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Internet Cafe’? Pirati Musicali Come Tanti

30 Gennaio 2003 Commenta

LONDON, UK – Una Corte inglese ha stabilito la colpevolezza della catena di Internet Cafe’ “EasyInternet Cafe” per violazione delle norme sul copyright. Soddisfatta non solo la BPI (British Phonographic Industry) che ha promosso il giudizio, ma, in generale, anche l’industria discografica mondiale per l’ennesima vittoria contro i pirati musicali. La catena di Internet Cafe’, creata dall’imprenditore greco Stelios Haji-Ioannou, permetteva ai propri clienti, infatti, di scaricare canzoni dalla rete delle reti e copiarle su cd, al prezzo di cinque sterline. Il giudizio e’ giunto dopo circa diciotto mesi di lotta giudiziaria indetta dalle grandi etichette discografiche (Sony Music, EMI e Universal Music) rappresentate dalla BPI. EasyInternet – che gia’ nel settembre del 2001 sospese il servizio – si e’ difesa in aula affermando la propria estraneita’ all’attivita’ illegale dei propri avventori, dunque, di non essere responsabile per il fatto di terzi. Di diverso avviso, invece, la BPI che ha precisato nel corso degli atti l’accusa di copyright infringement a carico della convenuta, poiche’ quest’ultima aveva offerto un servizio orientato proprio alla violazione delle norme sul diritto d’autore. Il giudice Smith ha accolto la tesi dell’attore, riservandosi pero’ per la quantificazione dei danni da corrispondere alle etichette discografiche colpite. A questo proposito, la BPI – in una precedente dichiarazione – ha chiesto il pagamento di un milione di sterline, a titolo di “estorsione”.

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