Stanca, non sono per la brevettabilita’ del software
Lo ha detto al nostro inviato Gerardo Cavaliere, in occasione del “Primo Forum sul Mezzogiorno dalle Risorse Umane alla sfida dell’Innovazione tecnologica†tenutosi a Foggia il 16 gennaio scorso, il Ministro per l’Innovazione Tecnologica, dott. Lucio Stanca: “Non sono schierato per la soluzione della brevettabilita’ del software, ma ho solo proposto di lasciare a una apposita Tavola Rotonda il dibattito in materiaâ€. Il Ministro ha parlato dell’importanza della ricerca e delle risorse umane per un futuro all’insegna dello sviluppo tecnologico.
Si e’ svolto il “Primo Forum sul Mezzogiorno dalle Risorse Umane alla sfida dell’Innovazione tecnologicaâ€, tenutosi a Foggia sotto l’egida dell’Universita’ degli Studi di Foggia. All’importante incontro sul futuro tecnologico del Sud d’Italia hanno preso parte rilevanti personalita’ del mondo politico e dell’Universita’ locale.
Dopo il saluto introduttivo del rettore dell’Universita’ Prof. Antonio Muscio si sono susseguiti gli interventi delle autorita’ presenti a Foggia per presenziare all’incontro: dott. Giovanni Copertino (in sostituzione dell’On. Raffaele Fitto, Presidente della Regione Puglia), l’On. Avv. Paolo Agostinacchio, Sindaco della Citta’ di Foggia, il Dott. Carmine Stallone, Presidente della Provincia di Foggia, Dott. Luigi Lepri, Presidente della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Foggia.
Gli interventi che si sono susseguiti nella giornata di lavori (moderata altresi’ dalla Dott.ssa Lucia Annunziata, presidente della RAI) hanno messo in evidenza da un lato i grossi ritardi che il nostro territorio ancora registra in questi tempi, ma, dall’altro lato, hanno snocciolato i numeri dei diversi progetti di innovazione tecnologica che si stanno avvicendando in tutto il Sud Italia e in particolare nella Provincia di Foggia.
Dal primo punto di vista, per quanto concerne gli atavici ritardi che contraddistinguono il Meridione, non sono potuti mancare i record negativi della diffusione delle nuove tecnologie fra la gente. Di rilievo il dato espresso dal dott. Stallone in merito alla scarsa penetrazione della banda larga nella Capitanata: mentre il 55% del territorio dispone di collegamenti in HDSL, solo il 25% della popolazione della Provincia di Foggia ha un alaccio ADSL per il collegamento in rete. Altro dato negativo – questo pero’ non tanto statistico, quanto sociale – e’ stato quello della scarsa incidenza dell’innovazione tecnologica nel substrato della societa’. Il territorio del nostro Meridione dimostra scarsa curiosita’ nei confronti degli stimoli provenienti dall’innovazione tecnologica e – in una sorta di misoneismo all’antica – si dimostra scettico sui vantaggi che, invece, da piu’ parti si registrano per il miglioramento dei servizi ai cittadini.
L’apaticita’ che contraddistingue il Sud genera un pericolosissimo gap tecnologico. Di fronte a questo rischio che si va man mano realizzandosi l’unica via che si puo’ perseguire e’ quella di offrire a tutti la concreta opportunita’ di entrare nello sviluppo della Tecno-scienza odierna. Ecco il perche’ del Forum organizzato a Foggia: e’ proprio dalla Capitanata che deve partire una forte spinta di innovazione che ha lo scopo di raggiungere ogni cittadino. Bisogna indurre, pertanto, tutti gli attori dello sviluppo ad aprirsi all’innovazione e all’internazionalizzazione.
Cosi’ si e’ espresso il dott. Giovanni Copertino, il quale ha affermato che le istituzioni pubbliche possono fare molto per la penetrazione dell’innovazione tecnologica anche nella parte piu’ bassa della societa’. La Regione Puglia – da una parte – si e’ impegnata e si impegna in futuro a fare dello sviluppo il punto di forza della propria politica (a tal fine sono state firmate numerose intese e altrettanti protocolli per l’innovazione tecnologica); d’altra parte, l’Universita’ ha enormi compiti e rilevanti responsabilita’ nella diffusione della tecnologia. Quest’ultimo punto e’ stato sottolineato piu’ volte nello svolgimento del Forum.
L’Universita’ e’ la sede della crescita culturale dei giovani, che saranno e sono le risorse umane di cui il rinnovamento tecnologico ha bisogno. Questo aspetto e’ stato evidenziato numerose volte altresi’ dal Ministro Stanca, anche in conferenza stampa.
Ecco che si passa al lato piu’ ottimistico e positivo dello svolgimento del Forum.
Su questo aspetto ferme e decise sono state le risposte di tutti i relatori. A partire dal Governo, scendendo fino al piu’ piccolo Comune della Capitanata (che e’ Carlantino) gli Enti Pubblici danno l’input per l’innovazione tecnologica. Fra i numerosi progetti in corso (per esempio, il progetto Daunia Valley) e quelli di futura attuazione si respira un’aria di forte sviluppo e di informatizzazione della societa’ che mai si era vista prima nelle zone del Sud Italia.
La spinta che in questo senso sta dando il Governo e’ di palese evidenza. Nel rapporto MIT Un anno di Innovazione Tecnologica dell’anno 2003, si indicano tutti i progetti raggiunti dal Ministero per l’Innovazione Tecnologica (in collaborazione con altri Ministeri), fra cui i sussidi economici per gli studenti sedicenni all’acquisto di un PC, i servizi di telemedicina, il filtro per contenuti dannosi per i minori su Internet, ecc. Sembra effettivamente che lo Stato si sia dato realmente da fare per superare quel famoso “digital divide†di cui si sente tanto parlare e che e’ cosi’ palpabile nel Sud.
Di fronte a questi dati, pero’, sorgono spontanee alcune perplessita’.
In primo luogo, come conciliare queste (di sicuro ottime) proposte per l’innovazione dell’Italia, con altre che porterebbero probabilmente alla restrizione dei mercati a un piu’ alto costo di accesso per la collettivita’. Si fa esplicito riferimento al caso “brevettabilita’ del softwareâ€. Proprio alcuni giorni fa, il Ministro Lucio Stanca ha dichiarato di voler aprire un tavolo di lavoro sulla brevettabilita’ del software nell’ambito del sistema Italia, “dove preponderante e’ il tessuto economico delle piccole e medie impreseâ€. Seguendo questa strada, ha affermato il Ministro, “e’ possibile definire un quadro di intervento, anche normativo, che consenta di evitare pericolose discrasie o radicalizzazioni nel settore dell’Information Technologyâ€.
Signor Ministro, Lei ha proposto una tavola rotonda per la brevettabilita’ del software. Da piu’ parti, pero’, si sollevano critiche su questo nuovo modello, poiche’ si rischierebbe di aumentare i costi dei software e, di conseguenza, i prezzi di accesso alle tecnologie per la collettivita’. Ritiene fondate queste paure?
Sono consapevole delle diatribe in corso sull’argomento, ma non credo si debba essere pregiudizievoli in questa materia. Sembra che negli Stati Uniti d’America il modello brevettuale del software stia dando buoni risultati e ritengo sia possibile affrontare il discorso anche in Italia.
La scelta che Lei vuole dunque discutere con i maggiori attori del settore non rischia, pero’, di diventare controproducente per il Suo Ministero, cosi’ aperto ad avvicinare lo Stato ai cittadini?
Tengo a precisare in merito che non sono schierato per la soluzione della brevettabilita’ del software, ma ho solo proposto di lasciare a una apposita Tavola Rotonda il dibattito in materia. Con questa proposta ho voluto solamente seguire il recente dibattito apertosi sulla proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa alla brevettabilita’ delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici. Sono consapevole delle difficolta’ per una Nazione come l’Italia (decisamente orientata per il diritto d’autore) di introdurre il discorso brevettuale. E’ pero’ opportuno non chiudersi dietro a rigidi schemi e, anzi, intavolare una discussione sul punto, dopo di che si potra’ in qualche modo cogliere diversi e maggiori spunti di riflessione.
In conclusione della giornata di lavori, il Ministro ha riassunto quelli che sono i tre punti fondamentali su cui basare lo sviluppo tecnologicamente orientato del Belpaese: 1) l’Italia deve investire di piu’ in ricerca (solo l’uno per cento del PIL e’ investito in tal senso, contro la media europea dello 1,99%); 2) si deve cercare di avvicinare i due mondi dell’Universita’ e delle imprese, ambienti che da sempre sono fra loro distanti e inconciliabili. Bisogna educare queste due realta’ a lavorare insieme; 3) e’ opportuno agire sulla crescita di “distretti tecnologici†per rendere reale l’innovazione tecnologica nel nostro Paese, infatti solo incidendo inizialmente sulle piccole realta’ territoriali si potra’ in seguito espandere il lavoro fatto dai distretti nell’ambito dell’intera collettivita’.
Di rilievo, infine, l’intervento svolto dal Prof. Abriani, dell’Universita’ di Foggia, sul tema “L’innovazione nella governance delle impreseâ€, cui abbiamo chiesto alcune domande.
Egregio Professore ritiene che – dopo gli anni dei primi boom economici della new economy – si possa davvero parlare di un ritorno all’antico, alla old economy, cancellando il periodo dell’esplosione commerciale di Internet come una bella esperienza?
Non credo si debba parlare in questi termini di una svolta importante per l’economia dei Paesi Occidentali, come e’ stata quella della new economy. Ritengo piuttosto opportuno mettere in luce come l’innovazione tecnologica abbia inciso nei rapporti di gestione, cooperazione e interrelazione con i fornitori. Bisogna imparare da quell’esperienza l’importante elemento dell’innovazione strutturale, realizzata grazie ai nuovi mezzi tecnologici. Solo attraverso una corretta innovazione strutturale si puo’ realmente innovare l’economia.
Come crede che sara’ l’impatto delle nuove riforme societarie (mi riferisco alle possibilita’ di effettuare videoconferenze per l’approvazione di bilanci, ecc.) sulle PMI, di solito restie a recepire queste innovazioni?
Sono convinto che – seppure con qualche difficolta’ iniziale – le PMI sfrutteranno le nuove tecnologie, cosi’ come sono state recepite dalla recente riforma societaria. Si spera che le numerose opportunita’ di sviluppo che conseguono a questa riforma vengano prese in seria considerazione da tutti gli operatori del settore. Sarebbe un peccato che cio’ non accada per l’intero sviluppo delle imprese italiane.
[Gerardo Cavaliere, riproduzione riservata]
Scritto da
Commenta!