TripAdvisor, la piaga delle false recensioni
TripAdvisor pubblica il suo primo report ufficiale. Le recensioni false rappresentano un problema sempre più serio.
TripAdvisor ha intrapreso una serrata attività di controllo sulle recensioni inserite all’interno del portale. Durante lo scorso anno sono state quasi 35 mila le attività che hanno ricevuto una penalizzazione per l’inserimento (diretto o indiretto) di recensioni false. Le recensioni false vengono inserite con l’obiettivo di migliorare la reputazione delle aziende (o per peggiorare quella delle concorrenza) .
L’azienda ha pubblicato per la prima volta un report dettagliato che analizza proprio le recensioni inserite dagli utenti. Il report rivela che 1 recensione ogni 50 è falsa. Nel 2018 le recensioni risultate false sono state 1.4 milioni su un totale di 66 milioni di recensioni pubblicate. Le false rappresentano circa il 2%. Grazie all’impiego di algoritmi automatici e dell’intervento umano è stato possibile bloccare tre quarti delle recensioni fasulle prima ancora della pubblicazione.
TripAdvisor è indubbiamente un importante punto di riferimento nell’ambito dei viaggi, utile per l’individuazione di locali, hotel e altre attività. Non sorprende che alcune aziende spingano per ottenere recensioni positive a tutti i costi. Il problema è molto più grave ed esteso di quanto potrebbe sembrare. Esistono addirittura società che offrono recensioni false dietro compenso. Questo tipo di attività danneggia gli utenti ma anche TripAdvisor che finisce per perdere credibilità.
Un dirigente di TripAdvisor, Becky Foley si è espresso sulla vicenda, confermando gli sforzi fatti dalla società per cercare di arginare questo problema. “Abbiamo continuato ad estendere i nostri sforzi compiuti nel rilevamento delle frodi negli ultimi anni, ma è una battaglia quotidiana e sappiamo che siamo ancora lontani dalla soluzione definitiva”.
Foley ha anche chiesto indirettamente aiuto alle grandi piattaforme del web, così da creare un fronte comune contro il problema delle fake reviews. “Se le altre piattaforme non intraprendono azioni aggressive, chi commette le frodi continuerà a sfruttare i sistemi derubando le piccole realtà. È necessario che altre piattaforme come Google e Facebook scendano in campo e affrontino il problema“.
Scritto da Michele Bellotti
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