Seconda fase dell’e-Government: attuazione nei sistemi regionali
L’attuazione dell’e-government nei sistemi regionali, con l’obiettivo di favorire la concertazione e la partecipazione attiva degli attori locali alle politiche per la seconda fase dell’e-government, è il titolo dell’interessante convegno tenutosi oggi 9 dicembre presso la sala Tirreno della Regione Lazio.
L’evento ha costituito occasione per continuare il confronto ed il dialogo con le Regioni finalizzato a rafforzare la “visione condivisa” tra Centro e Sistemi Locali per attuare le politiche della seconda fase di attuazione dell’e-government.
Le politiche per favorire la diffusione dei servizi ai cittadini e alle imprese attraverso il riuso delle soluzioni, l’inclusione dei piccoli Comuni nei processi innovativi sono stati questi alcuni dei temi centrali della nuova fase dell’e-government sul territorio che sono stati affrontati nel corso della giornata. Si è fatto, inoltre, il punto sullo stato di attuazione dei progetti della Regione Lazio e sugli obiettivi per il futuro.
Nel corso del convegno il Ministro Stanca ed il Presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, hanno firmato la convenzione per la costituzione del Centro Regionale di Competenza del Lazio.
Il convegno, si inserisce nel ciclo di eventi su “L’attuazione dell’e-government nei sistemi regionali” promossi dal Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie, nell’ambito del Piano di Comunicazione per l’e-government realizzato dal Formez.
Il Convegno in argomento assume una particolare rilevanza in quanto costituisce un’occasione importante per fare il punto sull’attuazione del piano di e-government presso le realta’ locali.
Come e’ noto la prima fase di attuazione dell’e-government nelle Regioni e negli Enti locali si e’ sviluppata, tra ottobre 2001 ed aprile 2003, secondo tre linee di azione tra loro fortemente interrelate e cioe’ la promozione di progetti di e-government presso le Regioni e gli Enti locali volti allo sviluppo di servizi infrastrutturali (principalmente Regioni e Province) e di servizi finali per cittadini e imprese (principalmente Comuni e Comunita’ montane); la definizione di un comune quadro di riferimento tecnico, organizzativo e metodologico per la realizzazione dei progetti di e-government; la creazione, articolata su tutto il territorio nazionale, di centri regionali di competenza (CRC) per l’e-government, costituiti in collaborazione con Regioni ed Enti locali, ed aventi come principale obiettivo il sostegno alle Regioni ed agli Enti locali alla preparazione ed alla realizzazione di progetti di e-government.
La seconda fase dell’e-government ha come prerequisito la definizione di una visione strategica comune tra Stato, Regioni ed Enti locali, che e’ contenuta nel documento “L’e-government per un federalismo efficiente: una visione condivisa, una realizzazione cooperativaâ€.
In particolare bisogna tener conto che spesso i sistemi federati di settore, e, piu’ in generale le soluzioni di e-government, hanno un alto grado di replicabilita’ nei diversi territori regionali, cioe’ e’ possibile trasferire le soluzioni realizzate per una amministrazione, in un’altra amministrazione dello stesso tipo. Tale trasferimento può essere realizzato attraverso un accordo quadro a livello nazionale con Regioni, Comuni, Province e Comunita’ Montane. L’accordo quadro deve essere articolato, a livello nazionale, secondo azioni di settore, che vedono, per ogni settore, la condivisione delle amministrazioni centrali di riferimento, delle Regioni, dei Comuni, delle Province e delle Comunita’ Montane. I settori coinvolti sono quelli relativi ai principali sistemi federati, quali ad esempio il sistema del lavoro, della sanita’, del fisco, della cultura, dell’ambiente, della formazione.
Tali azioni devono avere come riferimento lo sviluppo ed il rafforzamento delle logiche di cooperazione gia’ promosse ed attuate nei progetti avviati con il primo avviso di e-government e dovranno consentire:
1. il coinvolgimento di tutte le amministrazioni pubbliche, mediante l’inclusione anche di quelle che non sono attualmente coinvolte nella realizzazione dei progetti di e-government. A tale proposito particolare attenzione verra’ posta nel favorire la partecipazione, in forma associata, dei piccoli Comuni.
2. La piena valorizzazione delle esperienze in corso di attuazione, con particolare riferimento a quelle che rappresentano gia’ oggi esempi significativi di cooperazione tra Regioni, Comuni, Province e Comunita’ Montane.
3. L’individuazione per ogni settore della o delle soluzioni di riferimento nell’ambito di quelle gia’ in corso di realizzazione.
Nella cornice di tale accordo quadro si collocano quelli che saranno gli strumenti di attuazione della seconda fase dell’e-government e cioe’ gli accordi di programma con le Regioni, relativi all’attuazione del piano nazionale in ogni singolo territorio regionale.
Tali accordi dovranno avere diverse caratteristiche tra cui: prevedere un insieme di azioni relative all’attuazione o al riuso dei principali “sistemi federati†di settore, secondo una determinata logica di condivisione e con l’obiettivo di realizzare il completamento di processi innovativi avviati con i progetti di e-government, sia per cio’ che riguarda la copertura dei servizi prioritari, sia per cio’ che riguarda le amministrazioni coinvolte; prevedere la condivisione e la partecipazione attiva di tutte le tipologie di enti locali del territorio: Comuni, Province, Comunita’ Montane; prevedere forme di cofinanziamento e garantire adeguate strutture di attuazione e gestione delle azioni previste, anche mediante l’utilizzo dei centri regionali di competenza per l’e-government e la societa’ dell’informazione.
Nei territori regionali nei quali non si verifichino le condizioni indicate, saranno previste modalita’ sussidiarie di intervento con l’obiettivo di garantire comunque il trasferimento delle soluzioni agli enti locali del territorio.
Per garantire la condivisione attiva degli Enti locali ai progetti previsti dagli Accordi di Programma Quadro (APQ), verra’ promossa una adeguata attivita’ di Comunicazione e di coinvolgimento preliminare alla sottoscrizione dell’accordo.
A tal fine e’ necessaria la costituzione, ove non gia’ costituiti, di tavoli permanenti di concertazione tra le Regioni e le diverse tipologie di Enti locali e/o delle loro rappresentanze.
La seconda fase di attuazione dell’e-government ha, quindi, come obiettivo principale l’allargamento alla maggior parte delle amministrazioni locali dei processi di innovazione gia’ avviati, sia per cio’ che riguarda la realizzazione dei servizi per cittadini e imprese, sia per cio’ che riguarda la realizzazione di servizi infrastrutturali in tutti i territori regionali. Essa prevede anche la realizzazione di servizi on-line per promuovere la cittadinanza digitale e specifiche misure per l’inclusione dei piccoli Comuni, per la promozione dell’utilizzo dei servizi on-line e per la formazione e l’assistenza agli Enti locali.
Essa prevede pertanto la realizzazione di cinque linee di azione:
1. Lo sviluppo dei servizi infrastrutturali locali (SPC).
2. Diffusione territoriale dei servizi per cittadini ed imprese.
3. L’inclusione dei Comuni piccoli nell’attuazione dell’ e-government.
4. L’avviamento di progetti per lo sviluppo della cittadinanza digitale (e-democracy).
5. La promozione dell’utilizzo dei nuovi servizi presso cittadini e imprese.
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