Critiche Al Disegno Di Legge Contro Lo Scambio Di Mp3
Washington, USA – Lo scorso luglio, il mondo della musica in rete haassistito alla presentazione negli USA di un disegno di legge assaicontroverso per la tutela dei diritti d’autore delle case discografiche. Afronte dell’immane scambio illecito di musica in formato Mp3, attraversoreti di file-sharing, il Repubblicano Howard L. Berman ha introdotto unprogetto di legge che consentirebbe ai titolari dei diritti patrimoniali suquelle canzoni poteri mai visti fino ad ora. Essi potrebbero addiritturaviolare gli scambi di materiale illecito effettuati in tali reti, perconsegnare a giustizia tutti i loro utenti. Numerosissime sono state lecritiche mosse a questo nuovo schema difensivo della proprieta’intellettuale. In particolare, le accuse hanno messo in evidenza l’estremaaggressivita’ che la legge consentirebbe alle etichette discografiche, senzabadare alla sicurezza delle trasmissioni telematiche. In tal modo le casediscografiche, infatti, potrebbero agire come se fossero dei crackers, puressendo immuni da qualunque azione legale nei loro confronti. Cio’solleverebbe i titolari dei diritti d’autore da tutte le conseguenze civilie penali relative alla disabilitazione, interferenza, interruzione, ecc. direti telematiche. I promotori del progetto di legge (il gia’ citato Berman el’altro Repubblicano Howard Coble) adesso non possono far altro chedifendersi dalle molteplici obiezioni sollevate. Hanno recentementeaffermato, infatti, che non saranno permessi attacchi eccessivi, ma sarannoconcessi solamente quelli che si possano ritenere “ragionevolmente necessariper prevenire le violazioni di copyright”. Inoltre, i titolari dei dirittid’autore dovranno comunicare preventivamente al Dipartimento di Giustizia imetodi che andranno a utilizzare contro i pirati, anche se il disegno dilegge in questione non richiede l’approvazione degli organi della Giustizia.Per calmare definitivamente le acque, Berman ha affermato di volerriscrivere il disegno di legge, in modo tale da rendere chiaro che, secondoquesta normativa, non saranno permesse aggressioni che deliberatamentepossono interferire con la normale connessione a Internet, a meno che nonsiano “ragionevolmente necessarie”.
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