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La banda larga si difende

4 Febbraio 2004 Commenta

La nuova rete di comunicazione integrata interforze a larga banda del Ministero della Difesa sarà realizzata da Fastweb e Alcatel. La consegna del progetto, che ha un valore di 25 mln di euro, e’ prevista per la fine del 2004.
Le 2 societa’, riunite in associazione temporanea d’impresa, provvederanno alla completa fornitura della rete, dalla progettazione all’installazione, fino alla gestione delle infrastrutture e manutenzione. Nella fase iniziale verra’ realizzato un anello in fibra ottica di circa 1.500 chilometri lungo le due direttrici Roma-Firenze-Ferrara-Padova-Milano e Roma-Grosseto-Livorno-La Spezia.
La nuova rete, denominata R.I.F.O.N. (Rete Interforze in Fibra Ottica Nazionale), utilizzera’ la tecnologia ottica di Alcatel e i servizi di telecomunicazione a banda larga sviluppati da Fastweb. Consentira’ una vasta gamma di servizi in voce, in video e in dati, secondo i piu’ rigorosi ed elevati criteri di sicurezza.
Come ricordano i portavoce di Alcatel e Fastweb, questo prestigioso contratto conferma l’efficacia delle soluzioni proposte dalle due aziende nei rispettivi settori tecnologici. Alcatel e’ presente, con le proprie soluzioni, in almeno 130 paesi ed e’ notoriamente un’azienda leader nel settore delle reti a banda larga. Fastweb offre, in molte citta’ italiane, servizi innovativi di telecomunicazione basati su fibra ottica e su ADSL.

Anche il Ministero della Difesa, notoriamente molto evoluto nel settore delle telecomunicazioni, ma attento anche ai problemi di sicurezza, si lancia nel settore della banda larga e lo fa in grande servendosi di un binomio d’eccellenza come Alcatel e Fastweb.
E’ noto come con la larga banda, il mondo degli utenti potra’ avere accesso ad un’offerta di servizi potenzialmente illimitata; la trasformazione di tali potenzialita’ in servizi realmente fruibili dipendera’ strettamente dall’entita’ e dalla qualita’ degli interventi che saranno effettuati sulla domanda e sull’offerta di infrastrutture, contenuti e servizi.
Il mercato per la larga banda e’ ancora in una fase iniziale, le tecnologie, i servizi e la domanda sono ancora in uno stato nascente.
Un impulso forte alla diffusione della larga banda si sta avendo sia da parte dell’industria delle telecomunicazioni, sia da parte dell’industria dei contenuti. Entrambi i settori stanno attraversando un periodo di difficolta’, condizionato da mutamenti strutturali del mercato: gli operatori di telecomunicazioni stanno soffrendo un calo marcato di redditivita’ nel comparto voce; i fornitori di servizi e contenuti riscontrano una significativa riduzione dei ricavi pubblicitari.

In aggiunta, il mobile di terza generazione (UMTS), potra’ avere uno sviluppo sostenibile in termini di infrastruttura e servizi, solo se combinato alla crescita del larga banda “wired”: la necessita’ di conseguire economie di scala e di esperienza non consente ai due comparti una crescita disgiunta.
La diffusione delle infrastrutture delle reti di telecomunicazione e’ un fattore decisivo per il superamento del digital divide di aree territoriali caratterizzate da un minore sviluppo economico e per la crescita della competitivita’ dell’intero sistema.
Occorrera’ pertanto assicurare elementi di contesto (politico, economico, normativo, ecc.) affinche’ la diffusione della larga banda possa realmente rappresentare uno strumento di riduzione del digital divide.
In questa prospettiva, una problematica di natura sistemica come l’introduzione della larga banda, va necessariamente configurata in un quadro chiaro di politica industriale; senza un ruolo di indirizzo, coordinamento e stimolo degli investimenti e della domanda, i tentativi di lasciare completamente alle dinamiche di mercato lo sviluppo dei sistemi di comunicazione, non hanno portato risultati soddisfacenti.
L’intervento del Governo in tale ambito deve evitare la creazione di un “gap” tecnologico ed economico (ampliamento del digital divide, isolamento tecnologico, ecc.) e la conseguente perdita di competitivita’ dell’intero sistema paese.
Per questi motivi il Ministro delle Comunicazioni e il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie hanno costituito una Commissione interministeriale di studio (Task Force) con Decreto Ministeriale del 14 settembre 2001 ed un Comitato esecutivo per la diffusione e lo sviluppo della larga banda che ha predisposto uno specifico studio che ha l’obiettivo di attivare un’azione finalizzata a stimolare un circolo virtuoso di interazioni reciproche tra la diffusione di servizi applicativi e lo sviluppo il piu’ possibile omogeneo e tempestivo di infrastrutture in grado di veicolarli.

La posizione del Governo Italiano e’ in linea con le piu’ recenti conclusioni raggiunte dalla Commissione europea (Comunicazione per il Consiglio europeo di Barcellona, Brussels 15.1.2002), la quale ha definito la larga banda un fattore chiave per lo sviluppo economico dell’Europa, raccomandando il 2005 come target per un’ampia e diffusa disponibilita’ delle tecnologie a larga banda in tutta l’Unione europea.
In quest’ottica la Commissione ha individuato cinque direttici di intervento del Governo per la diffusione della banda larga e cioe’ lo sviluppo di infrastrutture e tecnologie, il sostegno della domanda e dell’offerta di larga banda, interventi per la diffusione di servizi digitali, interventi di carattere regolatorio, attivazione di strumenti di monitoraggio.

Secondo la Task Force la concorrenza non puo’ da sola garantire il raggiungimento di un obiettivo ambizioso e condizionato da un numero elevato di variabili come la diffusione della larga banda, pur costituendo un motore importante ed efficace.
Tale obiettivo deve essere inquadrato in un modello basato sulla selettivita’ per cui piu’ che realizzare infrastrutture, e’ opportuno attuare interventi di tipo indiretto, atti a stimolare la domanda e l’offerta con un ruolo attivo della P.A. nella domanda di banda e nell’offerta di servizi digitali (e-government).

La banda larga, difatti, si presta a diverse applicazioni particolarmente utili ed innovative come: la “presenza virtuale”, ed in particolare teleconferenza, teledidattica, telemedicina, telelavoro, telesorveglianza (queste applicazioni sono particolarmente importanti in quanto possono indurre un cambio radicale nel rapporto tra i soggetti coinvolti nella comunicazione, dando cosi’ luogo a meccanismi di interazione innovativi.
Per quanto riguarda la formazione a distanza, per esempio, si puo’ pensare sia alla trasposizione dell’erogazione di corsi predefiniti in modalita’ remota, sia, come gia’ sta accadendo, a nuove modalita’ di apprendimento che prevedono un ruolo attivo degli studenti invece che la semplice fruizione dei contenuti); il “peer to peer” networking (che consiste nella creazione di comunita’ di utilizzatori che scambiano vicendevolmente informazioni e servizi in modo paritetico, talvolta avvalendosi di un coordinamento centralizzato e potrà svilupparsi particolarmente nel momento in cui si otterranno sistemi affidabili di tutela della proprieta’ intellettuale); lo “scambio di immagini digitali” amatoriali generate da apparecchiature a larga diffusione come le fotocamere e le videocamere digitali, che stanno conquistando quote di mercato sempre maggiori; la nascita e lo sviluppo di “nuove forme di distribuzione di contenuti”, quali video registrati e software, che per loro natura implicano il trasferimento di una grande mole di dati; la diffusione di “servizi ASP” Application Service Providing (l’ASP puo’ essere considerato un aspetto evoluto dell’outsourcing, in cui gli strumenti informatici, sia hardware che software, e le competenze professionali per la loro gestione non sono localizzate necessariamente nella sede degli utilizzatori ma possono risiedere invece nella sede del fornitore del servizio. Gli utilizzatori si avvalgono dei servizi forniti in modalita’ ASP attraverso i propri elaboratori con un elevato grado di interattivita’).

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