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Innovazione digitale: Boccata di ossigeno per le PMI italiane.

24 Novembre 2003 Commenta

Finanziamenti per 62,8 milioni di euro allo scopo di sostenere la competitivita’ delle piccole e medie imprese italiane mediante il ricorso all’innovazione digitale: sono previsti nel bando, che sara’ presto pubblicato sulla GUCE, emanato dal Ministro delle Attivita’ produttive, Antonio Marzano e dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca.
Questa misura di incentivazione – la prima in Italia ad essere mirata in modo diretto al miglioramento dell’efficienza delle PMI attraverso l’applicazione all’organizzazione aziendale delle tecnologie della informazione e della comunicazione (ICT) – si inserisce nell’ambito del “Piano per l’Innovazione digitale nelle imprese”, lanciato dai due ministri nel luglio scorso, che ha dato il via ad un insieme di interventi di natura fiscale, regolamentare, finanziaria e promozionale definiti.
Il Ministro Antonio Marzano ha dichiarato che a fronte dell’ampio dibattito che investe tutti i livelli istituzionali ed imprenditoriali sui temi dell’innovazione, il Ministero delle Attivita’ Produttive e il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie sono passati dal dire al fare introducendo, per la prima volta in Italia, strumenti concreti diretti alla diffusione dell’innovazione digitale.
Da parte sua, il Ministro Lucio Stanca, ha detto che l’intervento e’ destinato a sostenere l’innovazione digitale applicata non solo ai prodotti ma anche ai processi aziendali per aumentare la competitivita’. Queste misure sono indirizzate alle PMI per renderle piu’ concorrenziali sui mercati nazionale ed internazionali.

Il bando tematico “Innovazione/ICT” e’ diretto all’intero territorio nazionale ed e’ destinato alle PMI, ai centri di ricerca e a universita’ ed enti pubblici di ricerca in partnership con le imprese.
Le spese ammissibili riguardano, in particolare, i servizi professionali per lo studio e la realizzazione di processi aziendali innovativi finalizzati al recupero di competitivita’; i servizi professionali necessari alla realizzazione di nuove applicazioni informatiche a supporto dell’azione di reingegnerizzazione; gli acquisti sia di brevetti e licenze, sia di hardware o software; l’acquisizione di servizi di connettivita’ a larga banda.
Le domande di partecipazione dovranno essere presentate al MAP a partire dal 30° giorno e fino al 90° giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del bando. La procedura di valutazione dei programmi sara’ a graduatoria.
Il bando in argomento si inserisce perfettamente nell’ambito di quel protocollo d’intesa firmato il 20 marzo 2003 dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie ed il Ministro delle Attivita’ Produttive per favorire lo sviluppo e l’applicazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) nelle imprese, a partire da quelle medie e piccole.

L’innovazione e’ uno dei principali fattori della crescita economica, sia a livello microeconomico, sia a livello macroeconomico. E’ pertanto urgente e necessario superare i ritardi che l’Italia registra sotto molti aspetti.
Gia’ nel Documento di Programmazione economico-finanziaria 2003-2006, il Governo,  nei tempi e nei limiti compatibili con gli equilibri di finanza pubblica si e’ posto fra i principali obiettivi l’adozione di politiche industriali e finanziarie per la diffusione dell’ICT, con particolare riguardo alle PMI e al Sud. In particolare attraverso la promozione dell’economia ICT sia sul fronte della domanda, sia su quello dell’offerta attraverso la ricerca applicata ICT ed il suo trasferimento industriale, lo sviluppo del Commercio Elettronico attraverso interventi che mirino all’accrescimento della fiducia degli utenti ed alla definizione del quadro normativo, l’adozione delle tecnologie ICT nel mondo produttivo, in particolare nelle PMI, l’utilizzo del telelavoro, della telemedicina e la diffusione delle tecnologie ICT nel turismo e nella fruizione dei beni culturali.
Per favorire la ricerca applicata dell’ICT nell’ambito delle PMI il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie ha individuato, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione Universita’ e Ricerca e il Ministero delle Attivita’ Produttive, alcune linee di azione sinergiche sintetizzate nelle “Linee guida del Governo per lo sviluppo della Societa’ dell’Informazione nella legislatura” del maggio 2002.

In particolare secondo il Governo e’ necessario, innanzitutto favorire il trasferimento e l’utilizzo di tecnologie ICT innovative al sistema delle PMI e dei distretti industriali attraverso la:
– predisposizione di strumenti di agevolazione finanziaria e fiscale, compatibili con le politiche ed i vincoli comunitari, in grado di promuovere le attivita’ di ricerca svolta dalle PMI e la formazione del personale nei settori dell’ICT, con particolare riferimento all’alta formazione ed a quella mirata a formare soggetti in grado di operare nel campo della ricerca applicata.
– Realizzazione, nell’ambito del Portale nazionale delle tecnologie ICT, di un’area di ausilio alle PMI per la ricerca di partnership e sinergie in progetti di ricerca nei settori dell’ICT, per l’accesso a fonti di finanziamento per la ricerca nei settori dell’ICT e per il conseguimento di brevetti sia in ambito nazionale che europeo nei settori dell’ICT.
– Realizzazione di incubatori specifici per le imprese dell’ICT in stretta collaborazioni con le principali Universita’. Intorno agli incubatori dovranno svilupparsi dei Science Park nei quali confluiranno le aziende fuoriuscite dall’incubatore e dove l’azione di cross fertilization tra le imprese high-tech ospitate favorira’ la nascita di nuovi business.

– Promozione di azioni di supporto alle capacita’ di investimento e commercializzazione accelerata di nuove tecnologie (spin-off, venture capital).

La maggior parte delle ricerche condotte negli ultimi anni sia a livello nazionale che internazionale indicano chiaramente che le piccole e medie imprese trovano molti fattori inibitori all’adozione di nuove tecnologie, infatti le statistiche piu’ recenti sull’eBusiness in Italia confermano una significativa diffusione solo tra le imprese di maggiore dimensione.
L’utilizzo delle tecnologie digitali nella PMI per l’eBusiness e’ stato fino a questo momento rallentata per:
– assenza di un quadro giuridico chiaro e prevedibile (scarsa fiducia nei contratti stipulati via Internet);
– carenza di risorse umane tecnologicamente preparate ad operare in un’azienda digitalizzata;
– scarsa fiducia nei pagamenti elettronici;
– percezione di scarsa adattibilita’ ai mercati virtuali dei beni e servizi prodotti dall’azienda;
– percezione di un mercato di utenti ancora troppo ridotto;
– assenza di standard definiti e soluzioni informatiche pronte, che rendono l’investimento in tecnologia altamente rischioso;
– barriere della logistica;
– scarsa sicurezza nella rete;
– disponibilita’ e costo della larga banda.

Tali iniziative a favore delle PMI peraltro erano dovute specie a seguito della diffusione delle convenzioni Consip nel campo dell’approvvigionamento di beni e servizi della P.A. che ha prodotto pesanti contraccolpi nei confronti delle PMI che costituiscono l’ossatura del nostro sistema economico.
La sensazione prevalente e’ che questo sistema di acquisto non tiene conto di quello che il nostro Ministro Stanca definisce il “Sistema Paese”, mentre si fonda su una visione economica piuttosto “limitata” che ruota solo ed esclusivamente intorno alle Pubbliche Amministrazioni senza considerare l’esistenza di importanti realta’ economiche come le Piccole e Medie imprese.
E’ ovvio che solo grosse aziende possono stipulare convenzioni con la Consip e mantenere, quindi, inalterate per un certo periodo di tempo condizioni e prezzi di determinate categorie di beni, ma il “prezzo” complessivo di tale sistema in realta’ e’ molto alto: difatti dietro all’apparente risparmio realizzato dalla P.A., si nascondono delle inevitabili situazioni debitorie e fallimentari di tante piccole imprese con un bilancio complessivo economico del nostro paese sicuramente in rosso.

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