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Wearables, attesa forte diffusione entro 5 anni

29 Marzo 2018 Commenta

I wearables conquisteranno il mercato entro massimo 5 anni. I dispositivi di punta rimarranno gli smartwatch. Ecco le previsioni.

Wearables

I wearables, che prendono il nome dalla loro caratteristica principale, ossia quella di poter essere indossati avranno una forte diffusione sul mercato entro i prossimi anni. Gli articoli di punta di questa sezione rimarranno gli smartwatch.

Stando alle stime elaborate e diffuse da IDC i volumi di vendita aumenteranno in media del 13.4%  durante i prossimi anni. Si stima che saranno venduti circa 220 milioni di dispositivi indossabili durante il 2022. Di questi 220 milioni stimati circa il 40% saranno smartwatch, che si confermeranno così come i dispositivi in grado di trainare questo particolare mercato. Gli smartwatch rappresentano i wearables più apprezzati dagli utenti. Il successo di questi dispositivi è da ricercare nelle numerose funzionalità legate al fitness, dalla possibilità di essere utilizzati per effettuare pagamenti e non per ultimo dalla possibilità di interagire con il proprio smartphone per la lettura gestione di notifiche e messaggi.

Alcuni smartwatch diventano quasi completamente indipendenti dallo smartphone grazie alla connettività cellulare integrate al loro interno.

Tornando alle cifre diffuse si nota che dal 2018 al 2022 si prevede un aumento del 17.9% nel numero di smartwatch venduti. Il volume di unità venduti passerà dai 43.6 milioni di pezzi previsti per il 2018 agli 84.1 milioni di unità previste per il 2022. Una crescita annuale simile è prevista anche per gli orologi tradizionali con funzionalità smart. Per quegli articoli si prevede di vendere nel 2022 48.2 milioni di unità con un aumento medio annuale del 16.4%.

Alcune sottocategorie wearable risultano particolarmente interessanti. Una certa staticità viene invece pronosticata per i braccialetti fitness tradizionali. Nel loro caso la quota di mercato entro i prossimi 5 anni dovrebbe diminuire dal 36% al 22%.

Scritto da Michele Bellotti

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