Nuova pubblicita’ on line. Cresce il paid-search advertising
Cresce la spesa per la pubblicita’ su Internet: il forte incremento e’ dovuto al crescere del cosiddetto “paid-search advertising” (quello delle inserzioni sui motori di ricerca che compaiono secondo le parole-chiave utilizzate), che ammonta a circa un terzo della spesa totale nell’ultimo trimestre. Nel 2002, questo settore contava solo per il 9% delle entrate. Lo rende noto un rapporto di Interactive Advertising Bureau e di PricewaterhouseCoopers: in particolare, si e’ registrato un incremento del 14% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Assumono particolare interesse le conclusioni del rapporto di Interactive Advertising Bureau e di PricewaterhouseCoopers che forniscono preziose indicazioni su nuovi ed importanti meccanismi e canali pubblicitari che si diffondono in Rete sfruttando le potenzialita’ e le caratteristiche della stessa.
Il sistema del “paid-search advertising” tiene conto del fatto che nella Rete l’accesso all’informazione avviene, in prospettiva reticolare e quindi in modo diffuso; l’utente e’ per cosi’ dire immerso in una massa di dati ricca ma disordinata che spazia da un polo all’altro del globo terrestre.
L’ovvia conseguenza di questa nuova dimensione e’ la prevalenza di un tipo di ragionamento associativo rispetto a quello deduttivo, al quale siamo culturalmente piu’ abituati. La modalita’ ipertestuale, che sta alla base di Internet, e’ la manifestazione piu’ evidente di questo processo mentale.
Alla visione di banche dati centralizzate, che pure hanno indiscussi vantaggi, si va affiancando, quindi, la visione piu’ ampia di una informazione distribuita, dislocata cioe’ in piu’ punti della Rete.
In un sistema ad informazione diffusa mancano informazioni strutturate, sistemi di reperimento omogenei e piu’ sofisticati, registrazione uniforme dei dati, ma sono presenti altri vantaggi quali, innanzi tutto, la ricchezza di informazione, l’ampiezza della diffusione, la responsabilita’ dei dati (l’informazione risiede dove nasce), la possibilita’ di aggiornamento tempestivo, l’agilita’ nella creazione degli archivi. In sintesi, gli aspetti positivi degli archivi centralizzati costituiscono gli aspetti problematici degli archivi diffusi e viceversa.
Nasce, quindi, l’esigenza, allo scopo di sfruttare al meglio le potenzialita’ di una rete telematica come Internet di ricorrere a strumenti, come guide, motori di ricerca specifici, intelligent agent che consentano all’utente di orientarsi e ottenere delle informazioni pertinenti, ristabilendo un ordine fra il disordine. Ma affinche’ tali strumenti possano essere efficienti e’ necessario che siano coordinati fra di loro: l’elemento indispensabile che sta alla base di questa nuova filosofia e’ infatti proprio quello della cooperazione che non significa solo comunicarsi dati, ma significa, in prospettiva, concordare strategie, uniformare certi canoni di base (per esempio rendere omogenee le citazioni) in modo da evitare per quanto possibile la dispersivita’ che puo’ divenire fonte di disinformazione.
L’esigenza di disporre di strumenti di aiuto alla ricerca, almeno a livello generale, e’ stata avvertita fin dall’inizio, tant’e’ vero che esistono in Rete guide, intelligent agent e motori di ricerca.
Le guide sono di tipo eterogeneo; nella maggior parte dei casi sono raccolte di link organizzati per materie o su singoli argomenti oppure elenchi di siti di un determinato tipo (per esempio, in ambito giuridico amministrativo gli indirizzi di tutti i ministeri o delle piu’ importanti reti civiche), talvolta accompagnati da note di commento o illustrative.
Gli intelligent agent sono invece programmi che filtrano le informazioni in base ad un interesse particolare dell’utente, memorizzandone le scelte e costruendone la domanda. Oggi sono considerati il futuro della ricerca di informazioni su Internet e costituiscono quindi oggetto di studio da parte di molti produttori di software anche se allo stato attuale sono ancora una chimera.
I motori di ricerca (ad es. AltaVista, Excite, HotBot, Infoseek, Lycos, Northern Light) accedono ai siti Web utilizzando particolari software denominati crawler o spider, che scaricano il contenuto delle pagine Web; tali pagine in seguito indicizzate in locale, andranno a costituire, insieme ai loro URL, il database del motore di ricerca. La formazione degli indici dei motori di ricerca avviene grazie ad indicizzatori che, sebbene possano essere dotati delle piu’ avanzate tecnologie probabilistiche di analisi testuale per l’estrazione delle parole chiave, non possono fornire risultati qualitativamente comparabili ad un’analoga attivita’ umana.
L’operazione di download di tutte le pagine di un Web server (effettuata frequentemente al fine di mantenere aggiornato il database) comporta un oneroso aumento del traffico della rete: per ovviare a tale problema sono stati proposti sistemi che indicizzano in locale presso ogni web server il contenuto e che inviano al motore di ricerca (o a un sistema intermedio) solo tale indice, di dimensioni notevolmente inferiori rispetto all’intero contenuto del web server.
L’utente, dal suo canto, interroga il database compilando stringhe di ricerca frutto della combinazione di termini con operatori booleani o posizionali. I risultati delle sessioni di ricerca, anche se effettuate in base a stringhe complesse ed articolate, si presentano a volte di scarsa utilita’, per i seguenti motivi:
• rumore, “amplificato” dalla mole di documenti di natura eterogenea presenti in Internet;
• silenzio, causato dalla mancanza di una categorizzazione dell’informazione;
• attualita’ dei riferimenti trovati, cioe’ effettiva esistenza del nodo di destinazione.
Ogni motore ha caratteristiche particolari che lo rendono differente dagli altri come la facilita’ d’uso, la tempestivita’ di aggiornamento, la potenza elaborativa, il tipo di informazioni contenute. Nonostante le perplessita’ manifestate prima, i motori di ricerca rimangono lo strumento piu’ utile di reperimento di informazioni, soprattutto se l’utente, che in questo approccio svolge una funzione importante, imposta la ricerca in modo efficiente e corretto.
Laddove, pero’, la ricerca dell’informazione presenta maggiori complessita’ per la presenza di dati strutturati sono stati sviluppati dei metamotori di ricerca, che si presentano all’utente come pagine Web in cui occorre inserire un’unica stringa di ricerca e indicare quali motori di ricerca consultare. Il metamotore si occupera’ di inviare contemporaneamente la query ai vari motori selezionati, adattando la sintassi della query a quelle richieste dai singoli motori: la ricerca sara’ effettuata quindi in parallelo, i risultati saranno poi presentati insieme, dopo aver eliminato le ridondanze.
Sulla base dello stesso principio che ispira i metamotori sono stati creati i cd. metadata che possono rivelarsi particolarmente utili per il reperimento di informazioni strutturate in reti distribuite come appunto Internet. I metadata possono essere utili in quanto possono fornire all’utente un metodo piu’ affidabile delle attuali ricerche di tipo full text o tramite meri soggettari.
Il concetto di metadata non e’ affatto nuovo, ne e’ prova la millenaria attivita’ dei bibliotecari: una scheda bibliotecaria non e’ altro che un esempio d’uso dei metadata, per scoprire in primo luogo se esistono informazioni circa un determinato argomento e, successivamente, per reperire i volumi collocati negli scaffali indicati nelle schede.
La possibilita’ di reperire informazioni rilevanti in Internet “sembra” decrescere proporzionalmente alla quantita’ di informazioni disponibili: per risolvere tale problema e’ emersa recentemente la proposta di “arricchire†i materiali pubblicati in Internet affiancando loro una descrizione mediante “informazioni concernenti altre informazioni”: i metadata appunto.
Risulterebbe cosi’ possibile descrivere la natura di una risorsa Internet: la sua ubicazione, l’oggetto di cui tratta, il formato con cui tale oggetto e’ presentato, ecc. Un’adozione estesa dei metadata nella descrizione-catalogazione delle risorse Internet faciliterebbe inoltre il reperimento delle informazioni e in casi particolari anche una loro valutazione qualitativa.
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