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Internet, 21 Mln Gli Italiani; La Meta’ E’ Disposta A Pagare Per Accedere Ai Contenuti Informativi

30 Marzo 2004 Commenta

Milano – Sono 21milioni gli internauti italiani (pari al 43% dellapopolazione e all’83% di chi usa il PC), secondo la stima dell’Ispo diRenato Mannheimer. Di questi, l’85% ha visitato nell’ultimo semestre almenoun sito a contenuto informativo. Quasi la meta’ (49%) sarebbe disposta apagare per accedervi, in particolare per una maggiore velocita’ delservizio, per una maggiore ricchezza dei contenuti o per eventualiaggiornamenti. Non solo. Gli insegnanti che hanno integrato stabilmenteInternet nella fase di preparazione delle lezioni (ma non ancora in quelladi presentazione) sono motivati a continuare a farne uso: quasi unintervistato su due sarebbe persino disponibile a pagare di tasca propria(43%) e addirittura tre su quattro, se fossero possibili detrazioni fiscali(70%), come emerge dall’indagine dell’Istituto Iard Franco Brambilla. E’quanto risulta, si legge in una nota, in base al Rapporto 2004dell’Osservatorio AIE (Associazione Italiana Editori) sull’editoria digitalepresentato oggi a Milano, che prende in esame attraverso due indagini, irapporti tra gli italiani e le tecnologie: da una parte sotto il profilo delconsumo di contenuti editoriali digitali all’interno delle famiglie (con unaindagine curata dall’Istituto ISPO) e dall’altro sull’utilizzo delletecnologie nel mondo della scuola (con una indagine curata dall’IstitutoIARD Franco Brambilla). I contenuti digitali: quando il servizio diventavalore – l’indagine Ispo. Il 17% degli italiani nello scegliere quale canaleutilizzare per accedere a qualsiasi tipo di contenuti editoriali, cita inprevalenza le tecnologie (internet, cd rom, cellulare). Sono per lo piu’ igiovani (24%), gli studenti (26%), chi usa abitualmente internet per ilproprio lavoro/studio e per il proprio svago (31%). Il cosiddetto approccio”tradizionale” interessa invece il 47% della popolazione. Il 13% utilizzaentrambe le formule (ne fa un mix). Dall’indagine Ispo emerge una crescitaanche nell’accesso al cosiddetto “canale tradizionale”, il libro: la mediadi libri letti in un anno era di 2,3 tra la popolazione (6,4 tra i lettori)nel 2002 ed arriva nel 2004 a 2,9 tra la popolazione (6,7 tra i lettori).Triplica inoltre il numero di chi accede ai contenuti editoriali einformativi dal telefonino, che passa cosi’ dal 10% della popolazione (14%di chi ha un telefonino) nel 2002 al 25% della popolazione nel 2004 (33% dichi ha un telefonino). E Internet per cosa si usa? Spesso per raccogliereinformazioni (30%) e per accedere a materiali a supporto dello studio (23%)o per scaricare musica (23%) e leggere articoli (17%). Rispetto ai varicanali, un terzo della popolazione italiana (30%) considera in primisinternet il canale che si presta di piu’ alla ricerca di informazionituristiche e il 29% a trovare materiali a supporto dello studiouniversitario. “Approfondendo questo elemento attraverso i focus group- haspiegato Renato Mannheimer dell’Ispo – si rileva in generale che ilservizio attraverso le nuove tecnologie diventa valore soprattutto quando sipresenta in forma di servizio personalizzato “one to one”, con unainterazione sincronica tra l’utente e l’erogatore del servizio, quali adesempio un corso di lingue interattivo, il tutor privato on-line, unaconsulenza tecnica personalizzata in un ambito di interesse specifico (daquello giuridico a quello finanziario), un dialogo diretto “a botta erisposta” con gli autori , ecc”… Insegnanti e nuove tecnologie: unrapporto che cambia? L’indagine dell’Istituto Iard Franco Brambilla. Gliinsegnanti italiani, all’inizio del 2003, erano in gran parte capaci diusare il computer (84%) e Internet (73%), ma non impiegavano spesso questedotazioni nella prassi didattica. La situazione non e’ cambiata nel corsodel 2003: gli insegnanti che usano regolarmente il PC per preparare lelezioni sono, infatti, ancora una minoranza (37%) e solo uno su cinque loimpiega nella presentazione delle lezioni (20%). E considerano ancoraInternet come una grande “biblioteca” piu’ che un luogo in cui trovarestrumenti di lavoro, impiegandolo per la ricerca di informazioni eapprofondimenti. E’ pero’ soprattutto sul fronte della formazione che gliinsegnanti italiani stanno muovendosi: il 42% di quanti non sapevano usareil PC a Gennaio ha imparato a farlo, il 53% di quanti non sapevano usareInternet ha fatto altrettanto e il 55% degli intervistati che gia’ usavanoil PC dichiara oggi di aver migliorato le proprie capacita’. “Cio’ chestenta ancora a farsi strada – ha chiarito Antonio De Lillo, presidentedell’Istituto Iard Franco Brambilla e’ un’adeguata formazione degliinsegnanti sull’applicazione alla didattica delle nuove tecnologie – Puressendo disponibili i contenuti per la didattica, manca infatti un adeguatoutilizzo in aula (presentazioni, sostare, simulazioni.)”. Sono gli studentil’altro potente fattore di innovazione. Gli insegnanti sono probabilmenteconsapevoli della maggior abilita’ dei giovani con le nuove tecnologie e liinvitano, infatti, a muoversi autonomamente nel web: il 36% degli insegnantiincita infatti spesso gli alunni a reperire informazioni su Internet. C’e’persino un 17% di insegnanti che richiede spesso relazioni ed esercizidirettamente su file.”Credo che dal Rapporto emerga in modo chiaro il dato -ha sottolineato il presidente dell’AIE, Federico Motta – che la diffusionedell’hardware sia una precondizione per lo sviluppo della societa’dell’informazione ma non sia sufficiente senza un’adeguata diffusione deicontenuti. La domanda, infatti, come emerge dalle indagini, e’ davveroforte. Ed e’ proprio su questo aspetto emergente, secondo noi difondamentale importanza, che ci si dovra’ concentrare nei prossimi anni perpermettere anche nel nostro Paese uno sviluppo della societa’dell’informazione in linea con quanto indicato, per esempio, nel piano diazione di eEurope 2005 dalla Commissione Europea”.

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