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Posti di lavoro a rischio, l’IA inizia a fare paura

18 Aprile 2024 Commenta

Milioni di posti di lavoro a rischio con l’avvento dell’intelligenza artificiale. La minaccia è reale.

Secondo un rapporto recente dell’Institute for Public Policy Research (IPPR), il Regno Unito potrebbe trovarsi di fronte a una crisi occupazionale senza precedenti a causa della crescente diffusione dell’intelligenza artificiale (IA). Si stima che circa 1,5 milioni di posti di lavoro, corrispondenti all’11% delle attuali mansioni lavorative, siano a rischio di automazione grazie alle tecnologie legate all’IA.

Secondo quanto riportato da Bloomberg, tuttavia, questa situazione potrebbe essere solo l’inizio. Proiezioni future indicano che fino al 59% delle attività lavorative potrebbe essere automatizzato, con la perdita potenziale di 7,9 milioni di posti di lavoro.

L’analisi condotta dall’IPPR ha individuato le attività cognitive di routine come le prime candidate all’automazione, mettendo a rischio soprattutto i lavori di back-office, entry-level e part-time, oltre ai ruoli amministrativi e di assistenza clienti.

Inoltre, sembra che i lavoratori con stipendi medi e bassi siano i più esposti a questa trasformazione, con le donne che rischiano in particolare, dato che sono più rappresentate in settori ad alto rischio di automazione, come la segreteria e l’amministrazione.

Nonostante queste prospettive allarmanti, gli esperti sottolineano che una crisi occupazionale non è inevitabile. Carsten Jung, economista senior presso IPPR, ha dichiarato: “La tecnologia non è il destino e una crisi occupazionale non è inevitabile: governo, datori di lavoro e sindacati hanno l’opportunità di prendere decisioni cruciali sulla gestione di questa nuova tecnologia“.

Secondo uno scenario ottimistico delineato dall’IPPR, i posti di lavoro a rischio di automazione potrebbero invece adattarsi all’IA, apportando un contributo annuale di 92 miliardi di sterline al PIL. In un futuro ancora più orientato all’IA, questo valore potrebbe raggiungere i 306 miliardi di sterline all’anno.

Anche in Italia, la diffusione dell’IA rappresenta una sfida significativa per il mercato del lavoro. Secondo uno studio condotto dall’Osservatorio delle Competenze Digitali del Politecnico di Milano, circa il 14% dei posti di lavoro potrebbe essere sostituito dall’automazione entro il 2030. Le professioni più a rischio includono quelle legate a compiti ripetitivi e standardizzati, come gli impiegati d’ufficio, i cassieri e gli addetti alle vendite. Tuttavia, l’IA potrebbe anche creare nuove opportunità di lavoro in settori come l’informatica, l’analisi dei dati e la gestione delle tecnologie.

Scritto da Michele Bellotti

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