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File Sharing, Torna Alla Ribalta Giudice AntiCopyright: Cyberagonia Del Diritto D’Autore

5 Luglio 2004 Commenta

ROMA – Ritorna alla ribalta Gennaro Francione, il giudice che assolse 4extracomunitari per stato di necessita’ (fame) rilevando l’eccessivita’della sanzione penalistica a fronte dell’indigenza, soprattutto tenendoconto che la legge in materia e’ desueta di fatto per l’abitudine invalsadella popolazione mondiale di scaricare musica da internet.

Control’attuale proprieta’ intellettuale ha sostenuto il ridimensionamento indetentivo (possesso) in nome dell’Umanita’ che diventa proprietariadell’opera, con riconoscimento del diritto morale e forte depotenziamentoeconomico dell’autore in nome del Sapere e dell’Arte prevalentisull’Economia. Cio’ per contemperare la diffusione universale dell’artelibera e gratuita per tutti (a monte, via internet) con il profittodell’arte-prodotto (a valle) proponendo nuovi modelli di editoriamista.

E’ un colpo fortissimo ai produttori-distributori attuali cheinnalzano i prezzi dei prodotti alle stelle, -si legge in una nota- nonche’per organismi passivi come la SIAE e per lo stesso stato che tassa arte ecultura diffusa, il che impedisce una reale liberta’ dell’arte e del saperecome previsto dalla Costituzione (art. 33).

La SIAE (trasformata inSIA Societa’ Italiana Autori – non piu’ pro editori) -prosegue la nota-viene riciclata in ente protettore degli autori per antonomasia,soprattutto di quelli deboli contro i forti (star, produttori, distributorietc.) ma soprattutto con funzione di lancio della creativita’ emergente e digarante nell’equa distribuzione tra gli artisti di emolumenti statali,passaggi massmediali etc.

Un potenziamento per “tutti” gli artisti ilcui compito primario e’ veder diffusa la propria opera, cio’ che’ e’realizzabile facilmente attraverso internet e, in una fase successiva,attraverso gli altri media riconquistati e resi realmente accessibilidemocraticamente a tutti; un vantaggio per il mondo che usufruira’ delleopere (come contenuto) pressoche’ gratuitamente come previsto dallacostituzione, mentre paghera’ per l’arte-prodotto solo ove la sirichieda.

Soprattutto un attacco portato via Internet alle lobby delpotere culturale che si avvalgono del momento economico per affermare eperpetrare il loro dominio, -conclude la nota- oltre che di legge penalivanamente repressive contro l’Uomo.

Molti di questi principi furonoenunciati nella famosa sentenza anticopyright del 15 febbraio 2001(http://www.antiarte.it).

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