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Internet: Invincibile il digital divide.

3 Giugno 2003 Commenta

Da una recente ricerca e’ emerso che uno statunitense su cinque non si collega mai a Internet. Mentre schiere di navigatori “consumano” le vie della rete quotidianamente, moltissime altre persone non  hanno mai o quasi mai affrontato la navigazione. Purtroppo, molti commentatori ritengono che chi perdera’ il “treno” di questa nuova industrializzazione sara’ sicuramente tagliato fuori dal progresso tecnologico e questo e’ un problema di non poco conto.

Infatti, gia’ da diverso tempo si e’ iniziato ad affrontare il problema del c.d. digital divide, ovvero del fenomeno in base al quale chi possiede un collegamento a Internet e lo usa frequentemente ha margini di sviluppo socio-culturale decisamente maggiori rispetto a chi non e’ (per cosi’ dire) tecnologicamente avanzato. Si tratta in poche parole di un fenomeno (oltre che tecnologico) culturale, appunto. All’interno di medesimi contesti sociali o fra Paesi tecnologicamente avanzati e Paesi in via di sviluppo (o semplicemente meno evoluti) si viene a creare, quindi, una divisione fra soggetti “collegati” alla rete e quelli “scollegati”.
Gli effetti a medio-lungo termine di questa situazione porterebbero a vedere una crescita esponenziale dei Paesi e dei soggetti “collegati”, mentre tutti gli altri resterebbero “al palo”. Altro che differenza tecnologica fra Nord e Sud d’Italia! Secondo il fenomeno che si sta analizzando non solo si potrebbe verificare uno scarto tecnologico di rilevante spessore fra Nord e Sud del mondo, ma si potrebbero registrare fenomeni paradossali. Per esempio, qualora una Nazione (o una semplice Regione) piuttosto indietro con lo sviluppo tecnologico si dotasse di strutture atte a collegare gli utenti alla rete, essa sarebbe in grado (in poco tempo) di raggiungere e magari superare le altre Nazioni (e le altre Regioni) tradizionalmente piu’ avanzate. Come si diceva poc’anzi, la riflessione sul digital divide trova spunto in una recente indagine di Pew Internet and American Life Project, secondo cui uno statunitense su cinque ne’ si e’ mai collegato a Internet ne’ lo fara’ mai. Si e’ analizzato, inoltre, che dopo l’esplosione degli anni Novanta, dall’ottobre 2001 il tasso di utilizzo della rete negli USA non e’ cresciuto oltre il 60 per cento. Dunque, negli USA vi e’ una buona fetta di persone che decidono di “collegarsi”, mentre una altrettanto nutrita parte di soggetti tende a “scollegarsi”. Le motivazioni in base alle quali non ci si collega a Internet sono sostanzialmente queste: evitare i costi dei lunghi collegamenti alla rete; evitare frodi on line; evitare la pornografia; evitare la violazione della propria riservatezza.
Ma non sono solo questi motivi (gli altri verranno analizzati piu’ avanti nel testo). Vi e’ la convinzione, pero’, che molto dipenda da una politica istituzionale non al passo coi tempi e da una legislazione del diritto di Internet che (come nel caso europeo) trova non poche difficolta’ a seguire l’evoluzione tecnologica.

Le altre cause per cui non si vede di buon occhio l’intero fenomeno di Internet sono riconducibili sostanzialmente a una ammissione di “ignoranza” della rete da parte degli intervistati. Molti affermano, infatti, che non hanno tempo libero per navigare o per spedire la posta, ma poi ammettono di trovare Internet troppo complicata. La rinuncia a un corretto (rectius adeguato) utilizzo di Internet dipende sicuramente dal livello culturale dei consociati (negli USA, si precisa, circa un quarto della popolazione non sa leggere).

Approfondendo l’argomento si puo’ notare come una buona parte della “colpa” dell’ignoranza della rete dipende da politiche istituzionali non adeguate. Gia’ da tempo (per esempio in Italia) ci si lamenta della inadeguatezza delle scuole pubbliche dove l’informatica non trova ancora spazio nelle programmazioni di studio. Il fenomeno e’ comunque rinvenibile un po’ ovunque per il mondo (a parte qualche rara eccezione).
Quindi, volendo schematizzare su questo punto, si potrebbe dire che da un lato e’ la scuola a dover insegnare quelle competenze informatiche necessarie per una fruizione essenziale della rete, dall’altro, invece, e’ il Legislatore a dover mettere chiarezza in primis sulle problematiche che portano gli utenti a evitare il contatto con Internet.
Con un po’ di difficolta’, comunque, almeno in Europa siamo dotati di normative armonizzate e ben calibrate per affrontare i problemi delle violazioni dei diritti d’autore e del commercio elettronico. Molto pero’ si deve fare ancora per garantire tutela dei dati personali che circolano per la rete (si fa riferimento esplicitamente allo spam).

Per concludere (almeno provvisoriamente sul punto digital divide) si puo’ affermare che un ruolo importantissimo per diminuire il gap esistente fra “collegati” e scollegati” lo potra’ giocare paradossalmente proprio la tecnologia (che ne e’l’artefice!). Infatti, gia’ con lo sviluppo della connessione wireless a Internet si possono offrire servizi telematici prima inimmaginabili in qualunque parte delle citta’. Quindi, nessuno sara’ piu’ scusato se non sara’ in qualche modo capace di utilizzare la rete!

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