Nuove Tecnologie Contro Il Terrorismo
BRUXELLES. I Ministri della Giustizia e degli Interni dell’Ue hannointenzione di presentare al Consiglio europeo del 25 e 26 marzo diverseproposte per combattere il terrorismo all’insegna delle nuove tecnologie.Tra i diversi punti che contraddistinguono la bozza di contributo spiccanofra tutti l’accelerazione dell’introduzione dei dati biometrici (scansionedigitale del volto e impronte digitali) sui documenti rilasciati a cittadinidi paesi terzi e sui passaporti dei cittadini Ue, la creazione di unregistro europeo dei passaporti rubati, la conservazione dei dati telefonicie del traffico Internet e la creazione di un centro informativo europeo perfacilitare lo scambio di dati tra i servizi di intelligence dei Quindici.Particolarmente interessanti le proposte che stanno discutendo i Ministridella Giustizia e degli Interni dell’Ue per combattere efficacemente ilterrorismo internazionale. Indubbiamente alla base di qualsiasi propostadeve essere creato un centro informativo che possa facilitare lo scambio didati fra i vari paesi facendo ricorso alle ultimissime tecnologie. E’indiscusso che per creare un simile centro e’ necessario che ciascun paesedisponga di una banca dati dettagliata che contenga qualsiasi notizia utileai fini della lotta contro il terrorismo.Come e’ noto le banche dati rientrano in quel ramo dell’informaticagiudiziaria denominata “documentaria”. Questi archivi sono utilissimi percombattere la criminalita’ degli affari e tutte le forme di delinquenza acarattere associativo. Le banche dati rappresentano, quindi, uno strumentoindispensabile per il giudice penale e sara’ sempre piu’ utilizzato nelfuturo. Si tratta di un’informatica distribuita che deve, pero’,necessariamente confluire in un centro elettronico centrale.In Italia il problema, giuridico e tecnico, del ricorso all’informazioneautomatizzata come ad uno strumento ormai ritenuto indispensabile peraffrontare la lotta alla criminalita’ mafiosa nelle nuove dimensioni da essaassunte, sia nel senso della sua estensione territoriale, sia nel sensodella sua complessita’ organizzativa nei settori bancario e finanziario, e’un problema che si e’ imposto all’attenzione degli investigatori, magistratie forze di polizia, ben presto, ancora prima dell’emanazione della legge n.646/1982.Ma quali contributi puo’ fornire una banca dati alle indagini, oltre che inominativi e le note caratteristiche delle persone incriminate o sospette?In diversi incontri di magistrati impegnati nella lotta contro la mafia sonostate date o suggerite diverse indicazioni. Sono state predisposte, adesempio, metodologie intese ad estrapolare dai fascicoli processuali tuttiquegli elementi, che possono servire ad un discorso di coordinamento e diorganica impostazione dell’attivita’ di investigazione e di indagine neiconfronti della criminalita’ organizzata: dalle caratteristiche delle armialle targhe automobilistiche rilevate, alle proprieta’ immobiliari dell’inquisito, alle sue frequentazioni. A queste sono da aggiungere lerilevazioni di utenze telefoniche, in particolare le schede di trafficoteleselettivo, rintracciabili presso la Telecom e l’Italcable; e leprenotazioni di viaggi aerei, che consentono anche di identificare icompagni di viaggio di persone inquisite, e talvolta i committenti che hannopagato l’importo del biglietto. Altro sistema e’ quello della memorizzazione(nel rispetto della normativa sulla tutela delle banche dati) presso laBanca d’Italia dei nominativi di chiunque intrattenga, presso qualsiasisportello, conti correnti o altri rapporti bancari: un’iniziativa questa,che, come e’ ovvio, soltanto le odierne tecniche elettroniche sono in gradodi potere realizzare.
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