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Scandalo Facebook, spiava alcuni account

4 Febbraio 2019 Commenta

Nuovo scandalo coinvolge Facebook. Spiava alcuni utenti, dietro una retribuzione di 20 dollari al mese. Ecco i dettagli.

Facebook ResearchUn nuovo scandalo sta interessando Facebook proprio in questi giorni. Lo scandalo è nato a seguito della scoperta di un programma di ricerca mantenuto segreto. Questo programma era stato lanciato per registrare le azioni compiute dagli utenti con il proprio smartphone, al fine di studiarne e analizzarne le abitudini. Il programma, con il nome di Facebook Research era stato reso disponibile si su Android che su iOS. Tramite questo programma venivano arruolati dei volontari, tra i 13 e i 25 anni, che dietro ad un compenso mensile di 20 dollari, avrebbero condiviso con Facebook tutti i loro dati transitati sul dispositivo.

Facebook aveva già mostrato in passato un notevole interesse nei confronti della raccolta dei dati relativi agli utenti, utilizzando un servizio VPN acquisito nel 2013 di nome Onavo Project. Con Facebook Research però l’azienda ha fatto un notevole salto di qualità, avendo accesso diretto a tutti i dati inviati dal dispositivo di chi collaborava con il progetto.

Per poter funzionare dovutamente l’utente doveva installare un certificato di root, lo stesso che utilizzano le aziende per monitorare i dispositivi dei dipendenti. Così facendo, tramite l’autorizzazione di questi certificati Facebook era in grado di accedere a tutti i dati trasmessi sul dispositivo (email, cronologia internet, messaggi) e non solo a quelli inerenti all’attività svolta sul Social.

Il vero scandalo sembra dipendere dai termini del programma, ritenuti poco chiari, perché mancavano di specificare l’effettiva mole di dati che sarebbero stati raccolti. Tra le altre cose il certificato di root richiesto era in aperto contrasto con i termini di Apple che consentono l’uso dei certificati esclusivamente in ambito aziendale.

Scritto da Michele Bellotti

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