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Spamming: "Libero" Di Bloccare Fastweb ?

28 Febbraio 2003 Commenta

Bologna – In questi giorni sta emergendo un gravissimo problema di spamming nel nostro Paese. Tutta la posta elettronica proveniente dal provider Fastweb e’ stata catalogata come “spazzatura” e pertanto non viene ricevuta da tutti gli utenti di Libero, il provider di Wind. Riemerge la domanda: ma la posta elettronica e’ un diritto o no? Sarebbe spontaneo rispondere di si’, per una serie molto lunga di ragioni. Ma la situazione non e’ cosi’ semplice, perche’ in mezzo a questo problema emerge l’onnipresente fenomeno dello spamming. Quella posta spazzatura che invade da anni le nostre caselle di posta oggi si moltiplica in maniera esponenziale e non vi e’ modo di fermarla. Per questo si ritiene non in maniera del tutto errata che sia lecito introdurre dei filtri che impediscano il diffondersi delle junk mails. I tentativi di filtraggio non sono pero’ cosi’ efficaci come si pensa e da tempo molti provider hanno escogitato un rimedio estremo: bloccare (nel gergo blacklistare) tutta la posta proveniente da un determinato provider. Cio’ viene fatto sulla base di diversi indizi in base ai quali si puo’ ritenere con un alto margine di probabilita’ che quel soggetto generi spam. E’ quello che e’ successo a Fastweb da parte di Libero. E’ risaputo che molte siano le critiche dei navigatori di tutta Italia sulla affidabilita’ e sulla funzionalita’ del servizio fornito da Fastweb e pertanto non si vuole giudicare in questa sede (ma puo’ essere illuminante sbirciare qualche newsgroup a tema). Cio’ che qui interessa, invece, e che ha creato l’oscuramento di tutta la posta dei clienti del “taxi aereo” e’ stata con grande probabilita’ la quasi inesistente politica di “abuse” da parte di Fastweb medesima. In poche parole sembra sia stato proprio il provider della “mega velocita'” a non curarsi affatto di tutta quella posta spazzatura che e’ transitata per i suoi server. A seguito della omissione degli opportuni controlli, dunque, la risposta di un provider (forse esasperato) come Libero e’ stata quella di bloccare qualunque accesso alle e-mail provenienti da tutta la clientela di Fastweb.]]>

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Spamming: Libero di… bloccare Fastweb.

28 Febbraio 2003 Commenta

Bologna – In questi ore sta emergendo un gravissimo problema di spamming nel nostro Paese. Tutta la posta elettronica proveniente dal provider Fastweb e’ stata catalogata come “spazzatura” e pertanto non viene ricevuta da tutti gli utenti di Libero, il provider di Wind.
Riemerge la domanda: ma la posta elettronica e’ un diritto o no?

Sarebbe spontaneo rispondere di si’, per una serie molto lunga di ragioni.
Ma la situazione non e’ cosi’ semplice, perche’ in mezzo a questo problema emerge l’onnipresente fenomeno dello spamming.
Quella posta spazzatura che invade da anni le nostre caselle di posta oggi si moltiplica in maniera esponenziale e non vi e’ modo di fermarla. Per questo si ritiene non in maniera del tutto errata che sia lecito introdurre dei filtri che impediscano il diffondersi delle junk mails.
I tentativi di filtraggio non sono pero’ cosi’ efficaci come si pensa e da tempo molti provider hanno escogitato un rimedio estremo: bloccare (nel gergo blacklistare) tutta la posta proveniente da un determinato provider. Cio’ viene fatto sulla base di diversi indizi in base ai quali si puo’ ritenere con un alto margine di probabilita’ che quel soggetto generi spam.
E’ quello che e’ successo a Fastweb da parte di Libero.

E’ risaputo che molte siano le critiche dei navigatori di tutta Italia sulla affidabilita’ e sulla funzionalita’ del servizio fornito da Fastweb e pertanto non si vuole giudicare in questa sede (ma puo’ essere illuminante sbirciare qualche newsgroup a tema).

 Cio’ che qui interessa, invece, e che ha creato l’oscuramento di tutta la posta dei clienti del “taxi aereo” e’ stata con grande probabilita’ la quasi inesistente politica di “abuse” da parte di Fastweb medesima. In poche parole sembra sia stato proprio il provider della “mega velocita'” a non curarsi affatto di tutta quella posta spazzatura che e’ transitata per i suoi server.
A seguito della omissione degli opportuni controlli, dunque, la risposta di un provider (forse esasperato) come Libero e’ stata quella di bloccare qualunque accesso alle e-mail provenienti da tutta la clientela di Fastweb.

La situazione presa in esame appare simile, ma non del tutto coincidente con il fenomeno dell’oscuramento posto in essere da SPEWS, ovvero una nuova associazione anti-spam internazionale.
Infatti, mentre SPEWS opera nella completa assenza di una “sede istituzionale”, ma si muove soltanto grazie alla decentrata azione dei propri membri (peraltro anonimi) sparsi in tutto il mondo, Libero e’ una realta’ del tutto palese ed esposta al pubblico.
Quindi, quando e’ SPEWS a blacklistare un provider, quest’ultimo con grande difficolta’ potra’ riuscire a risalire al vero autore dell’oscuramento; ma se a compiere questa attivita’ e’ il provider Libero, la situazione e’ decisamente diversa.
Ma dunque, anche ipotizzando una azione di Fastweb nei confronti di Libero, quale sarebbe il vincitore e chi il vinto? Emergerebbe la preponderanza del “diritto alla posta elettronica” sulla eventualita’ (piuttosto ricorrente) di spamming, o viceversa?
L’argomento de quo e’ davvero molto piu’ vasto di quanto si creda e quello appena citato e’ uno solo degli argomenti da affrontare. Oltre ad analizzare la esistenza teorica del diritto alla e-mail, infatti, dev’essere indagata la responsabilita’ dei provider a far transitare posta spazzatura che genera innumerevoli disagi alla comunita’ del web.

Ma scendendo ancora piu’ in fondo, qual e’ l’organo ufficiale che decide che una lettera sia spamming o meno?
Fortunatamente buona parte di queste e altre domande puo’ essere risolta grazie alla direttiva europea 2002/58/CE, che almeno in Europa disciplina in maniera chiara la realta’ dello spamming.
All’art. 13 della direttiva, infatti, si afferma il principio secondo cui solo chi ha gia’ richiesto il servizio di posta spazzatura potra’ riceverla (opt in). Pertanto tutte le attivita’ contrarie a questo precetto verranno sanzionate secondo gli opportuni provvedimenti che gli Stati Membri adotteranno in sede di attuazione della medesima direttiva.

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