Libia, caos e censura
La rivolta popolare in Libia viene oscurata cercando di censurare tutti i possibili mezzi di comunicazione.
BANGHAZI (LIBYA). La sanguinosa rivolta popolare in Libia contro Gheddafi ha segnato già la vita di 84 persone, morte negli scontri in strada.
E’ a Bengasi il fulcro della rivolta, a oltre mille chilometri dalla capitale Tripoli, contro cui sono rivolte le insofferenze della popolazione. Per cercare di oscurare al massimo la circolazione delle informazioni nel resto del mondo, in Libia risultano già bloccate le linee telefoniche cellulari, oltre a un black-out generale dei collegamenti a Internet. Fonti giornalistiche internazionali rivelano che la censura riguarda oltre ai classici siti di social network (Twitter e Facebook), anche siti di informazione come quello di Al Jazeera.
Anche i blogger vengono messi in disparte. Anzi è giunta la notizia dell’arresto del blogger Mohammed al-Ashim Masmari, immediatamente dopo aver rilasciato alcune interviste ad alcune stazioni televisive satellitari.
[Gerardo Antonio Cavaliere, StudioCelentano.it, riproduzione riservata]
Scritto da Redazione StudioCelentano.it
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