu’ utenti?
A quanto dicono i numeri poche: e’ notizia degli ultimi giorni che addirittura piu’ della meta’ delle “lettere elettroniche” universalmente scambiate siano rappresentate da annunci pubblicitari, promozioni e operazioni di marketing piu’ o meno lecite.
Tale pratica, cresciuta proporzionalmente all’espansione di Internet, non solo costituisce un fastidioso “rallentamento” per un sano e corretto uso della Rete da parte del consumatore medio, ma cagiona perdite economiche considerevoli ai vari ISP (Internet Service Provider), costretti ad impegnare i propri servers nello smistamento e nella ricezione di quantita’ abnormi di “volantini digitali”.
Il fenomeno e’ oggi classificato come spam e secondo molti esperti potrebbe divenire un problema assai rilevante gia’ nell’immediato futuro.
Molto si e’ dibattuto su un’eventuale disciplina, fornita in ambito Comunitario dalla Direttiva 2000/31 sul commercio elettronico in particolare, peraltro valida solo per quei membri che accettino di sottoporvisi, essendo l’adesione alle norme sullo spam, appunto, opzionale.
In Italia un recente intervento dell’Autorita’ di Garanzia della Privacy ha sottolineato come il sistema preferibile sia quello del c.d. opt-in, un consenso a ricevere comunicazioni commerciali dato dall’utente prima che a questi pervengano eventuali messaggi, rispetto a quello del c.d. opt-out, ossia la negazione del proprio consenso a ricevere informazioni dato dopo essere stati contattati con pubblicita’.

Lascia quantomeno perplessi invece il provvedimento adottato dal Governatore della North Virginia Mark Warner, stato americano dove, non a caso, hanno la propria sede AOL e Time Warner, con il quale vengono inasprite le pene per gli spammers, fino alla possibilita’ di comminare sanzioni assai severe quali la reclusione per cinque anni.
La ratio legis e’ l’ambiguita’ dei messaggi pubblicitari in circolazione, che secondo le autorita’ americane il piu’ delle volte mascherano frodi o atteggiamenti illeciti e solo raramente esplicano chiaramente la propria natura commerciale.
Secondo gli osservatori pero’, questo sembra essere il primo passo di un lungo percorso voluto dalle majors del digitale, quali appunto AOL, Time Warner e Microsoft, per “disarmare” l’esercito dello spam.
Riusciranno nel proprio intento?
Di sicuro cinque anni di carcere rappresenteranno un valido deterrente per chiunque.  

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