La dipendenza dai videogiochi è una patologia seria che minaccia tutti ma specialmente i minorenni.

La dipendenza dai videogiochi può trasformarsi in una vera e propria patologia. A dirlo sono studi scientifici e l’esperienza diretta di vari medici. Quello che dovrebbe essere un passatempo può diventare una ossessione. Tutti sono potenzialmente esposti a questa dipendenza, ma il rischio più elevato lo corrono i più giovani.

La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito la dipendenza dai videogiochi tra i disturbi mentale. Il dibattito medico è ancora molto acceso e i pareri sulla prevenzione e sulla cura di questa patologia sono molto discordanti. L’American Psychiatry Association ha da poco pubblicato un manuale in cui nega apertamente l’appartenenza di questa dipendenza alla lista dei disturbi mentali, pur riservandosi di effettuare ulteriori studi sull’argomento.

La risposta di alcuni Paesi è stata invece molto forte, con l’apertura di veri e propri centri privati di disintossicazione, utili per curare i pazienti affetti da questa patologia.

Fra questi troviamo in prima linea la Cina, dove il problema della dipendenza dai videogiochi è particolarmente sentito e riconosciuto come potenzialmente dannosa per i più piccoli. La Cina è in prima linea per quanto riguarda la produzione e la diffusione dei videogiochi, quindi non sorprende che la dipendenza sia particolarmente diffusa.

Il governo ha intrapreso delle azioni forti mirate a tutelare i minorenni. Questi soggetti non potranno utilizzare videogiochi online dopo le 22.00. Il tempo da dedicare ai giochi online non potrà superare i 90 minuti durante la settimana e le tre ore nel weekend.

Per l’applicazione di queste regole i legislatori cinesi lavoreranno a stretto contatto con le forze dell’ordine. L’obiettivo è quello di creare un sistema unico per l’identificazione degli utenti che accedono alle piattaforme di gioco.

Scritto da Michele Bellotti