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Forse in arrivo nuovo browser da Google. E la nostra privacy?

2 Novembre 2004 Commenta

Le dicerie attorno alla realizzazione di un nuovo browser griffato Google girano in rete ormai da circa sei mesi. Il nuovo gBrowser si fara’ o non? E quali potrebbero essere i potenziali rischi per la nostra privacy?


Tutto e’ nato ad aprile 2004, quando Google ha registrato il domain name gbrowser.com. Da quel momento in poi i commenti del popolo della rete si sono diretti a un’unica conclusione: Google entrera’ nel mondo dei browser.
Comunque dai piani alti dell’azienda di Mountain View non si sono mai avute conferme, bensi’ solo smentite. Strano per una societa’ che ha sempre seguito la filosofia di non commentare i rumors (dicerie) che si costruiscono attorno al fenomeno Google. La smentita di cui si parla e’ arrivata a inizio ottobre scorso, quando John Doerr, uno dei massimi investitori Google, ha affermato che non vi sono progetti relativi all’ingresso del crawler piu’ famoso del mondo nel mercato dei browser.
Ma la risposta di Doerr, si’ come il silenzio mantenuto da Google fino a ora sulle dicerie relative a gBrowser non possono che svelare un plausibile interesse dell’azienda per un mercato davvero interessante. Il settore, infatti, e’ dominato da Microsoft con il suo onnipresente Internet Explorer, ma la concorrenza e’ forte. Oltre al piu’ famoso Netscape, vi sono altri programmi che trovano un notevole favore da parte del pubblico mondiale. Si tratta di Opera, Mozilla e Firefox (derivato da Mozilla), ultimo arrivato, ma scaricato gia’ da un milione di persone nelle prime 100 ore di distribuzione.
La (ipotizzata) mossa di Google potrebbe essere diretta proprio in questo senso. Inoltre, l’azienda di Mountain View ha gia’ sfornato programmi che possono sicuramente affiancare un potente browser. Si pensi alla posta elettronica (Gmail), alle applicazioni per il browser (Toolbar), a quelle per la ricerca in locale (Desktop Search), a quelle per la gestione delle immagini (Picasa), per non parlare dei blog, newsgroup e il futuro servizio di Insatant Messaging.
Tutti questi ingredienti potrebbero contribuire alla realizzazione di un prodotto succulento e appagante per l’utente, il quale troverebbe programmi di estrema utilita’ integrati in un unico browser. Queste sono solo congetture, lo si ripete. Ma si puo’ con fiducia ritenere che, almeno di sfuggita, in Google abbiano pensato a un progetto simile.
La comunita’ di Internet, pero’, si chiede quale potrebbe essere la particolarita’ di gBrowser fra tutti gli altri programmi per sfogliare pagine web. Alcuni ritengono che il browser sara’ un classico programma che offre la visualizzazione di pagine; altri, invece, osano affermare che vi potrebbero essere delle particolari funzionalita’ nel browser in linea con i recenti orientamenti di Google. Si fa riferimento alla gestione raffinata che Google fa dei dati inseriti dagli utenti.

Ma questa medesima gestione dei dati ha sollevato problemi di privacy nel passato. Si pensi, per esempio, a Gmail, che tante critiche ha suscitato per la sua particolare forma pubblicitaria all’interno dei messaggi di posta elettronica.
Oppure si pensi alla Toolbar di Google, in relazione alla quale recentemente e’ trapelata una grave notizia sulla scarsa affidabilita’ in tema di sicurezza.
Il dato, pero’, e’ di vitale importanza per Google. Senza di esso, non potrebbe essere fornito quel servizio che tutta la comunita’ di Internet apprezza calorosamente. Ma fino a che punto l’utente e’ disposto a mettere a disposizione le proprie informazioni? Vi e’ un limite di affidamento dopo il quale il servizio offerto non corrisponde alle aspettative dei clienti? Il tema e’ denso di contenuti e sfaccettature. Pertanto non puo’ che essere svolta una panoramica sui comportamenti degli utenti.
Si puo’ affermare che una buona parte di navigatori e’ disposta a sottoporre le proprie informazioni a una serie di robot che indirizzano la pubblicita’ in funzione delle proprie preferenze, per esempio. Dall’altro lato, una altrettanto grande parte di utenti ritiene che l’invasione di determinati programmi attentino alla propria riservatezza, che dovrebbe essere maggiormente tutelata dalla legge. Il nuovo Codice in materia di trattamento dei dati personali (d.lgs. 196/03) potrebbe essere definito un ottimo strumento per effettuare tale protezione.

D’altra parte la prima categoria di utenti non e’ cosi’ preoccupata dalla diffusione di programmi che utilizzano i dati personali per condurre indagini statistiche o favorire e accelerare la ricerca condotta da un utente. Il servizio che viene reso al navigatore potrebbe giustificare una compressione del diritto di privatezza fornito dal nostro ordinamento giuridico.
In questo contesto si pone il mondo dei servizi offerti da Google. Sta a noi decidere quale strada seguire in questa scissione di orientamenti, sempre tenendo a distanza tutti quei sistemi che rubano informazioni senza il nostro consenso.

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