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Qual E' Il Rimedio Migliore Contro Lo Spamming?

29 Luglio 2003 Commenta

NEW YORK. Secondo un’indagine statistica tenutasi negli Stati Uniti edenominata “2003 Consumer Spam Study”, il 74% degli americani e’ favorevolea stilare una “no-spam list”, per impedire che la propria casella di postavenga inondata di messaggi spazzatura.L’indagine e’ stata realizzata intervistando oltre 1000 utenti ed e’ statadiffusa mentre il Senato Usa sta dibattendo sulla controversa questione. L’iniziativa, infatti, non ha finora incontrato il consenso delle autorita’,secondo cui la creazione di una lista di indirizzi elettronici non e’ “unmetodo utile di spendere soldi per rafforzare la lotta allo spam”.La proposta della lista anti spam, nasce sulla falsariga della lista”do-not-call”, nata per arginare il crescente fenomeno del telemarket, imessaggi pubblicitari ingannevoli sui cellulari. In effetti la maggior partedegli intervistati, ritiene che le attuali misure anti-spam, filtri o bloccodel mittente, non siano sufficienti. Il 37% dice di aver paura che il bloccodel mittente non faccia altro che confermare agli spammer il proprioindirizzo e-mail.Come appare evidente dall’indagine statistica sopra descritta anche ilpopolo americano e’ ormai stanco dei continui messaggi di posta elettronicaindesiderati che in molti casi nascondono pubblicita’ ingannevoli.Anche in Europa la questione e’ molto sentita e la Direttiva sul commercioelettronico 200/31/CEE di recente recepita dal nostro ordinamento haaffrontato anch’essa il tema della comunicazione commerciale nonsollecitata: infatti l’art. 7 fornisce una soluzione regolamentare del c.d.spamming, l’invio cioe’ di posta elettronica non richiesta agli utentititolari di caselle di posta elettronica. La tutela del consumatore vieneresa effettiva mediante prescrizioni analoghe a quelle presentinell’articolo 10, paragrafo 2, della Direttiva 97/7/CE ed all’art. 12,paragrafo 2, della Direttiva 97/66/CE del Parlamento europeo e del Consigliosul trattamento dei dati personali e sulla tutela della vita privata nelsettore delle telecomunicazioni. La norma si e’ resa necessaria a seguitodel proliferare di iniziative spontanee di difesa da parte degli utentidella rete che hanno finito spesso per generare danni di rilievo a soggettidel tutto estranei alla attivita’ di spamming . In realta’, la tuteladell’utente telematico, in assenza di esplicite definizioni normative e’stata realizzata indirettamente dalle misure di autotutela adottate dagliInternet Service Providers, che provvedono a sospendere l’invio alla caselladi posta elettronica dei propri abbonati di tutti i messaggi provenienti daun operatore mediante il quale si esercita lo spamming. La misura cautelaregenera spesso un danno alla attivita’ dell’incolpevole fornitore di caselledi posta elettronica e dei suoi abbonati, i quali se intendono inviare unmessaggio ad un soggetto che ha la propria casella di posta presso ilprovider che ha adottato la misura di ritorsione, si vedono opporre unnetto rifiuto all’invio dell’ e-mail.Gli stessi utenti telematici hanno creato sistemi di autotutela basati sulprincipio della ritorsione come l’esercizio della c.d. reazione flaming.Essa consiste nell’invio di numerosi annunci di protesta nelle caselle deglioperatori colpevoli dell’invio di unsolicited-mail con il conseguenteblocco del sistema del sollecitatore telematico.Naturalmente queste soluzioni non sono state ritenute sufficienti dallegislatore comunitario che ha optato per una tutela diretta degli utentitelematici.]]>

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