LAVORI SOCIALMENTE UTILI: Legge, giustizia, politica e dintorni (aggiornamento)
Lavori socialmente utili: legge, giustizia, politica e dintorni (nota a T. Taranto 07/02/02 e T. Lecce 12/02/02, in salentolavoro.it, Sezione Sentenze Salentine). Di Luigi Renna II PartePer quanto riguarda la professionalita’, depauperata e stravolta, il Giudice della fase urgente richiama un precedente della Pretura di Monopoli del 1996 e di fatto rende evanescente il discorso sviluppato in ricorso; si afferma che vi e’ lesione di professionalita’ solo quando si tratta di alta specializzazione (si cita l’esempio delle prestazioni specialistiche medico-chirurgiche) e si conclude affermando che l’uso del computer non e’ soggetto, tutto sommato a radicali mutamenti dello stato delle conoscenze.(sic).Il ragionamento e’ errato nella premessa, negli esempi portati a sostegno e nelle conclusioni.E’ proprio il terreno dell’informatica quello sottoposto al maggiore processo di obsolescenza; molto piu’ che nel campo medico chirurgico (preso ad esempio dal Tribunale), dove ci vogliono anni prima che siano messe a punto nuove tecniche di intervento o la messa a punto di nuove macchine ausiliarie.Ci sembra che il Giudice sia volato troppo in alto, tanto in alto da non riuscire piu’ a vedere i contorni della terra ferma.I contorni sono netti ed indiscutibili:alcuni lavoratori socialmente utili, con un procedimento amministrativo e civilistico illegittimo se non proprio illecito, vengono avviati ad un datore di lavoro non meglio conosciuto, e, in possesso della professionalita’ di impiegati amministrativi addetti ad operare su personal computer vengono assunti per fare1) adesso assolutamente nulla, pagati di meno (9), e lasciati a casa (10);2) dopo, ma non si sa quando, forse, e sempreche’ sia possibile che l’azienda datrice sia idonea ai lavori convenzionati e gli stessi lavoratori possano farlo e l’ENEA non ne sappia niente, i tecnici addetti alla verifica degli impianti termici.Questo punto del ricorso, che ha formato oggetto di attenta esposizione da parte dei ricorrenti, e’ stato completamente trascurato dal Primo Giudice; al riguardo e’ necessaria qualche altra osservazione.La cooperativa assegnataria non e’ nelle condizioni di poter svolgere il compito per il quale ha concluso la convenzione; vi sono leggi dello stato che fissano i requisiti delle imprese ed i requisiti dei dipendenti delle imprese; iura novit curia; ma chi scrive si e’ fatto carico di esibire ampia documentazione normativa al riguardo; ci facciamo carico anche in questa sede di esibire ulteriore documentazione:Il Primo Giudice ha sfruttato usum delphini i principi di diritto in materia di chances per parlare di risarcimento per equivalente del danno da perdita di chances; in tal modo ha stravolto il senso del discorso avanzato dai ricorrenti; la loro chance non e’ risarcibile per equivalente; riguarda la loro professionalita’ attuale, il loro lavoro attuale, la possibilita’ di essere impiegati presso un’azienda in maniera stabile e sicura, con stipedio contrattuale e regolare copertura assicurativa.Finche’ i ricorrenti sono confinati nel purgatorio di questa assunzione fasulla ed illecita presso una cooperativa di cui non si sa nulla, che non ritiene neppure di costituirsi in giudizio perche’ evidentemente non ha nulla da dire in sua difesa, forse una delle tante in mano a politici senza scrupoli, dopo essere stati minacciati ed obbligati a firmare un contratto con un datore sconosciuto, essi non potranno mai aspirare ad un lavoro stabile e sicuro; cioe’ sono destinati ad essere e rimanere merce di scambio sull’altare di altrui interessi. Finche’ non interviene un giudice che dia gli opportuni provvedimenti urgenti, essi sono destinati a languire in questa situazione; fra un certo numero di anni (speriamo che non vi siano illusioni sulla celerita’ del processo del lavoro, celerita’ che sta solo sulla carta e che si scontra con gli innumerevoli problemi della giustizia italiana) essi, tenuti lontano dai personal computer, saranno degli analfabeti in materia a causa della rapida obsolescenza dell’informatica; potranno sempre chiedere i danni. Ma chi ci assicura che le persone giovani, motivate di oggi non saranno domani dei poveri depressi, con un po’ di denaro in tasca di piu’ ma con tanta dignita’ in meno?.Lecce maggio ’02
Avv. Luigi Renna
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