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Sanita’On Line: C’e’ Ancora Molto Da Fare

13 Gennaio 2003 Commenta

MILANO. Secondo una ricerca statistica denominata “Health.net” condotta daStefano Baraldi e Massimo Memmola, ricercatori del Cerismas (Centro ricerchee studi in management sanitario) dell’Universita’ Cattolica di Milano, il53% delle strutture sanitarie italiane non figurano in alcun modo in Rete esfruttano complessivamente appena il 10% delle sue potenzialita’. Le aziendepubbliche nel 78% dei casi sono titolari di un dominio web, mentre solo il30% delle strutture private hanno un proprio sito. La ricerca ha assuntocome campione ben 1002 strutture sanitarie tra Asl, aziende ospedaliere,Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, Policliniciuniversitari, strutture private. In totale sono stati esaminati 473 sitiitaliani a cui si sono aggiunti 121 siti esteri per effettuare un confrontodi carattere internazionale che ha visto un’Europa, compresa l’Italia,decisamente in ritardo rispetto agli Usa ed al Canada.L’indagine statistica condotta dal Cerismas evidenzia, quindi, ancora unavolta una situazione difficile della sanita’ on line che, a parere delsottoscritto, non deve essere vista con riferimento solo alla presenzaspecifica in rete (che comunque, per le strutture private e’ molto scarsa)ma principalmente, avendo come indicatori: la quantita’ e qualita’ dell’informazione, la visibilita’, la fruibilita’ e la funzionalita’ dei serviziofferti on line. Purtroppo l’85% dei siti esaminati si limita a dareinformazioni, mentre solo l’11% dei siti consente di effettuare transazionicome prenotazioni di visite e ricoveri, ritiro dei referti, pagamenti.In effetti, gia’ il 13 marzo 2001 la Presidenza del Consiglio dei Ministriritenne opportuno, riconoscendo l’importanza dell’argomento, emanare unaspecifica direttiva avente per oggetto le linee guida per l’organizzazione,l’usabilita’ e l’accessibilita’ dei siti Web delle PubblicheAmministrazioni. La circolare era indirizzata a chiunque all’interno delleindicate Pubbliche Amministrazioni avesse responsabilita’ collegate allaprogettazione, realizzazione e manutenzione di sistemi informativi basatisulle tecnologie del Web e si poneva sicuramente in linea con il piano diazione di e-Government.In seguito e per l’esattezza il 30 maggio 2002 la stessa Presidenza delConsiglio dei Ministri, su input del Ministero per l’Innovazione e leTecnologie ha emanato una direttiva che, in linea con quanto fissato dallaprecedente direttiva del 13 marzo 2001, definisce i criteri di accessibilita’, usabilita’ ed efficacia ai quali i siti della P.A. dovranno attenersi perconseguire il nuovo dominio “.gov.it”.

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