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Banda larga, importanti riconoscimenti comunitari per il Governo italiano

7 Maggio 2004 Commenta

L’Italia compie passi da gigante nella banda larga, ossia nella diffusione delle cosiddette “autostrade digitali”, a sostegno dell’innovazione. Lo ha riconosciuto la Commissione europea in un documento diffuso al Vertice comunitario dei Ministri delle Comunicazioni e della Societa’ dell’Informazione, dedicato alle politiche per la larga banda in corso a Dundalk (Irlanda): dal 2,82% del luglio scorso, infatti, si e’ gia’ arrivati al 4,8% della popolazione del gennaio 2004.
Il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca che guida la delegazione italiana ha commentato l’evento sostenendo che si tratta di un riconoscimento che premia e incoraggia la scelta che, tre anni fa, con il Ministro Maurizio Gasparri venne compiuta di imboccare la strada dell’innovazione come leva primaria e fattore strategico di competitivita’ individuando nella banda larga la condizione essenziale per sostenere lo sviluppo economico del Paese.
Citando il documento comunitario, Stanca ha rilevato che dal luglio 2003 al gennaio 2004 il nostro Paese ha registrato una crescita di circa 580 mila nuove linee: la seconda, sia in termini percentuali che assoluti, dopo la Francia.
Ancora piu’ positivi, ha detto il Ministro, sono i dati di crescita delle nuove linee a larga banda con tecnologie diverse dal DSL, per le quali l’Italia e’ il Paese che ha avuto il maggior incremento nell’Unione Europea.

Il Ministro Stanca ha illustrato al Vertice irlandese le linee politiche dell’azione italiana sul fronte della banda larga che si fondano su cinque diverse leve di sviluppo basate sulla differenziazione delle modalita’ di accesso, sul sostegno alla domanda privata, sulla valorizzazione del ruolo della domanda pubblica, sullo sviluppo di contenuti e servizi e sulle iniziative da attuare nelle aree territoriali svantaggiate.
In particolare, per quanto riguarda la differenziazione delle modalita’ d’accesso, Stanca ha tra l’altro reso noto che sono in corso iniziative per lo sviluppo dei servizi interattivi della televisione digitale terrestre, identificando applicazioni di T-Government da sostenere per estendere l’offerta di servizi pubblici anche sul televisore domestico.
Dopo aver ricordato che la seconda leva di sviluppo sui cui si e’ incentrata l’azione del Governo e’ stata diretta al sostegno alla domanda privata (contributo pubblico di 75 euro ai cittadini o alle imprese per nuovi collegamenti ad Internet in larga banda e di 150 euro per la diffusione, presso le famiglie, di set-top-box ricevitori dotati della funzione dell’interattivita’), Stanca ha sottolineato che la Pubblica amministrazione puo’ svolgere una importante funzione di volano.

Per questo la terza leva di sviluppo della larga banda attribuisce uno specifico ruolo alla domanda delle pubbliche amministrazioni italiane, con interventi come il nuovo Sistema Pubblico di Connettivita’ per la Pubblica Amministrazione italiana che, ha spiegato il Ministro, costituira’ l’infrastruttura per lo scambio di informazioni tra tutti gli uffici pubblici e fra questi e i cittadini e le imprese, con alti standard di sicurezza e qualita’.
Per capire la dimensione del mercato e della sua crescita e’ sufficiente fare un esempio con riferimento alle scuole italiane connesse alla larga banda, passate dal 20% del 2002 all’84% del mese scorso, consentendo di favorire la disponibilita’ di nuovi servizi didattici. Simili iniziative, inoltre, sono presenti in altri campi come il Servizio Sanitario Nazionale e la Ricerca Pubblica.

E’ noto che gli obiettivi principali del piano di e-government sono: migliorare l’efficacia e l’efficienza della P.A. facendo leva sull’innovazione tecnologica e garantendo, in particolar modo, ai cittadini l’accesso on line ai servizi erogati dalla P.A.; stimolare lo sviluppo del sistema paese diffondendo le nuove tecnologie ed in questo senso l’introduzione del sistema pubblico di connettivita’ basato sulla larga banda, assume una rilevanza fondamentale; garantire all’Italia un ruolo di primo piano nella elaborazione delle politiche europee e nella promozione della cooperazione internazionale sull’innovazione tecnologica.
Il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca ha dichiarato che il Governo prevede di stanziare tra i 1000 ed i 1200 milioni di euro per realizzare il nuovo sistema pubblico di connettivita’ definito come un modello architetturale che si fonda essenzialmente su servizi a larga banda, idoneo a garantire un rapido scambio di informazioni tra Pubblica Amministrazione centrale, Regioni ed Enti locali.
Per il Ministro questo nuovo sistema rappresenta un pilastro fondamentale per l’esecuzione del progetto di e-government e per lo sviluppo del Paese, sia in termini di crescita economica e culturale, sia in termini di qualita’ dei servizi offerti ai cittadini.
Il sistema pubblico di connettivita’ rappresenta la necessaria infrastruttura abilitante per l’erogazione dei servizi tra Pubblica Amministrazione Centrale e Locale, tra Pubblica Amministrazione e Imprese, tra Pubblica Amministrazione e Cittadino. Come risulta dal documento presentato dal Ministro Stanca (Linee guida del Governo per lo sviluppo della societa’ dell’Informazione nella legislatura) il Sistema Pubblico di connettivita’ e’ la naturale evoluzione della Rete Unitaria, che collega le Pubbliche Amministrazioni Centrali.
Ad esso potranno contribuire le reti regionali che garantiscono l’interconnessione tra e con le Pubbliche Amministrazioni Locali.

Il sistema si avvale di una molteplicita’ di fornitori operanti sul mercato, persegue l’obiettivo di realizzare un’infrastruttura per la connettivita’ degli Enti che costituiscono la Pubblica Amministrazione, e costituisce un’infrastruttura aperta all’interscambio sicuro ed efficiente anche con le imprese ed i cittadini.
Il sistema comprendera’ funzioni di supporto e di utilita’ generale (ad es. collegamento ad Internet, posta elettronica “sicura”, disponibilita’ di banche dati, “bacheche” dei servizi delle Amministrazioni, etc.); tra queste in particolare saranno presenti funzioni di cooperazione applicativa, che consistono in procedure che consentono a piu’ utenti della Rete di condividere ed, eventualmente, modificare informazioni appartenenti a piu’ Amministrazioni, fornendo, ad esempio, il necessario supporto informativo ed istruttorio alle decisioni, nella considerazione che la Rete deve prima di tutto consentire e garantire la condivisione delle informazioni, vero e proprio patrimonio pubblico, attualmente ancora gestito ed accessibile soltanto all’Amministrazione proprietaria dei dati e, dunque, ampiamente sottoutilizzato.
Ma l’introduzione della banda larga nasconde anche problematiche di natura sistemica che richiedono un quadro chiaro di politica industriale; senza un ruolo di indirizzo, coordinamento e stimolo degli investimenti e della domanda, i tentativi di lasciare completamente alle dinamiche di mercato lo sviluppo dei sistemi di comunicazione non porteranno a risultati soddisfacenti.

L’intervento del Governo in tale ambito deve evitare la creazione di un “gap” tecnologico ed economico (ampliamento del digital divide, isolamento tecnologico, ecc.) e la conseguente perdita di competitivita’ dell’intero sistema paese.
Per questi motivi il Ministro delle Comunicazioni e il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie hanno, sin dall’inizio, costituito una Commissione interministeriale di studio (Task Force) con Decreto Ministeriale del 14 settembre 2001 ed un Comitato esecutivo per la diffusione e lo sviluppo della larga banda che ha predisposto uno specifico studio che ha l’obiettivo di attivare un’azione finalizzata a stimolare un circolo virtuoso di interazioni reciproche tra la diffusione di servizi applicativi e lo sviluppo il piu’ possibile omogeneo e tempestivo di infrastrutture in grado di veicolarli.
La posizione del Governo Italiano e’ in linea con le piu’ recenti conclusioni raggiunte dalla Commissione europea (Comunicazione per il Consiglio europeo di Barcellona, Brussels 15.1.2002), la quale ha definito la larga banda un fattore chiave per lo sviluppo economico dell’Europa, raccomandando il 2005 come target per un’ampia e diffusa disponibilita’ delle tecnologie a larga banda in tutta l’Unione europea.
In quest’ottica la Commissione ha individuato cinque direttici di intervento del Governo per la diffusione della banda larga e cioe’ lo sviluppo di infrastrutture e tecnologie, il sostegno della domanda e dell’offerta di larga banda, interventi per la diffusione di servizi digitali, interventi di carattere regolatorio, attivazione di strumenti di monitoraggio.

Secondo la Task Force la concorrenza non puo’ da sola garantire il raggiungimento di un obiettivo ambizioso e condizionato da un numero elevato di variabili come la diffusione della larga banda, pur costituendo un motore importante ed efficace.
Tale obiettivo deve essere inquadrato in un modello basato sulla selettivita’ per cui piu’ che realizzare infrastrutture, e’ opportuno attuare interventi di tipo indiretto, atti a stimolare la domanda e l’offerta con un ruolo attivo della P.A. nella domanda di banda e nell’offerta di servizi digitali (e-government).
La banda larga, difatti, si presta a diverse applicazioni particolarmente utili ed innovative come: la “presenza virtuale”, ed in particolare teleconferenza, teledidattica, telemedicina, telelavoro, telesorveglianza.
Queste applicazioni sono particolarmente importanti in quanto possono indurre un cambio radicale nel rapporto tra i soggetti coinvolti nella comunicazione, dando cosi’ luogo a meccanismi di interazione innovativi.

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