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Dati personali la moneta forte (€D) del nuovo mercato

25 Luglio 2005 Commenta

“Prenota la prova” dell’auto Daimler-Chrysler, accedi a “MYCOSTA”, registrati alla “Newsletter” di Lastminute, lascia i tuoi dati personali e sarai contattato.

Questa la strategia marketing di alcuni importanti gruppi che, vedendo calare le vendite secondo le vie tradizionali, passano all’attacco sul web.
Il contro valore per questi servizi?? i nostri dati personali che sfrecciano nella rete, passando di mano in mano, insieme alla “profilazione” delle abitudini, desideri, gusti, relazioni sociali.


Mero spunto di questa riflessione e’ un (vecchio) articolo del 26 maggio 2005 su ItaliaOggi dal titolo “Marchi alla riscossa sul web” che tesse le lodi dei manager di grandi aziende come Daimler-Chrysler, Costa crociere, American Express e Lastminute e plaude ai loro metodi.
“Nel mirino finiscono clienti potenziali” dice Marco Luca Pigliacelli di Daimler-Chrysler, mentre Daniele Mancini di Costa crociere lusinga il metodo con cui “profila” un cliente sul web: “…il sistema rilascia un cookie che si inserisce nel pc del navigatore. Cosi’ monitoriamo i siti che visita, i suoi hobby e da quali portali e’ arrivato al nostro”



Dunque siamo nel “mirino” e veniamo “monitorati”! ma questo lo sappiamo gia’!



A ben guardare nella versione in italiano del sito di Lastminute, manca totalmente l’informativa sul trattamento dei dati personali per l’invio della Newsletter.
Correttamente Daimler-Chrysler scrive l’informativa e la presenta prima della raccolta dei dati (chissa’ perche’ diversa per ogni “brand”!!?) e pubblica una privacy policy. Anche qui si utilizzano un cookie, definito dall’informativa  “temporaneo” … durata dichiarata 2 anni!!
Costa crociere mette l’informativa in fondo, dopo il form per la raccolta dei dati, non scrive nessuna privacy policy e nell’informativa oltre a dichiarare che i dati serviranno ad “analizzare il profilo della clientela, le abitudini e le preferenze in tema di vacanze”, indica che “i dati potranno essere comunicati a … societa’ controllate e/o collegate, a persone [a chiunque individuato dall’azienda] … anche all’estero …”. Certo possiamo scegliere – ma proprio in fondo in fondo all’informativa e barrando noi una piccola casella (dovrebbe essere esattamente il contrario) – di non ricevere proposte commerciali da Costa crociere oppure da “societa’ di comprovata professionalita’ e serieta’”, anche per sondaggi telefonici.



Torniamo a Daimler-Chrysler. Difficile trovare chi – proprio perche’ chiede di prenotare la prova di una superba Jeep – non sia disponibile a farsi rintracciare: quindi indirizzo, telefono di casa/cellulare, e-mail, professione. Ma cosa succede dopo il click d’invio?


Non potendo in alcun modo differenziare il conferimento dei dati esclusivamente per la prova dell’auto dall’uso per altre e variegate finalita’ commerciali, questi saranno utilizzati per “fornire informazioni commerciali e/o promozionali, inviare materiale pubblicitario circa prodotti, servizi … anche via telefono, a mezzo fax e posta ordinaria ed elettronica [rimane il piccione viaggiatore] … i dati potranno essere comunicati [a tutto il gruppo, officine comprese] … nonche’ a [indeterminate] societa’ specializzate in marketing e campagne promozionali …”.


Tradotto, i Nostri dati, veloci come saette attraverseranno la rete per essere “comunicati” a un variegato mondo di persone o aziende che non aspettano altro che di avere a disposizione la “profilazione” di potenziali clienti, ricordate … quelli “nel mirino”, e il consenso per chiamarli a casa o telefonino per proporre qualsiasi cosa (“profilazione” = un “puzzle” di informazioni, minuziosamente raccolte da fonti diverse e scrupolosamente conservate, che descrivono il nostro essere e le relazioni sociali; tante tesserine che messe una vicino all’altra formano il “mio” volto: … chi sono, figli, porto gli occhiali, uso la bicicletta, abito in affitto, vacanza con il cane, professione, reddito, ecc. … ma proprio ecc.).



Cara ci costa questa prova, la newsletter e tutti i gadget cosi’ distribuiti… paghiamo in moneta forte – i nostri dati personali – quotati come un titolo sul nuovo mercato del marketing web e tradizionale.
Tranquilli non finisce qui.
Paghiamo in EuroDati (€D) quello che e’ (solo) offerto come gratuito; pagheremo ancora e ancora – con gli interessi – quando proveremo a respingere sconosciute persone o aziende che conoscendo bene il nostro profilo – cioe’ conoscendo di noi quello che noi stessi stentiamo a ricordare – busseranno alla porta, manderanno un’e-mail, proporranno un sondaggio telefonico, ecc.
Chi incassa i nostri EuroDati (€D) sono i grandi gruppi che contando sull’effetto gadget (… forse “uno su mille c’e’ la fa” che a fare la prova della Jeep), omettendo o velando una informativa, sfruttano per mere finalita’ commerciali informazioni preziose; aziende che incassano una seconda volta – qui in Euro sonanti – quando “comunicano” a terzi i nostri dati personali, le singole tessere del puzzle della nostra vita.



Un adagio del Garante per la protezione dei dati personali dice … “La Tua firma, non e’ una firmetta”.



Leggiamo sempre prima l’informativa, ragioniamo quel che c’e’ scritto. Diffidiamo delle aziende che dicono “firmi qui per la privacy” oppure semplicemente “I Tuoi dati saranno trattati nel pieno rispetto della legge sulla privacy” … detto cosi’ non significa proprio nulla… solo EuroDati (€D).

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