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Quale sorte per il sito brigaterosse.it?

1 Ottobre 2002 Commenta

NAPOLI. Era il 30 marzo 2002 quando la polizia postale di Milano oscuro’alcuni siti internet rei di contenere messaggi e rivendicazioni di gruppiterroristici e forum di discussioni in cui si inneggiava alla lotta armata,configurando cosi’ le ipotesi criminose di apologia di reato e diistigazione a delinquere. I siti erano www.brigaterosse.it,www.brigaterosse.org ed anche una casella di posta elettronicainfo@brigaterosse.it. A distanza di diversi mesi e precisamente il 5settembre 2002 il responsabile di quei siti ha registrato il nome di dominiobrigaterosse.com ed attivato all’indirizzo corrispondente una pagina web chefornisce spiegazioni sulla nota vicenda e sugli eventi conseguenti.Risultano ancora sotto sequestro i siti in questione dedicati alle brigaterosse e lo stesso responsabile un giovane di 30 anni, programmatore ecuratore di altri siti web ha dichiarato di non essere mai stato avvisatoufficialmente del sequestro ne’ dalla Procura ne’ dal provider.L’evento fece notizia e da molti fu visto in stretto collegamento con l’omicidio Biagi che ha fatto ritornare alla ribalta l’oscuro periodo delterrorismo. All’epoca, in effetti, la stampa senza entrare particolarmentenel merito della notizia ha sempre messo in evidenza l’impronta marcatamentefilo Br dei siti incriminati (in realta’ uno solo in quanto brigaterosse.itsi limitava esclusivamente a consentire l’accesso alle pagine del secondosito), quando poi icto oculi, anche se l’argomento trattato fosseparticolarmente scomodo, non sembrava che ci fosse una presa di posizionecosi’ netta, ma piu’ che altro una descrizione piuttosto dettagliata deifatti fondamentali della storia del terrorismo senza particolari commenti.Gli stessi organi giudiziari ritennero opportuno intervenire per la presenzadi alcune e-mail equivoche nella sezione “opinioni”.Il caso di specie con il conseguente provvedimento giudiziario di sequestropreventivo avente ad oggetto un sito web pone in essere il solitointerrogativo, e cioe’: e’ possibile applicare un istituto sorto per unarealta’ tangibile in un campo completamente diverso contraddistinto dallac.d. virtualita’? Cos’e’ un sito web? Simili interrogativi richiedono dellerisposte di carattere tecnico, che non sempre potranno soddisfare, ma esisteun dato di fatto inoppugnabile: il nostro ordinamento deve assolutamenteadeguarsi a questa nuova realta’ e non sempre i tradizionali Istitutiprevisti in epoche dove l’esistenza di Internet neppure si immaginavapotranno essere efficienti.

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