Libro Secondo: Delle successioni
Titolo III: Delle successioni testamentarie
Capo I: Disposizioni generali
Art. 587 Testamento
Il testamento è un atto revocabile (679 e seguenti) con il quale taluno
dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere, di tutte le proprie
sostanze o di parte di esse (978, 1920, 2821).
Le disposizioni di carattere non patrimoniale, che la legge consente siano
contenute in un testamento (254, 256, 338, 348, 355, 424-3, 466), hanno
efficacia, se contenute in un atto che ha la forma del testamento (601 e
seguenti), anche se manchino disposizioni di carattere patrimoniale.
Art. 588 Disposizioni a titolo universale e a titolo particolare
Le disposizioni testamentarie, qualunque sia l'espressione o la
denominazione usata dal testatore, sono a titolo universale (633, 637,
647) e attribuiscono la qualità di erede (1141, 1399), se comprendono
l'universalità o una quota dei beni del testatore. Le altre disposizioni
sono a titolo particolare e attribuiscono la qualità di legatario.
L'indicazione di beni determinati o di un complesso di beni non esclude
che la disposizione sia titolo universale, quando risulta che il testatore
ha inteso assegnare quei beni come quota del patrimonio.
Art. 589 Testamento congiuntivo o reciproco
Non si può fare testamento da due o più persone nel medesimo atto, ne a
vantaggio di un terzo ne con disposizione reciproca (458).
Art. 590 Conferma ed esecuzione volontaria di disposizioni
testamentarie nulle
La nullità della disposizione testamentaria (att. 137), da qualunque causa
dipenda, non può essere fatta valere da chi, conoscendo la causa della
nullità, ha, dopo la morte del testatore, confermato la disposizione o
dato ad essa volontaria esecuzione (1444).
Capo II: Della capacità di disporre per testamento
Art. 591 Casi d'incapacità
Possono disporre per testamento tutti coloro che non sono dichiarati
incapaci dalla legge. Sono incapaci di testare:
coloro che non hanno compiuto la maggiore età;
gli interdetti per infermità di mente (414);
quelli che, sebbene non interdetti, si provi essere stati, per qualsiasi
causa, anche transitoria, incapaci di intendere e di volere nel momento in
cui fecero testamento.
Nei casi d'incapacità preveduti dal presente articolo il testamento può
essere impugnato da chiunque vi ha interesse. L'azione si prescrive nel
termine di cinque anni dal giorno in cui è stata data esecuzione alle
disposizioni testamentarie (590, 620, 621, 623).
Capo III: Della capacità di ricevere per testamento
Art. 592 Figli naturali riconosciuti o riconoscibili
Se vi sono discendenti legittimi, i figli naturali, quando la filiazione è
stata riconosciuta o dichiarata (250 e seguenti), non possono ricevere per
testamento più di quanto avrebbero ricevuto se la successione si fosse
devoluta in base alla legge (573 e seguenti).
I figli naturali riconoscibili, quando la filiazione risulta nei modi
indicati dall'Art. 279, non possono ricevere più di quanto, secondo la
disposizione del comma precedente, potrebbero conseguire se la filiazione
fosse stata riconosciuta o dichiarata.
Art. 593 (abrogato)
Art. 594 Assegno ai figli naturali non riconoscibili
Gli eredi, i legatari e i donatari sono tenuti, in proporzione a quanto
hanno ricevuto, a corrispondere ai figli naturali di cui all'Art. 279, un
assegno vitalizio nei limiti stabiliti dall'Art. 580, se il genitore non
ha disposto per donazione o testamento in favore dei figli medesimi. Se il
genitore ha disposto in loro favore, essi possono rinunziare alla
disposizione e chiedere l'assegno.
Art. 595 (abrogato)
Art. 596 Incapacità del tutore e del protutore
Sono nulle le disposizioni testamentarie della persona sottoposta a tutela
in favore del tutore, se fatte dopo la nomina di questo e prima che sia
approvato il conto o sia estinta l'azione per il rendimento del conto
medesimo (385 e seguenti), quantunque il testatore sia morto dopo
l'approvazione. Questa norma si applica anche al protutore, se il
testamento è fatto nel tempo in cui egli sostituiva il tutore (360).
Sono però valide le disposizioni fatte in favore del tutore o del
protutore che è ascendente, discendente, fratello, sorella o coniuge del
testatore.
Art. 597 Incapacità del notaio, dei testimoni e dell'interprete
Sono nulle le disposizioni a favore del notaio o di altro ufficiale che ha
ricevuto il testamento pubblico, ovvero a favore di alcuno dei testimoni o
dell'interprete intervenuti al testamento medesimo.
Art. 598 Incapacità di chi ha scritto o ricevuto il testamento
segreto
Sono nulle le disposizioni a favore della persona che ha scritto
il testamento segreto, salvo che siano approvate di mano dello stesso
testatore o nell'atto della consegna. Sono pure nulle le disposizioni a
favore del notaio a cui il testamento segreto è stato consegnato in plico
non sigillato.
Art. 599 Persone interposte
Le disposizioni testamentarie a vantaggio delle persone incapaci indicate
dagli artt. 592, 593, 596, 597 e 598 sono nulle anche se fatte sotto nome
d'interposta persona.
Sono reputate persone interposte il padre, la madre, i discendenti e il
coniuge della persona incapace, anche se chiamati congiuntamente con
l'incapace (738, 740, 779, 780, 2728).
NOTA Il primo comma è stato dichiarato illegittimo (Corte Costit. 28
dicembre 1970).
Art. 600 Enti non riconosciuti
Le disposizioni a favore di un ente non riconosciuto non hanno efficacia,
se entro un anno dal giorno in cui il testamento è eseguibile (620 e
seguenti, 640) non è fatta l'istanza per ottenere il riconoscimento.
Fino a quando l'ente non è costituito possono essere promossi gli
opportuni provvedimenti conservativi (att. 3).
Capo IV: Della forma dei testamenti
Sezione I: Dei testamenti ordinari
Art. 601 Forme
Le forme ordinarie di testamento sono il testamento olografo e il
testamento per atto di notaio.
Il testamento per atto di notaio è pubblico o segreto.
Art. 602 Testamento olografo
Il testamento olografo deve essere scritto per intero, datato e
sottoscritto di mano del testatore (684). La sottoscrizione deve essere
posta alla fine delle disposizioni. Se anche non è fatta indicando nome e
cognome, è tuttavia valida quando designa con certezza la persona del
testatore.
La data deve contenere l'indicazione del giorno, mese e anno. La prova
della non verità della data è ammessa soltanto quando si tratta di
giudicare della capacità del testatore (591), della priorità di data tra
più testamenti (682) o di altra questione da decidersi in base al tempo
del testamento (651, 656, 657).
Art. 603 Testamento pubblico
Il testamento pubblico è ricevuto dal notaio in presenza di due testimoni.
Il testatore, in presenza dei testimoni, dichiara al notaio la sua
volontà, la quale è ridotta in iscritto a cura del notaio stesso. Questi
da lettura del testamento al testatore in presenza dei testimoni. Di
ciascuna di tali formalità è fatta menzione nel testamento.
Il testamento deve indicare il luogo, la data del ricevimento e l'ora
della sottoscrizione, ed essere sottoscritto dal testatore, dai testimoni
e dal notaio. Se il testatore non può sottoscrivere, o può farlo solo con
grave difficoltà, deve dichiararne la causa, e il notaio deve menzionare
questa dichiarazione prima della lettura dell'atto.
Per il testamento del muto, sordo o sordomuto si osservano le norme
stabilite dalla legge notarile per gli atti pubblici di queste persone.
Qualora il testatore sia incapace anche di leggere, devono intervenire
quattro testimoni.
Art. 604 Testamento segreto
Il testamento segreto può essere scritto dal testatore o da un terzo. Se è
scritto dal testatore, deve essere sottoscritto da lui alla fine delle
disposizioni; se è scritto in tutto o in parte da altri, o se è scritto
con mezzi meccanici, deve portare la sottoscrizione del testatore anche in
ciascun mezzo foglio, unito o separato.
Il testatore che sa leggere ma non sa scrivere, o che non ha potuto
apporre la sottoscrizione quando faceva scrivere le proprie disposizioni,
deve altresì dichiarare al notaio, che riceve il testamento, di averlo
letto ed aggiungere la causa che gli ha impedito di sottoscriverlo: di ciò
si fa menzione nell'atto di ricevimento.
Chi non sa o non può leggere non può fare testamento segreto.
Art. 605 Formalità del testamento segreto
La carta su cui sono stese le disposizioni o quella che serve da involto
deve essere sigillata con impronta, in guisa che il testamento non si
possa aprire né estrarre senza rottura o alterazione.
Il testatore, in presenza di due testimoni, consegna (685) personalmente
al notaio la carta così sigillata, o la fa sigillare nel modo sopra
indicato in presenza del notaio e dei testimoni, e dichiara che in questa
carta è contenuto il suo testamento. Il testatore, se è muto o sordomuto,
deve scrivere tale dichiarazione in presenza dei testimoni e deve pure
dichiarare per iscritto di aver letto il testamento, se questo è stato
scritto da altri.
Sulla carta in cui dal testatore è scritto o involto il testamento, o su
un ulteriore involto predisposto dal notaio e da lui debitamente
sigillato, si scrive l'atto di ricevimento nel quale si indicano il fatto
della consegna e la dichiarazione del testatore, il numero e l'impronta
dei sigilli, e l'assistenza dei testimoni a tutte le formalità.
L'atto deve essere sottoscritto dal testatore, dai testimoni e dal notaio.
Se il testatore non può, per qualunque impedimento, sottoscrivere l'atto
della consegna, si osserva quel che è stabilito circa il testamento per
atto pubblico. Tutto ciò deve essere fatto di seguito e senza passare ad
altri atti.
Art. 606 Nullità del testamento per difetto di forma
Il testamento è nullo (1418 e seguenti) quando manca l'autografia o la
sottoscrizione nel caso di testamento olografo, ovvero manca la redazione
per iscritto, da parte del notaio, delle dichiarazioni del testatore o la
sottoscrizione dell'uno o dell'altro, nel caso di testamento per atto di
notaio.
Per ogni altro difetto di forma il testamento può essere annullato (1441 e
seguenti) su istanza di chiunque vi ha interesse. L'azione di annullamento
si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata data
esecuzione alle disposizioni testamentarie.
Art. 607 Validità del testamento segreto come olografo
Il testamento segreto, che manca di qualche requisito suo proprio, ha
effetto come testamento olografo, qualora di questo abbia i requisiti.
Art. 608 Ritiro di testamento segreto od olografo
Il testamento segreto è il testamento olografo che è stato depositato
possono dal testatore essere ritirati in ogni tempo dalle mani del notaio
presso il quale si trovano (685).
A cura del notaio si redige verbale della restituzione; il verbale è
sottoscritto dal testatore, da due testimoni e dal notaio; se il testatore
non può sottoscrivere, se ne fa menzione.
Quando il testamento è depositato in un pubblico archivio, il verbale è
redatto dall'archivista e sottoscritto dal testatore, dai testimoni e
dall'archivista medesimo.
Della restituzione del testamento si prende nota in margine o in calce
all'atto di consegna o di deposito.
Sezione II: Dei testamenti speciali
Art. 609 Malattie contagiose, calamità pubbliche o infortuni
Quando il testatore non può valersi delle forme ordinarie (601 e
seguenti), perché si trova in luogo dove domina una malattia reputata
contagiosa, o per causa di pubblica calamita o d'infortunio, il testamento
è valido se ricevuto da un notaio, dal pretore o dal conciliatore del
luogo, dal sindaco o da chi ne fa le veci, o da un ministro di culto, in
presenza di due testimoni di età non inferiore a sedici anni.
Il testamento è redatto e sottoscritto da chi lo riceve; è sottoscritto
anche dal testatore e dai testimoni. Se il testatore o i testimoni non
possono sottoscrivere, se ne indica la causa.
Art. 610 Termine di efficacia
Il testamento ricevuto nel modo indicato dall'articolo precedente perde la
sua efficacia tre mesi dopo la cessazione della causa che ha impedito al
testatore di valersi delle forme ordinarie.
Se il testatore muore nell'intervallo, il testamento deve essere
depositato, appena è possibile, nell'archivio notarile del luogo in cui è
stato ricevuto.
Art. 611 Testamento a bordo di nave
Durante il viaggio per mare il testamento può essere ricevuto a bordo
della nave dal comandante di essa.
Il testamento del comandante può essere ricevuto da colui che lo segue
immediatamente in ordine di servizio.
Art. 612 Forme
Il testamento indicato dall'articolo precedente è redatto in doppio
originale alla presenza di due testimoni e deve essere sottoscritto dal
testatore, dalla persona che lo ha ricevuto e dai testimoni; se il
testatore o i testimoni non possono sottoscrivere, si deve indicare il
motivo che ha impedito la sottoscrizione.
Il testamento è conservato tra i documenti di bordo (Cod. Nav. 169 e
seguenti), ed è annotato sul giornale di bordo ovvero sul giornale nautico
e sul ruolo d'equipaggio.
Art. 613 Consegna
Se la nave approda a un porto estero in cui vi sia un'autorità consolare,
il comandante è tenuto a consegnare all'autorità medesima uno degli
originali del testamento e una copia dell'annotazione fatta sul giornale
di bordo ovvero sul giornale nautico e sul ruolo d'equipaggio.
Al ritorno della nave nello Stato, i due originali del testamento, o
quello non depositato durante il viaggio, devono essere consegnati
all'autorità marittima locale insieme con la copia della predetta
annotazione.
Della consegna si rilascia dichiarazione, di cui si fa cenno in margine
all'annotazione sopraindicata.
Art. 614 Verbale di consegna
L'autorità marittima o consolare locale deve redigere verbale della
consegna del testamento e trasmettere il verbale e gli atti ricevuti al
Ministero della difesa o al Ministero della marina mercantile, secondo che
il testamento sia stato ricevuto a bordo di una nave della marina militare
o di una nave della marina mercantile. Il Ministero ordina il deposito di
uno degli originali nel suo archivio, e trasmette l'altro all'archivio
notarile del luogo del domicilio o dell'ultima residenza del testatore.
Art. 615 Termine di efficacia
Il testamento fatto durante il viaggio per mare, nella forma stabilita
dagli artt. 611 e seguenti, perde la sua efficacia tre mesi dopo lo sbarco
del testatore in un luogo dove è possibile fare testamento nelle forme
ordinarie.
Art. 616 Testamento a bordo di aeromobile
Al testamento fatto a bordo di un aeromobile durante il viaggio si
applicano le disposizioni degli artt. 611 e 615.
Il testamento è ricevuto dal comandante, in presenza di uno o, quando è
possibile, di due testimoni.
Le attribuzioni delle autorità marittime a norma degli artt. 613 e 614
spettano alle autorità aeronautiche.
Il testamento è annotato sul giornale di rotta (Cod. Nav. 772, 888).
Art. 617 Testamento dei militari e assimilati
Il testamento dei militari e delle persone al seguito delle forze armate
dello Stato può essere ricevuto da un ufficiale o da un cappellano
militare o da un ufficiale della Croce Rossa, in presenza di due
testimoni; esso deve essere sottoscritto dal testatore, dalla persona che
lo ha ricevuto e dai testimoni. Se il testatore o i testimoni non possono
sottoscrivere, si deve indicare il motivo che ha impedito la
sottoscrizione.
Il testamento deve essere al più presto trasmesso al quartiere generale e
da questo al Ministero competente, che ne ordina il deposito nell'archivio
notarile del luogo del domicilio o dell'ultima residenza del testatore
(43).
Art. 618 Casi e termini d'efficacia
Nella forma speciale stabilita dall'articolo precedente possono testare
soltanto coloro i quali, appartenendo a corpi o servizi mobilitati o
comunque impegnati in guerra, si trovano in zona di operazioni belliche o
sono prigionieri presso il nemico, e coloro che sono acquartierati o di
presidio fuori dello Stato o in luoghi dove siano interrotte le
comunicazioni.
Il testamento perde la sua efficacia tre mesi dopo il ritorno del
testatore in un luogo dove è possibile far testamento nelle forme
ordinarie.
Art. 619 Nullità
I testamenti previsti in questa Sezione sono nulli (1418 e seguenti)
quando manca la redazione in iscritto della dichiarazione del testatore
ovvero la sottoscrizione della persona autorizzata a riceverla o del
testatore.
Per gli altri difetti di forma si osserva il disposto del secondo comma
dell'Art. 606 (590).
Sezione III: Della pubblicazione dei testamenti olografi e dei testamenti
segreti
Art. 620 Pubblicazione del testamento olografo
Chiunque è in possesso di un testamento olografo deve presentarlo a un
notaio per la pubblicazione, appena ha notizia della morte del testatore
(p. 490 e seguente).
Chiunque crede di avervi interesse può chiedere, con ricorso al pretore
del mandamento in cui si è aperta la successione (456), che sia fissato un
termine per la presentazione (Cod. Proc. Civ. 749). Il notaio procede alla
pubblicazione del testamento in presenza di due testimoni, redigendo nella
forma degli atti pubblici un verbale nel quale descrive lo stato del
testamento, ne riproduce il contenuto e fa menzione della sua apertura, se
è stato presentato chiuso con sigillo. Il verbale è sottoscritto dalla
persona che presenta il testamento dai testimoni e dal notaio. Ad esso
sono uniti la carta in cui è scritto il testamento, vidimata in ciascun
mezzo foglio dal notaio e dai testimoni, e l'estratto dell'atto di morte
del testatore o copia del provvedimento che ordina l'apertura degli atti
di ultima volontà dell'assente o della sentenza che dichiara la morte
presunta (50, 58).
Nel caso in cui il testamento è stato depositato dal testatore presso un
notaio, la pubblicazione è eseguita dal notaio depositario (685).
Avvenuta la pubblicazione, il testamento olografo ha esecuzione (att. 3,
7).
Per giustificati motivi, su istanza (Cod. Proc. Civ. 125) di chiunque vi
ha interesse, il pretore può disporre che periodi o frasi di carattere non
patrimoniale siano cancellati dal testamento e omessi nelle copie che
fossero richieste, salvo che l'autorità giudiziaria ordini il rilascio di
copia integrale.
Art. 621 Pubblicazione del testamento segreto
Il testamento segreto deve essere aperto e pubblicato dal notaio appena
gli perviene la notizia della morte del testatore. Chiunque crede di
avervi interesse può chiedere, con ricorso al pretore del mandamento in
cui si è aperta la successione, che sia fissato un termine per l'apertura
e la pubblicazione.
Si applicano le disposizioni del terzo comma dell'Art. 620.
Art. 622 Comunicazione dei testamenti alla pretura
Il notaio deve trasmettere alla cancelleria della pretura, nella cui
giurisdizione si è aperta la successione (456), copia in carta libera dei
verbali previsti dagli artt. 620 e 621 e del testamento pubblico (att.
55).
Art. 623 Comunicazione agli eredi e legatari
Il notaio che ha ricevuto un testamento pubblico, appena gli è nota la
morte del testatore, o, nel caso di testamento olografo o segreto, dopo la
pubblicazione, comunica l'esistenza del testamento agli eredi e legatari
di cui conosce il domicilio o la residenza (43).
Capo V: Dell'istituzione di erede e dei legati
Sezione I: Disposizioni generali
Art. 624 Violenza, dolo, errore
La disposizione testamentaria può essere impugnata da chiunque vi abbia
interesse quando è l'effetto di errore, di violenza o di dolo (1427 e
seguenti).
L'errore sul motivo, sia esso di fatto o di diritto, è causa di
annullamento della disposizione testamentaria, quando il motivo risulta
dal testamento ed è il solo che ha determinato il testatore a disporre.
L'azione (2652, 2960) si prescrive in cinque anni dal giorno in cui si è
avuta notizia della violenza, del dolo o dell'errore.
Art. 625 Erronea indicazione dell'erede o del legatario o della
cosa che forma oggetto della disposizione
Se la persona dell'erede o del legatario è stata erroneamente indicata, la
disposizione ha effetto, quando dal contesto del testamento o altrimenti
risulta in modo non equivoco quale persona il testatore voleva nominare
(628).
La disposizione ha effetto anche quando la cosa che forma oggetto della
disposizione è stata erroneamente indicata o descritta, ma è certo a quale
cosa il testatore intendeva riferirsi.
Art. 626 Motivo illecito
Il motivo illecito rende nulla la disposizione testamentaria, quando
risulta dal testamento ed è il solo che ha determinato il testatore a
disporre (1345, 1418 e seguenti).
Art. 627 Disposizione fiduciaria
Non è ammessa azione in giudizio per accertare che le disposizioni fatte a
favore di persona dichiarata nel testamento sono soltanto apparenti e che
in realtà riguardano altra persona, anche se espressioni del testamento
possono indicare o far presumere che si tratta di persona interposta.
Tuttavia la persona dichiarata nel testamento, se ha spontaneamente
eseguito la disposizione fiduciaria trasferendo i beni alla persona voluta
dal testatore, non può agire per la ripetizione, salvo che sia un incapace
(2034).
Le disposizioni di questo articolo non si applicano al caso in cui
l'istituzione o il legato sono impugnati come fatti per interposta persona
a favore d'incapaci a ricevere.
Art. 628 Disposizione a favore di persona incerta
E' nulla ogni disposizione fatta a favore di persona che sia indicata in
modo da non poter essere determinata.
Art. 629 Disposizioni a favore dell'anima
Le disposizioni a favore dell'anima sono valide qualora siano determinati
i beni o possa essere determinata la somma da impiegarsi a tale fine.
Esse si considerano come un onere a carico dell'erede o del legatario, e
si applica l'Art. 648. Il testatore può designare una persona che curi
l'esecuzione della disposizione, anche nel caso in cui manchi un
interessato a richiedere l'adempimento.
Art. 630 Disposizioni a favore dei poveri
Le disposizioni a favore dei poveri e altre simili, espresse
genericamente, senza che si determini l'uso o il pubblico istituto a cui
beneficio sono fatte, s'intendono fatte in favore dei poveri del luogo in
cui il testatore aveva il domicilio al tempo della sua morte, e i beni
sono devoluti all'ente comunale di assistenza.
La precedente disposizione si applica anche quando la persona incaricata
dal testatore di determinare l'uso o il pubblico istituto non può o non
vuole accettare l'incarico.
Art. 631 Disposizioni rimesse all'arbitrio del terzo
E' nulla ogni disposizione testamentaria con la quale si fa dipendere
dall'arbitrio di un terzo l'indicazione dell'erede o del legatario, ovvero
la determinazione della quota di eredità (590).
Tuttavia è valida la disposizione a titolo particolare (588) in favore di
persona da scegliersi dall'onerato o da un terzo tra più persone
determinate dal testatore o appartenenti a famiglie o categorie di persone
da lui determinate, ed è pure valida la disposizione a titolo particolare
a favore di uno tra più enti determinati del pari dal testatore. Se sono
indicate più persone in modo alternativo e non è stabilito chi deve fare
la scelta, questa si considera lasciata all'onerato.
Se l'onerato o il terzo non può o non vuole fare la scelta, questa è fatta
con decreto dal presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la
successione (456), dopo avere assunto le opportune informazioni (Cod. Proc.
Civ. 751).
Art. 632 Determinazione di legato per arbitrio altrui
E' nulla la disposizione che lascia al mero arbitrio dell'onerato o di un
terzo di determinare l'oggetto o la quantità del legato (590).
Sono validi i legati fatti a titolo di rimunerazione per i servizi
prestati al testatore, anche se non ne sia indicato l'oggetto o la
quantità.
Sezione II: Delle disposizioni condizionali, a termine e modali
Art. 633 Condizione sospensiva o risolutiva
Le disposizioni a titolo universale o particolare (588) possono farsi
sotto condizione sospensiva o risolutiva (646, 1353; att. 139).
Art. 634 Condizioni impossibili o illecite
Nelle disposizioni testamentarie (558) si considerano non apposte le
condizioni impossibili e quelle contrarie a norme imperative, all'ordine
pubblico o al buon costume, salvo quanto è stabilito dall'Art. 626 (1354).
Art. 635 Condizione di reciprocità
E' nulla la disposizione a titolo universale o particolare fatta dal
testatore a condizione di essere a sua volta avvantaggiato nel testamento
dell'erede o del legatario (458).
Art. 636 Divieto di nozze
E' illecita la condizione che impedisce le prime nozze o le ulteriori
(634; att. 138). Tuttavia il legatario di usufrutto (978 e seguenti) o di
uso, di abitazione (1021 e seguenti) o di pensione, o di altra prestazione
periodica per il caso o per il tempo del celibato o della vedovanza, non
può goderne che durante il celibato o la vedovanza.
Art. 637 Termine
Si considera non apposto a una disposizione a titolo universale (588) il
termine dal quale l'effetto di essa deve cominciare o cessare (459).
Art. 638 Condizione di non fare o di non dare
Se il testatore ha disposto sotto la condizione che l'erede o il legatario
non faccia o non dia qualche cosa per un tempo indeterminato, la
disposizione si considera fatta sotto condizione risolutiva, salvo che dal
testamento risulti una contraria volontà del testatore.
Art. 639 Garanzia in caso di condizione risolutiva
Se la disposizione testamentaria è sottoposta a condizione risolutiva,
l'autorità giudiziaria, qualora ne ravvisi l'opportunità, può imporre
all'erede o al legatario (Cod. Proc. Civ. 750) di prestare idonea garanzia
(1179) a favore di coloro ai quali l'eredità o il legato dovrebbe
devolversi nel caso che la condizione si avverasse.
Art. 640 Garanzia in caso di legato sottoposto a condizione
sospensiva o a termine
Se a taluno è lasciato un legato sotto condizione sospensiva o dopo un
certo tempo, l'onerato può essere costretto (Cod. Proc. Civ. 750) a dare
idonea garanzia (1179) al legatario, salvo che il testatore abbia
diversamente disposto.
La garanzia può essere imposta anche al legatario quando il legato è a
termine finale.
Art. 641 Amministrazione in caso di condizione sospensiva o di
mancata prestazione di garanzia
Qualora l'erede sia istituito sotto condizione sospensiva, finché questa
condizione non si verifica o non è certo che non si può più verificare, è
dato all'eredità un amministratore. Vale la stessa norma anche nel caso in
cui l'erede o il legatario non adempie l'obbligo di prestare la garanzia
prevista dai due articoli precedenti.
Art. 642 Persone a cui spetta l'amministrazione
L'amministrazione spetta alla persona a cui favore è stata disposta la
sostituzione (688 e seguenti), ovvero al coerede o ai coeredi, quando tra
essi e l'erede condizionale vi è il diritto di accrescimento (674 e
seguenti).
Se non è prevista la sostituzione o non vi sono coeredi a favore dei quali
abbia luogo il diritto di accrescimento, l'amministrazione spetta al
presunto erede legittimo (565).
In ogni caso l'autorità giudiziaria, quando concorrono giusti motivi, può
provvedere altrimenti.
Art. 643 Amministrazione in caso di eredi nascituri
Le disposizioni dei due precedenti articoli si applicano anche nel caso in
cui sia chiamato a succedere un non concepito, figlio di una determinata
persona vivente (462). A questa spetta la rappresentanza del nascituro,
per la tutela dei suoi diritti successori, anche quando l'amministratore
dell'eredità è una persona diversa.
Se è chiamato un concepito (462), l'amministrazione spetta al padre e, in
mancanza di questo, alla madre (320).
Art. 644 Obblighi e facoltà degli amministratori
Agli amministratori indicati dai precedenti articoli sono comuni le regole
che si riferiscono ai curatori dell'eredità giacente (528 e seguenti).
Art. 645 Condizione sospensiva potestativa senza termine
Se la condizione apposta all'istituzione di erede o al legato è sospensiva
potestativa e non è indicato il termine per l'adempimento, gli interessati
possono adire l'autorità giudiziaria perché fissi questo termine (Cod.
Proc. Civ. 749).
Art. 646 Retroattività della condizione
L'adempimento della condizione ha effetto retroattivo (1360); ma l'erede o
il legatario, nel caso di condizione risolutiva, non è tenuto a restituire
i frutti (820) se non dal giorno in cui la condizione si è verificata.
L'azione per la restituzione dei frutti si prescrive in cinque anni (2941
e seguenti).
Art. 647 Onere
Tanto all'istituzione di erede quanto al legato può essere apposto un
onere (629).
Se il testatore non ha diversamente disposto, l'autorità giudiziaria,
qualora ne ravvisi l'opportunità, può imporre all'erede o al legatario
gravato dall'onere una cauzione (1179).
L'onere impossibile o illecito si considera non apposto; rende tuttavia
nulla la disposizione, se ne ha costituito il solo motivo determinante.
Art. 648 Adempimento dell'onere
Per l'adempimento dell'onere può agire qualsiasi interessato (Cod. Proc.
Civ. 99). Nel caso d'inadempimento dell'onere l'autorità giudiziaria può
pronunziare la risoluzione della disposizione testamentaria (677), se la
risoluzione è stata prevista dal testatore, o se l'adempimento dell'onere
ha costituito il solo motivo determinante della disposizione (2652).
Sezione III: Dei legati
Art. 649 Acquisto del legato
Il legato si acquista senza bisogno di accettazione, salva la facoltà di
rinunziare.
Quando oggetto del legato e la proprietà di una cosa determinata o altro
diritto appartenente al testatore, la proprietà o il diritto si trasmette
dal testatore al legatario al momento della morte del testatore (2648).
Il legatario però deve domandare all'onerato il possesso della cosa
legata, anche quando ne è stato espressamente dispensato dal testatore.
Art. 650 Fissazione di un termine per la rinunzia
Chiunque ha interesse può chiedere che l'autorità giudiziaria fissi un
termine (Cod. Proc. Civ. 749) entro il quale il legatario dichiari se
intende esercitare la facoltà di rinunziare. Trascorso questo termine
senza che abbia fatto alcuna dichiarazione, il legatario perde il diritto
di rinunziare (481).
Art. 651 Legato di cosa dell'onerato o di un terzo
Il legato di cosa dell'onerato o di un terzo è nullo, salvo che dal
testamento o da altra dichiarazione scritta dal testatore risulti che
questi sapeva che la cosa legata apparteneva all'onerato o al terzo. In
questo ultimo caso l'onerato è obbligato (1137) ad acquistare la proprietà
della cosa dal terzo e a trasferirla al legatario (1478), ma è in sua
facoltà di pagarne al legatario il giusto prezzo (1474). Se però la cosa
legata, pur appartenendo ad altri al tempo del testamento, si trova in
proprietà del testatore al momento della sua morte, il legato è valido.
Art. 652 Legato di cosa solo in parte del testatore
Se al testatore appartiene una parte della cosa legata o un diritto sulla
medesima, il legato è valido solo relativamente a questa parte o a questo
diritto salvo che risulti la volontà del testatore di legare la cosa per
intero, in conformità dell'articolo precedente (1480).
Art. 653 Legato di cosa genericamente determinata
E' valido il legato di cosa determinata solo nel genere, anche se nessuna
del genere ve n'era nel patrimonio del testatore al tempo del testamento e
nessuna se ne trova al tempo della morte (669).
Art. 654 Legato di cosa non esistente nell'asse
Quando il testatore ha lasciato una sua cosa particolare, o una cosa
determinata soltanto nel genere da prendersi dal suo patrimonio, il legato
non ha effetto se la cosa non si trova nel patrimonio del testatore al
tempo della sua morte.
Se la cosa si trova nel patrimonio del testatore al tempo della sua morte,
ma non nella quantità determinata, il legato ha effetto per la quantità
che vi si trova.
Art. 655 Legato di cosa da prendersi da certo luogo
Il legato di cose da prendersi da certo luogo ha effetto soltanto se le
cose vi si trovano, e per la parte che vi si trova; ha tuttavia effetto
per l'intero, quando, alla morte del testatore, le cose non vi si trovano,
in tutto o in parte, perché erano state rimosse temporaneamente dal luogo
in cui di solito erano custodite.
Art. 656 Legato di cosa del legatario
Il legato di cosa che al tempo in cui fu fatto il testamento era già di
proprietà del legatario è nullo, se la cosa si trova in proprietà di lui
anche al tempo dell'apertura della successione (456).
Se al tempo dell'apertura della successione la cosa si trova in proprietà
del testatore, il legato è valido ed è altresì valido se in questo tempo
la cosa si trova in proprietà dell'onerato o di un terzo, e dal testamento
risulta che essa fu legata in previsione di tale avvenimento (651).
Art. 657 Legato di cosa acquistata dal legatario
Se il legatario, dopo la confezione del testamento, ha acquistato dal
testatore, a titolo oneroso o a titolo gratuito, la cosa a lui legata, il
legato è senza effetto in conformità dell'Art. 686.
Se dopo la confezione del testamento la cosa legata è stata dal legatario
acquistata, a titolo gratuito, dall'onerato o da un terzo, il legato è
senza effetto; se l'acquisto ha avuto luogo a titolo oneroso, il legatario
ha diritto al rimborso del prezzo, qualora ricorrano le circostanze
indicate dall'Art. 651.
Art. 658 Legato di credito o di liberazione da debito
Il legato di un credito o di liberazione (1236) da un debito ha effetto
per la sola parte del credito o del debito che sussiste al tempo della
morte del testatore.
L'erede è soltanto tenuto a consegnare al legatario i titoli del credito
legato che si trovavano presso il testatore (1262).
Art. 659 Legato a favore del creditore
Se il testatore, senza fare menzione del debito (2735), fa un legato al
suo creditore, il legato non si presume fatto per soddisfare il legatario
del suo credito.
Art. 660 Legato di alimenti
Il legato di alimenti, a favore di chiunque sia fatto, comprende le
somministrazioni indicate dall'Art. 438, salvo che il testatore abbia
altrimenti disposto.
Art. 661 Prelegato
Il legato a favore di uno dei coeredi è a carico di tutta l'eredità si
considera come legato per l'intero ammontare.
Art. 662 Onere della prestazione del legato
Il testatore può porre la prestazione del legato a carico degli eredi
ovvero a carico di uno o più legatari. Quando il testatore non ha
disposto, alla prestazione sono tenuti gli eredi.
Su ciascuno dei diversi onerati il legato grava in proporzione della
rispettiva quota ereditaria o del legato, se il testatore non ha
diversamente disposto.
Art. 663 Legato imposto a un solo erede
Se l'obbligo di adempiere il legato è stato particolarmente imposto a uno
degli eredi, questi solo è tenuto a soddisfarlo (483, 1315).
Se è stata legata una cosa propria di un coerede, i coeredi sono tenuti a
compensarlo del valore di essa con denaro o con beni ereditari, in
proporzione della loro quota ereditaria, quando non consta una contraria
volontà del testatore.
Art. 664 Adempimento del legato di genere
Nel legato di cosa determinata soltanto nel genere, la scelta, quando dal
testatore non è affidata al, egatario o a un terzo, spetta all'onerato.
Questi è obbligato a dar cose di qualità non inferiore alla media (1178);
ma se nel patrimonio ereditario vi è una sola delle cose appartenenti al
genere indicato, l'onerato non ha facoltà né può essere obbligato a
prestarne un'altra, salvo espressa disposizione contraria del testatore.
Se la scelta è lasciata dal testatore al legatario o a un terzo, questi
devono scegliere una cosa di media qualità; ma se cose del genere indicato
si trovano nell'eredità, il legatario può scegliere la migliore. Se il
terzo non può o non vuole fare la scelta, questa è fatta a norma del terzo
comma dell'Art. 631 (Cod. Proc. Civ. 751).
Art. 665 Scelta nel legato alternativo
Nel legato alternativo la scelta spetta all'onerato, a meno che il
testatore l'abbia lasciata al legatario o a un terzo (1286).
Art. 666 Trasmissione all'erede della facoltà di scelta
Tanto nel legato di genere quanto in quello alternativo, se l'onerato o il
legatario a cui compete la scelta non ha potuto farla, la facoltà di
scegliere si trasmette al suo erede.
La scelta fatta è irretrattabile (1286).
Art. 667 Accessioni della cosa legata
La cosa legata, con tutte le sue pertinenze (817 e seguenti), deve essere
prestata al legatario nello stato in cui si trova al tempo della morte del
testatore.
Se è stato legato un fondo, sono comprese nel legato anche le costruzioni
fatte nel fondo, sia che esistessero già al tempo della confezione del
testamento, sia che non esistessero, salva in ogni caso l'applicabilità
del secondo comma dell'Art. 686.
Se il fondo legato è stato accresciuto con acquisti posteriori, questi
sono dovuti al legatario, purché siano contigui al fondo e costituiscano
con esso una unità economica.
Art. 668 Adempimento del legato
Se la cosa legata è gravata da una servitù (1027 e seguenti), da un canone
o da altro onere inerente al fondo, ovvero da una rendita fondiaria, il
peso ne è sopportato dal legatario.
Se la cosa legata è vincolata per una rendita semplice (1863 e seguenti),
un censo o altro debito dell'eredità, o anche di un terzo, l'erede è
tenuto al pagamento delle annualità o degli interessi e della somma
principale, secondo la natura del debito, qualora il testatore non abbia
diversamente disposto (756).
Art. 669 Frutti della cosa legata
Se oggetto del legato è una cosa fruttifera, appartenente al testatore al
momento della sua morte, i frutti o gli interessi sono dovuti al legatario
da questo momento (821).
Se la cosa appartiene all'onerato o a un terzo (651), ovvero se si tratta
di cosa determinata per genere o quantità, i frutti o gli interessi sono
dovuti dal giorno della domanda giudiziale o dal giorno in cui la
prestazione del legato è stata promessa, salvo che il testatore abbia
diversamente disposto.
Art. 670 Legato di prestazioni periodiche
Se è stata legata una somma di danaro o una quantità di altre cose
fungibili, da prestarsi a termini periodici, il primo termine decorre
dalla morte del testatore, e il legatario acquista il diritto a tutta la
prestazione dovuta per il termine in corso, ancorché fosse in vita
soltanto al principio di esso. Il legato però non può esigersi se non dopo
scaduto il termine.
Si può tuttavia esigere all'inizio del termine il legato a titolo di
alimenti (660).
Art. 671 Legati e oneri a carico del legatario
Il legatario è tenuto all'adempimento del legato e di ogni altro onere a
lui imposto entro i limiti del valore della cosa legata (7932).
Art. 672 Spese per la prestazione del legato
Le spese per la prestazione del legato sono a carico dell'onerato.
Art. 673 Perimento della cosa legata. Impossibilità della
prestazione
Il legato non ha effetto se la cosa legata è interamente perita durante la
vita del testatore.
L'obbligazione dell'onerato si estingue se, dopo la morte del testatore,
la prestazione è divenuta impossibile per causa a lui non imputabile (1256
e seguenti).
Sezione IV: Del diritto di accrescimento
Art. 674 Accrescimento tra coeredi
Quando più eredi sono stati istituiti con uno stesso testamento
nell'universalità dei beni (558), senza determinazione di parti o in parti
uguali, anche se determinate, qualora uno di essi non possa o non voglia
accettare (70, 72, 463, 523), la sua parte si accresce agli altri.
Se più eredi sono stati istituiti in una stessa quota, l'accrescimento ha
luogo a favore degli altri istituti nella quota medesima.
L'accrescimento non ha luogo quando dal testamento risulta una diversa
volontà del testatore (688). E' salvo in ogni caso il diritto di
rappresentazione (467 e seguenti).
Art. 675 Accrescimento tra collegatari
L'accrescimento ha luogo anche tra più legatari ai quali è stato legato
uno stesso oggetto, salvo che dal testamento risulti una diversa volontà e
salvo sempre il diritto di rappresentazione (467).
Art. 676 Effetti dell'accrescimento
L'acquisto per accrescimento ha luogo di diritto. I coeredi o i legatari,
a favore dei quali si verifica l'accrescimento, subentrano negli obblighi
a cui era sottoposto l'erede o il legatario mancante, salvo che si tratti
di obblighi di carattere personale.
Art. 677 Mancanza di accrescimento
Se non ha luogo l'accrescimento, la porzione dell'erede mancante si
devolve agli eredi legittimi (565), e la porzione del legatario mancante
va a profitto dell'onerato.
Gli eredi legittimi e l'onerato subentrano negli obblighi che gravavano
sull'erede o sul legatario mancante, salvo che si tratti di obblighi di
carattere personale.
Le disposizioni precedenti si applicano anche nel caso di risoluzione di
disposizioni testamentarie per inadempimento dell'onere (648).
Art. 678 Accrescimento nel legato di usufrutto
Quando a più persone è legato un usufrutto (978) in modo che tra di loro
vi sia il diritto di accrescimento, l'accrescimento ha luogo anche quando
una di esse viene a mancare dopo conseguito il possesso della cosa su cui
cade l'usufrutto (982).
Se non vi è diritto di accrescimento, la porzione del legatario mancante
si consolida con la proprietà.
Sezione V: Della revocazione delle disposizioni testamentarie
Art. 679 Revocabilità del testamento
Non si può in alcun modo rinunziare alla facoltà di revocare o mutare le
disposizioni testamentarie: ogni clausola o condizione contraria non ha
effetto (458).
Art. 680 Revocazione espressa
La revocazione espressa può farsi soltanto con un nuovo testamento (587),
o con un atto ricevuto da notaio in presenza di due testimoni, in cui il
testatore personalmente dichiara di revocare, in tutto o in parte, la
disposizione anteriore.
Art. 681 Revocazione della revocazione
La revocazione totale o parziale di un testamento può essere a sua volta
revocata sempre con le forme stabilite dall'articolo precedente. In tal
caso rivivono le disposizioni revocate.
Art. 682 Testamento posteriore
Il testamento posteriore, che non revoca in modo espresso i precedenti,
annulla in questi soltanto le disposizioni che sono con esso
incompatibili.
Art. 683 Testamento posteriore inefficace
La revocazione fatta con un testamento posteriore conserva la sua
efficacia anche quando questa rimane senza effetto perché l'erede
istituito o il legatario è premorto al testatore, o è incapace (592 e
seguenti) o indegno (463 e seguenti), ovvero ha rinunziato all'eredità o
al legato.
Art. 684 Distruzione del testamento olografo
Il testamento olografo (602) distrutto, lacerato o cancellato, in tutto o
in parte, si considera in tutto o in parte revocato, a meno che si provi
che fu distrutto, lacerato o cancellato da persona diversa dal testatore,
ovvero si provi che il testatore non ebbe l'intenzione di revocarlo.
Art. 685 Effetti del ritiro del testamento segreto
Il ritiro del testamento segreto, a opera del testatore, dalle mani del
notaio o dell'archivista presso cui si trova depositato (608), non importa
revocazione del testamento quando la scheda testamentaria può valere come
testamento olografo (607).
Art. 686 Alienazione e trasformazione della cosa legata
L'alienazione che il testatore faccia della cosa legata o di parte di
essa, anche mediante vendita con patto di riscatto (1500), revoca il
legato riguardo a ciò che è stato alienato, anche quando l'alienazione è
annullabile per cause diverse dai vizi del consenso (1472), ovvero la cosa
ritorna in proprietà del testatore.
Lo stesso avviene se il testatore ha trasformato la cosa legata in
un'altra, in guisa che quella abbia perduto la precedente forma e la
primitiva denominazione (667).
E' ammessa la prova di una diversa volontà del testatore.
Art. 687 Revocazione per sopravvenienza di figli
Le disposizioni a titolo universale o particolare (588), fatte da chi al
tempo del testamento non aveva o ignorava di aver figli o discendenti,
sono revocate di diritto per l'esistenza o la sopravvenienza di un figlio
o discendente legittimo del testatore, benché postumo, o legittimato (280
e seguenti) o adottivo (291, 314-326), ovvero per il riconoscimento di un
figlio naturale (250 e seguenti).
La revocazione ha luogo anche se il figlio è stato concepito al tempo del
testamento, e, trattandosi di figlio naturale legittimato, anche se è già
stato riconosciuto dal testatore prima del testamento e soltanto in
seguito legittimato.
La revocazione non ha invece luogo qualora il testatore abbia provveduto
al caso che esistessero o sopravvenissero figli o discendenti da essi.
Se i figli o discendenti non vengono alla successione e non si fa luogo a
rappresentazione (467 e seguenti), la disposizione ha il suo effetti.
Capo VI: Delle sostituzioni
Sezione I: Della sostituzione ordinaria
Art. 688 Casi di sostituzione ordinaria
Il testatore può sostituire all'erede istituito altra persona per il caso
che il primo non possa o non voglia accettare l'eredità (70, 72, 463,
523).
Se il testatore ha disposto per uno solo di questi casi, si presume che
egli si sia voluto riferire anche a quello non espresso, salvo che consti
una sua diversa volontà.
Art. 689 Sostituzione plurima. Sostituzione reciproca
Possono sostituirsi più persone a una sola e una sola a più .
La sostituzione può anche essere reciproca tra i coeredi istituiti. Se
essi sono stati istituiti in parti disuguali, la proporzione fra le quote
fissate nella prima istituzione si presume ripetuta anche nella
sostituzione. Se nella sostituzione insieme con gli istituiti è chiamata
un'altra persona, la quota vacante viene divisa in parti uguali tra tutti
i sostituiti.
Art. 690 Obblighi dei sostituiti
I sostituiti devono adempiere gli obblighi imposti agli istituiti, a meno
che una diversa volontà sia stata espressa dal testatore o si tratti di
obblighi di carattere personale (676, 677).
Art. 691 Sostituzione ordinaria nei legati
Le norme stabilite in questa Sezione si applicano anche ai legati.
Sezione II: Della sostituzione fedecommissaria
Art. 692 Sostituzione fedecommissaria
Ciascuno dei genitori o degli altri ascendenti in linea retta o il coniuge
dell'interdetto possono istituire rispettivamente il figlio, il
discendente, o il coniuge con l'obbligo di conservare e restituire alla
sua morte i beni anche costituenti la legittima (737), a favore della
persona o degli enti che, sotto la vigilanza del tutore, hanno avuto cura
dell'interdetto medesimo.
La stessa disposizione si applica nel caso del minore di età, se trovasi
nelle condizioni di abituale infermità di mente tali da far presumere che
nel termine indicato dall'Art. 416 interverrà la pronuncia di
interdizione.
Nel caso di pluralità di persone o enti di cui al primo comma i beni sono
attribuiti proporzionalmente al tempo durante il quale gli stessi hanno
avuto cura dell'interdetto.
La sostituzione è priva di effetto nel caso in cui l'interdizione sia
negata o il relativo procedimento non sia iniziato entro due anni dal
raggiungimento della maggiore età del minore abitualmente infermo di
mente. E' anche priva di effetto nel caso di revoca dell'interdizione o
rispetto alle persone o agli enti che abbiano violato gli obblighi di
assistenza.
In ogni altro caso la sostituzione è nulla.
Art. 693 Diritti e obblighi dell'istituito
L'istituito ha il godimento e la libera amministrazione dei beni che
formano oggetto della sostituzione, e può stare in giudizio per tutte le
azioni relative ai beni medesimi. Egli può altresì compiere tutte le
innovazioni dirette ad una migliore utilizzazione dei beni.
All'istituito sono comuni, in quanto applicabili, le norme concernenti
l'usufruttuario (981 e seguenti).
Art. 694 Alienazione dei beni
L'autorità giudiziaria può consentire l'alienazione dei beni che formano
oggetto della sostituzione in caso di utilità evidente, disponendo il
reimpiego delle somme ricavate. Può anche essere consentita, con le
necessarie cautele, la costituzione d'ipoteche sui beni medesimi a
garanzia di crediti destinati a miglioramenti e trasformazioni fondiarie.
Art. 695 Diritti dei creditori personali dell'istituito
I creditori personali dell'istituito possono agire soltanto sui frutti dei
beni che formano oggetto della sostituzione.
Art. 696 Devoluzione al sostituito
L'eredità si devolve al sostituito al momento della morte dell'istituito.
Se le persone o gli enti che hanno avuto cura dell'incapace muoiono o si
estinguono prima della morte di lui, i beni o la porzione dei beni che
spetterebbe loro è devoluta ai successori legittimi dell'incapace.
Art. 697 Sostituzione fedecommissaria nei legati
Le norme stabilite in questa Sezione sono applicabili anche ai legati.
Art. 698 Usufrutto successivo
La disposizione, con la quale è lasciato a più persone successivamente
l'usufrutto, una rendita o un'annualità, ha valore soltanto a favore di
quelli che alla morte del testatore si trovano primi chiamati a goderne
(796).
Art. 699 Premi di nuzialità, opere di assistenza e simili
E' valida la disposizione testamentaria avente per oggetto l'erogazione
periodica, in perpetuo o a tempo, di somme determinate per premi di
nuzialità o di natalità, sussidi per l'avviamento a una professione o
un'arte, opere di assistenza, o per altri fini di pubblica utilità, a
favore di persone da scegliersi entro una determinata categoria o tra i
discendenti di determinate famiglie. Tali annualità possono riscattarsi
secondo le norme dettate in materia di rendita (1865 e seguenti).
Capo VII: Degli esecutori testamentari
Art. 700 Facoltà di nomina e di sostituzione
Il testatore può nominare uno o più esecutori testamentari e, per il caso
che alcuni o tutti non vogliano o non possano accettare, altro o altri in
loro sostituzione.
Se sono nominati più esecutori testamentari, essi devono agire
congiuntamente, salvo che il testatore abbia diviso tra loro le
attribuzioni, o si tratti di provvedimento urgente per la conservazione di
un bene o di un diritto ereditario.
Il testatore può autorizzare l'esecutore testamentario a sostituire altri
a se stesso, qualora egli non possa continuare nell'ufficio.
Art. 701 Persone capaci di essere nominate
Non possono essere nominati esecutori testamentari coloro che non hanno la
piena capacità di obbligarsi (2, 394, 424, 710; Cod. Pen. 32).
Anche un erede o un legatario può essere nominato esecutore testamentario.
Art. 702 Accettazione e rinunzia alla nomina
L'accettazione della nomina di esecutore testamentario o la rinunzia alla
stessa deve risultare da dichiarazione fatta nella cancelleria della
pretura nella cui giurisdizione si è aperta la successione (456), e deve
essere annotata nel registro delle successioni (703; att. 52, 53).
L'accettazione non può essere sottoposta a condizione o a termine.
L'autorità giudiziaria, su istanza di qualsiasi interessato, può assegnare
all'esecutore un termine per l'accettazione (Cod. Proc. Civ. 749), decorso
il quale l'esecutore si considera rinunziante.
Art. 703 Funzioni dell'esecutore testamentario
L'esecutore testamentario deve curare che siano esattamente eseguite le
disposizioni di ultima volontà del defunto.
A tal fine, salvo contraria volontà del testatore, egli deve amministrare
la massa ereditaria, prendendo possesso dei beni che ne fanno parte.
Il possesso non può durare più di un anno dalla dichiarazione di
accettazione, salvo che l'autorità giudiziaria, per motivi di evidente
necessità, sentiti gli eredi, ne prolunghi la durata, che non potrà mai
superare un altro anno.
L'esecutore deve amministrare come un buon padre di famiglia (1176) e può
compiere tutti gli atti di gestione occorrenti. Quando è necessario
alienare beni dell'eredità, ne chiede l'autorizzazione all'autorità
giudiziaria, la quale provvede sentiti gli eredi (Cod. Proc. Civ. 747 e
seguenti).
Qualsiasi atto dell'esecutore testamentario non pregiudica il diritto del
chiamato a rinunziare all'eredità (519 e seguenti) o ad accettarla col
beneficio d'inventario (484 e seguenti).
Art. 704 Rappresentanza processuale
Durante la gestione dell'esecutore testamentario, le azioni relative
all'eredità devono essere proposte anche nei confronti dell'esecutore (Cod.
Proc. Civ. 102). Questi ha facoltà d'intervenire nei giudizi promossi
dall'erede e può esercitare le azioni relative all'esercizio del suo
ufficio.
Art. 705 Apposizione di sigilli e inventario
L'esecutore testamentario fa apporre i sigilli (Cod. Proc. Civ. 752 e
seguenti) quando tra i chiamati all'eredità vi sono minori, assenti,
interdetti o persone giuridiche.
Egli in tal caso fa redigere l'inventario (Cod. Proc. Civ. 769 e seguenti)
dei beni dell'eredità in presenza dei chiamati all'eredità o dei loro
rappresentanti, o dopo averli invitati.
Art. 706 Divisione da compiersi dall'esecutore testamentario
Il testatore può disporre che l'esecutore testamentario, quando non è un
erede o un legatario, proceda alla divisione tra gli eredi dei beni
all'eredità. In questo caso si osserva il disposto dell'Art. 733. Prima di
procedere alla divisione l'esecutore testamentario deve sentire gli eredi.
Art. 707 Consegna dei beni all'erede
L'esecutore testamentario deve consegnare all'erede, che ne fa richiesta,
i beni dell'eredità che non sono necessari all'esercizio del suo ufficio.
Egli non può rifiutare tale consegna a causa di obbligazioni che debba
adempiere conformemente alla volontà del testatore, o di legati
condizionali o a termine se l'erede dimostra di averli già soddisfatti, od
offre idonea garanzia (1179) per l'adempimento delle obbligazioni, dei
legati o degli oneri.
Art. 708 Disaccordo tra più esecutori testamentari
Se gli esecutori che devono agire congiuntamente non sono d'accordo circa
un atto del loro ufficio, provvede l'autorità giudiziaria, sentiti, se
occorre, gli eredi (Cod. Proc. Civ. 750).
Art. 709 Conto della gestione
L'esecutore testamentario deve rendere il conto della sua gestione al
termine della stessa, e anche spirato l'anno dalla morte del testatore, se
la gestione si prolunga oltre l'anno (Cod. Proc. Civ. 263). Egli è tenuto,
in caso di colpa, al risarcimento dei danni verso gli eredi e verso i
legatari (703). Gli esecutori testamentari, quando sono più, rispondono
solidalmente (1292), per la gestione comune.
Il testatore non può esonerare l'esecutore testamentario dall'obbligo di
rendere il conto o dalla responsabilità della gestione.
Art. 710 Esonero dell'esecutore testamentario
Su istanza di ogni interessato, l'autorità giudiziaria può esonerare
l'esecutore testamentario dal suo ufficio per gravi irregolarità
nell'adempimento dei suoi obblighi, per inidoneità all'ufficio o per aver
commesso azione che ne menomi la fiducia.
L'autorità giudiziaria, prima di provvede re, deve sentire l'esecutore e
può disporre opportuni accertamenti (Cod. Proc. Civ. 750).
Art. 711 Retribuzione
L'ufficio dell'esecutore testamentario è gratuito. Tuttavia il testatore
può stabilire una retribuzione a carico dell'eredità.
Art. 712 Spese
Le spese fatte dall'esecutore testamentario per l'esercizio del suo
ufficio sono a carico dell'eredità.
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